Partito dalla Sicilia, lo sciopero dei tir contagia tutta l’Italia, causando blocchi e disagi alla circolazione e non solo. Domani stop per il primo turno di tutti gli stabilimenti Fiat a causa del mancato rifornimento dei componenti. E si fa concreto il rischio di un aumento di prezzi nei mercati. Il Garante sugli scioperi attacca chiedendo la precettazione e parla di blocchi “inaccettabili”. Il ministero dei Trasporti li definisce “ingiustificati” ed il ministro dell’Interno, Annamaria Cancellieri assicura che “non saranno tollerati”.

La protesta proseguirà fino a venerdì, ma mercoledì è in programma un incontro che potrebbe essere decisivo tra Governo e rappresentanti dei camionisti. La mappa delle proteste contro gli aumenti del gasolio, dei pedaggi autostradali e dell’Irpef – sulle quali vigilano due gruppi di lavoro riuniti al Viminale, uno centrato sull’ordine pubblico e l’altro sulla circolazione – coinvolge quasi tutte le regioni. I mugnai, da parte loro, lanciano l’allarme cibo. Pane e pasta, affermano, sono a rischio nell’arco di 48 ore se non verrà ripristinata la normalità del trasporto su strada.

L’Authority di garanzia sugli scioperi ha scritto ai ministri di Interno e Trasporti affinchè valutino se non sia il caso di emanare l’ordinanza di precettazione nei confronti delle organizzazioni degli autotrasportatori. “I blocchi causati dalla protesta – ha detto il presidente Roberto Alesse – sono inaccettabili” ed ha annunciato l’apertura di “un procedimento per valutare le sanzioni da irrogare a chiunque stia violando la legge e danneggiando i cittadini”. Confindustria ha chiesto al Governo di “ripristinare immediatamente la normalità dei trasporti stradali. Un fermo dei servizi non può trasformarsi in blocchi illegali, che impediscono alle imprese di poter svolgere liberamente le proprie attività e ai cittadini di circolare sulla rete stradale”. Critiche anche altre associazioni degli autotrasportatori.

Un decreto assessoriale firmato dall’assessore regionale alle Attività produttive, Marco Venturi, stabilisce che fino alle 24 di domenica 29 gennaio gli impianti di distribuzione di carburanti possono esercitare la propria attività anche 24 ore al giorno, in deroga alle disposizioni previste. “Dopo l’emergenza – dice l’assessore – adesso occorre garantire il servizio sia ai cittadini e sia alle imprese che fin troppo hanno pagato in termini economici a causa dello sciopero che ha comportato il blocco del traffico dei giorni scorsi”.

Il decreto è stato emesso anche per agevolare al massimo il rifornimento dei distributori di carburante in Sicilia. “Molti impianti sono letteralmente rimasti a secco – aggiunge Venturi – e gli approvvigionamenti stanno lentamente tornando alla normalità. Con questo provvedimento l’amministrazione intende andare incontro, per quanto possibile, alle esigenze di tutte le categorie produttive, distributori inclusi, e dei cittadini, concedendo la deroga sia sui giorni di chiusura che ai normali turni di servizio”.

L’Autorità garante della concorrenza e del mercato ha deciso di inviare una dettagliata richiesta di informazioni a 11 compagnie petrolifere per verificare l’andamento dei prezzi dei carburanti in Sicilia. La decisione dell’Antitrust, intervenuta dopo un esposto presentato dal governo regionale, mira a verificare eventuali anomalie e per accertare l’esistenza di eventuali pratiche concordate tra le imprese che portano la Sicilia a essere la Regione con i costi del carburante più alti d’Italia.

“Si tratta – affermano il presidente della Regione, Raffaele Lombardo e l’assessore per l’Economia, Gaetano Armao, dopo la comunicazione dell’Antitrust – di un’iniziativa seria e concreta che il governo regionale ha preso per intervenire subito in un settore tanto delicato quanto decisivo per l’economia siciliana”.

“A seguito di questo intervento – si legge nella nota dell’Autorità – le compagnie dovranno fornire, in breve tempo, agli uffici dell’Antitrust dettagliate informazioni sui prezzi consigliati agli impianti siciliani e alle regioni del Sud, su quelli medi nazionali della rete stradale e autostradale. Le compagnie dovranno fornire, inoltre, informazioni sulle caratteristiche della rete di distribuzione dei carburanti in Sicilia, nonchè sul sistema logistico esistente e, in generale, sulle modalità di approvvigionamento del prodotto utilizzate da ognuna di esse”.

Ecco la situazione aggiornata di oggi:

PIEMONTE – Gli autotrasportatori hanno bloccato la tangenziale di Torino e l’ingresso dell’autostrada A4 Torino-Milano. Disagi anche ai caselli di Asti.Domani fermo lo stabilimento Fiat di Mirafiori.

LIGURIA – Presidi al varco autostradale di Bolzaneto e altri nella zona di Genova, tra cui uno al Porto. Il presidio ha rallentato le operazioni dello scalo.

EMILIA ROMAGNA – Problemi al traffico sulle autostrade, in particolare sull’A14. Blocco totale del casello di Cesena e pesanti rallentamenti in quelli di Forlì e di Bologna San Lazzaro.

TOSCANA – Un presidio ha bloccato l’attività del porto di Marina di Carrara. Situazione difficile anche a Livorno. Bloccato l’ingresso dei tir al casello Valdichiana dell’A1.

MARCHE – Ai caselli dell’A14 si sono alternati presidi di camion e auto, con i conducenti impegnati a fare volantinaggio sulle ragioni della protesta. Proteste anche in ABRUZZO dove si fermerà domani lo stabilimento Fiat di Sevel Val di Sangro.

LAZIO – Problemi al traffico sull’A1 nel tratto Roma-Napoli. Chiusura dei caselli di Frosinone e Anagni dove gli autotrasportatori hanno organizzato presidi. Tir e camion fermi nei pressi dei caselli di Ceprano, San Vittore e Cassino dove domani si fermeraì lo stabilimento Fiat. In

MOLISE i ‘bisontì della strada si sono fermati all’ingresso della città di Campobasso.

BASILICATA – A causa dello sciopero, la produzione della <<Grande Punto>> si bloccherà nello stabilimento di Melfi (Potenza) della Fiat a partire dalle ore 6 di domani.

CAMPANIA – A Napoli la protesta ha limitato la raccolta dei rifiuti. Nei confronti di chi impedisce il transito dei veicoli, annuncia il prefetto, potranno essere applicate sanzioni pecuniarie fino a 10mila euro e il sequestro dei mezzi. Domani fermo lo stabilimento Fiat di Pomigliano d’Arco.

PUGLIA – Disagi in particolare in provincia di Taranto per i blocchi stradali. Interdetto l’accesso alla raffineria Eni, sulla statale jonica 106.

CALABRIA – Tutti gli svincoli del tratto calabrese dell’autostrada Salerno-Reggio Calabria sono presidiati. La protesta ha scatenato la corsa verso l’approvvigionamento di carburante.

SARDEGNA – In attesa di possibili blocchi che potrebbero scattare da domani, oggi sono stati sospesi i traghetti da Olbia a Massa Carrara, e viceversa.

Movimento dei forconi spaccato: Il movimento dei forconi si è spaccato. Martino Morsello, uno dei leader della protesta che ha paralizzato la Sicilia la settimana scorsa è solo. La sua linea dura per continuare a mantenere alto il livello della protesta in Sicilia non è passato. È prevalsa la linea di Mariano Ferro e Giuseppe Scarlata che hanno deciso di attendere cosa avverrà dopo l’incontro previsto mercoledì tra il governatore Lombardo e il premier Monti.

“Mercoledì mattina invaderemo Palermo mentre i nostri novanta deputati dovranno andare a Roma. Fino a quando non vedremo scritto nero su bianco, con la necessaria dotazione finanziaria, quelle che sono le nostre richieste, la nostra battaglia continuerà. I presidi proseguiranno, ma non vogliamo creare disagi ai cittadini come non vogliamo innescare una guerra fra poveri. I presidi rappresentano una fiammella che rimane accesa per dire che questa guerra non è finita. Stiamo scrivendo una pagina storica per la nostra Sicilia. Rivendichiamo l’applicazione dello Statuto Siciliano, quindi defiscalizzazione dei carburanti, distribuzione dei fondi comunitari, basta con le vessazioni da parte della Serit”. Ferro ha anche replicato alle accuse mosse dal presidente di Confindustria, Ivan Lo Bello. “Se Lo Bello ritiene che all’interno del nostro movimento vi siano dei mafiosi, lo prego di recarsi in Procura e di fare nomi e cognomi”. Ferro ha infine riferito che da ora in poi i portavoce del movimento saranno lui e Giuseppe Scarlata.

La spaccatura all’interno del movimento dei forconi è evidente, ed ha risvolti, anche sul web. Su facebook ormai le pagine del movimento sono decine, molte fanno riferimento alle regioni, ma due sono quelle che fanno capo ai due fronti. “Movimento dei forconi Ferro-Scarlata pagina ufficiale” e “Movimento dei forconi”.

La prima ha 4992 mi piace. La seconda, che è anche la più vecchia, ne ha 53172 e fa capo all’ala di Martino Morsello.  L’ex  acquacoltore del trapanese scrive in un suo post: “Mariano Ferro: chi è costui? Uno dei tanti…”. C’è poi la pagina Facebook di “Forza d’urto” il nome dato alla protesta dal variegato movimento in Sicilia la settimana scorsa.

Gli agricoltori di Licata hanno regalato due camion pieni di zucchine e carciofi ai passanti della zona del porto di Licata. La merce, a causa dello sciopero dei tir la scorsa settimana, non ha potuto raggiungere i mercati regionali e nazionali.