L’azienda sanitaria provinciale di Agrigento è stata condannata dal Tribunale di Agrigento a pagare 90mila euro al Centro Polidiagnostico di Canicattì. La vicenda risale al 2005 quando l’attuale Asp era ancora Azienda delle Unità Sanitarie Locali. La struttura canicattinese di via Calabria in quell’anno superò il tetto di spesa per le prestazioni ambulatoriali rese. Da qui la richiesta del pagamento dell’importo di circa 90mila euro inevasa dall’Ausl. Il Centro polidiagnostico allora adì le vie legali, con il patrocinio dell’avvocato Girolamo Rubino, chiedendo la condanna dell’Ausl al pagamento della somma richiesta. La Regione Siciliana, per quanto riguarda la fissazione dei budget aveva preso fino ad allora come riferimento il fatturato storico delle singole strutture già convenzionate, con minime variazioni di anno in anno: non vi è mai stata una vera “contrattazione”. Il sistema creato pertanto era molto rigido ed impediva sia l’ingresso di nuovi soggetti, sia una concorrenza regolata tra le varie strutture. In altre regioni sono state fatte scelte diverse. Per esempio in Lombardia il budget è per branca e all’interno di essa le varie strutture possono concorrere sino all’esaurimento del budget. Il sistema regionale è invece irragionevole nella parte in cui non tiene conto del fatturato annuo delle varie strutture per la determinazione del budget degli anni successivi, con evidenti discriminazioni per le strutture che hanno aumentato la loro capacità assistenziale ed in favore di quelle con fatturato stabile o addirittura in decremento. Dal 2005 però la distribuzione delle economie non è più obbligatoria, ma è discrezionale in base alla meritevolezza delle esigenze assistenziali soddisfatte dai soggetti accreditati. La legge finanziaria della Regione Siciliana per il 2007 dispone invece che i direttori generali ” provvedono alla contrattazione dei budget delle strutture private preaccreditate ospedaliere e specialistiche, secondo le effettive esigenze della popolazione di riferimento, e dei criteri stabiliti dall’Assessore regionale per la sanità”; pertanto i manager possono ora discrezionalmente (non arbitrariamente) aumentare o diminuire i budget “storici” dei soggetti accreditati. Sulla vicenda del Centro Polidiagnostico di Canicattì, il tribunale di Agrigento, condividendo le tesi difensive dell’avvocato Rubino, ha condannato l’Ausl 1 di Agrigento al pagamento non solo delle 90mila euro in questione, ma anche delle spese legali che ammontano a 2.500 euro.
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