Venerdì pomeriggio dagli uffici della Ripartizione Faunistico-Venatoria di Caltanissetta – organo periferico dell’Assessorato regionale all’Agricoltura – era partita una richiesta urgente al Nucleo provinciale delle Guardie giurate del WWF per predisporre degli speciali servizi antibracconaggio presso l’oasi di protezione della fauna “Scala”, in territorio di Mussomeli, notoriamente ricca di selvaggina grazie ai vincoli venatori che la tutelano. Proprio per il giorno seguente sabato 29 ottobre, infatti, erano giunte segnalazioni relative al rischio di “repentini ed estesi atti di bracconaggio”; in precedenza, anche i Carabinieri di Marianopoli avevano già fermato alcuni bracconieri nelle medesime zone. Così, ancor prima dell’alba, le Guardie del WWF (che in materia di caccia e protezione ambientale rivestono la qualifica di pubblici ufficiali ed agenti di polizia amministrativa) iniziavano il pattugliamento delle zone più “a rischio”; dopo una serie di appostamenti in punti strategici e mantenendo il contatto telefonico con l’auto di servizio in costante perlustrazione, le Guardie notavano gli spostamenti di due cacciatori che, superando la recinzione di una confinante Azienda venatoria (ove la caccia è consentita), si introducevano nel cuore dell’oasi “Scala” e, con un furetto e fucili al seguito, cercavano di stanare ed abbattere i conigli. Poiché qualsiasi azione di ricerca della fauna, anche senza armi, all’interno delle oasi è vietata e punita penalmente, gli Agenti giurati del WWF contattavano i Carabinieri per chiederne l’ausilio: in pochissimi minuti giungevano sul posto il comandante della Stazione di Villalba, maresciallo Pietropaolo, ed il Carabiniere Costantino; poco dopo si aggregavano altri militari della Stazione di Mussomeli. Bloccati immediatamente, i due cacciatori di frodo venivano ritualmente identificati e si appurava che provenivano dalla provincia di Agrigento; i due dichiaravano che, assieme ad un nutrito gruppo di altri compagni, avrebbero dovuto stazionare a Mussomeli per tutto il week-end per praticare la caccia in un’Azienda venatoria privata confinante con l’oasi. Sospettando che tale prassi – peraltro diffusa fra molti cacciatori della zona – potesse rappresentare, in realtà, un espediente per mascherare una premeditata ed organizzata attività venatoria illecita all’interno dell’area protetta sfruttando l’estrema vicinanza di una zona ove invece la caccia è consentita, le Guardie WWF procedevano ad ulteriori accertamenti documentali a carico dei due soggetti riscontrando che sui loro tesserini venatori non era stata segnata, come d’obbligo, la data della battuta di caccia, il luogo ed i due conigli incarnierati. Quindi le stesse Guardie procedevano a contestare immediatamente l’infrazione della legge regionale n. 33/1997 in materia di caccia, elevando un verbale per l’importo complessivo di 308,00 euro. I Carabinieri di Villalba, inoltre, si attivavano con le procedure di polizia giudiziaria del caso e, dopo la perquisizione, procedevano al sequestro penale delle armi e delle munizioni in possesso dei due bracconieri (due fucili semiautomatici calibro 12 ed oltre 80 cartucce) e della selvaggina abbattuta; inoltre veniva loro formalmente contestato il reato di “esercizio venatorio all’interno di un’oasi protetta” ai sensi dell’art. 21 della legge statale sulla tutela della fauna n. 157/1992 (che prevede l’applicazione delle sanzioni penali dell’arresto fino a 6 mesi e dell’ammenda fino a 1.549 euro), con una denuncia a piede libero trasmessa alla Procura di Caltanissetta. Durante i capillari controlli antibracconaggio nell’oasi, il personale della vigilanza WWF ha altresì individuato autoveicoli sospetti e raccolto altri importanti elementi per ulteriori e più approfondite indagini ed accertamenti tese a contrastare i diffusi episodi di caccia di frodo nell’area, nonostante da tempo si siano registrati ottimi interventi repressivi da parte di Carabinieri e Guardia di Finanza di Mussomeli. In particolare, veniva segnalata telefonicamente ai Carabinieri di Mussomeli, per le competenti opportune verifiche, un’automobile con targa pure agrigentina nel cui bagagliaio era presente un grosso trasportino per cani da caccia; mentre ai militari sopraggiunti veniva indicata un’area nei pressi del fiume Belice ove erano stati precedentemente raccolti elementi utili per l’identificazione di altri probabili bracconieri. Per tutta la stagione di caccia, nonostante la scarsezza di mezzi a disposizione e la natura totalmente volontaria dell’impegno, gli Agenti del WWF intensificheranno i propri sforzi nell’attività di prevenzione e repressione dei reati venatori, in collaborazione con la Ripartizione Faunistico-Venatoria e gli organi di polizia. Il Nucleo provinciale delle Guardie giurate WWF continuerà nelle prossime settimane e mesi a pattugliare il territorio ed organizzare appositi servizi di vigilanza antibracconaggio; i cittadini, militari in congedo e professionisti che volessero collaborare nello sforzo di tutelare la fauna selvatica e l’ambiente, con segnalazioni, informazioni oppure offrendo volontariamente le proprie competenze professionali, possono contattare le Guardie del WWF all’email guardieambientali@sociwwf.it.