E’ ancora una protesta calma quella dei lavoratori dell’Italcementi ma questa mattina hanno deciso di rallentare il traffico. Sono ancora lì e chiedono risposte sul loro futuro oggi decisamente incerto. Allo stabilimento le bandiere sono, ancora, a mezz’asta in segno di lutto , perchè la notizia da parte dei vertici dell’Italcementi di chiudere per i lavoratori è tragica come quella di una morte. Oggi alle 18.30 si terrà un consiglio comunale aperto e straordinario , a Porto Empedocle, per discutere sulla chiusura dello stabilmento che lascerà senza lavoro 100 lavoratori e 250 dell’indotto. Durante la riunione uno die lavoratori , a nome dell’intero personale, leggerà un documento contenente le loro ragioni. Gli operai gridano la loro disperazione e la loro abnegazione verso il lavoro: ” siamo sempre venuti incontro alle esigenze dell’azienda- dicono- facendo tutto quello che ci ha chiesto perchè ci sembrava giusto in un periodo di forte crisi economica. Non ci possono lasciare in mezzo ad una strada da un giorno all’altro. Non viviamo di speranze ma faremo di tutto per garantire il nostro futuro”. Nei loro visi si legge tanto sconforto, hanno timore a rientrare a casa perchè non riescono neanche a guardare negli occhi i propri figli. Una situazione davvero difficile, un dramma per tante famiglie e non solo empedocline.

“L’Udc chiederà l’intervento immediato del Governo e del ministro Passera per affrontare la questione Italcementi. Oltre alla situazione di Vibo Valentia, già evidenziata dal collega Tassone, vi é anche quella di Porto Empedocle in provincia di Agrigento, dove sono 100 i lavoratori impegnati direttamente e oltre 120 quelli indiretti”. Lo afferma in una nota il deputato dell’Udc Mauro Libe’.”La chiusura dell’impianto determinerà un colpo gravissimo all’economia già debole della provincia di Agrigento. L’intervento del Governo e’ indispensabile per porre rimedio alla situazione”.

Il Presidente del Consiglio provincile, Raimondo Buscemi, e tutto il Consiglio Provinciale, esprimono la propria vicinanza e solidarietà ai lavoratori dell’Italcementi “in questo difficile momento di grande crisi dell’economia nazionale- si legge in una nota- che ha spinto i vertici di detta azienda ad una decisione così drastica. Auspichiamo che al più presto la politica e i vertici dell’azienda possano trovare soluzioni idonee a scongiurare la chiusura dell’impianto restituendo serenità e futuro alle famiglie dei lavoratori.L’impianto rappresenta uno dei pochi insediamenti industriali storicamente collocati nella nostra provincia, la cui chiusura rappresenterebbe una ulteriore sconfitta per il nostro territorio già martoriato da numerose problematiche insolute.Rivolgiamo un appello a tutta la politica regionale e nazionale affinché si adoperi a non far scomparire tale insediamento che, negli anni, è stato fonte di sviluppo di tutto il territorio stesso”.

Il Senatore Benedetto Adragna, insieme all’onorevole GiovanniPanepinto, questa mattina sono scesi in piazza ad esprimere la loro solidarietà ai lavoratori dell’Italcementi. Il Senatore Adragna dichiara: “è assolutamente necessario, proprio in questi momenti di crisi, passare da un concetto astratto di solidarietà alle soluzioni concrete delle responsabilità politiche.” Per questa ragione, insieme a Panepinto (PD), ha già sollecitando i vertici nazionali dei sindacati e preso contatto con l’Assessore Venturi, con il Prefetto Ferrandino di Agrigento e con i Presidenti delle Commissione Industria e Lavoro di Camera e Senato.

Incontrando i lavoratori dell’Italcementi che stanno scioperando per scongiurare la chiusura della cementeria di Porto Empedocle che dal 1967 opera grazie alla dedizione al lavoro degli empedoclini, Michele Cimino ,deputato regionale di Grande Sud,ha dichiarato:”L’ingegnere Carlo Pesenti deve comprendere che questa non è una comunità usa e getta e che nei prossimi giorni oltre ai tavoli tecnici istituzionali devono essere ricercate soluzioni serie e condivisibili e soprattutto che permettano l’apertura delle attività. La Regione così come le istituzioni locali saranno pronte ad individuare iniziative da condividere nella consapevolezza della necessità di riattivare il lavoro nell’azienda che,con questo comportamento impulsivo, da oggi sta calpestando tanti anni di storia dell’Italcementi.”

Si è riunita la Segreteria Provinciale della Federazione Pensionati Cisl di Agrigento, per esprimere la propria solidarietà ai lavoratori, compreso tutto l’indotto, dell’Italcementi di Porto Empedocle, che da alcuni giorni sono impegnati davanti alla cementeria in sit-in permanente per la salvaguardia del loro posto di lavoro. “Riteniamo opportuno scrive in una nota il sindacato- che le istituzioni e il nostro Governo Regionale intervengano nell’immediato per trovare le soluzioni specifiche, affinché Italcementi, che rappresenta storicamente l’economia del comune di Porto Empedocle, rimanga aperta. E’ necessario che, il Governo Regionale, dia seguito a tutti i progetti presentati soprattutto nel settore edile, comparto di grande importanza per l’economia di tutta la Sicilia e che sappia spendere i finanziamenti della Comunità Europea, che sono molti, per dare grandi prospettive occupazionali. Un esempio per tutti: il Comune di Menfi, da circa 8 anni, ha presentato un progetto per le strade e la rete fognaria, nel litorale tra Fiori e Porto Palo, per un importo che si aggira sui 20 milioni di euro, progetto ad oggi bloccato per intoppi burocratici. E’ colpa della burocrazia? E se così fosse é vero che la burocrazia è mafia o cos’altro?”

“Il lavoro è la condizione necessaria per permettere all’uomo e alla sua famiglia di esprimere e vivere la propria dignità” (LE n 3). Di fronte alla possibilità di perdita del lavoro da parte di centinaia di lavoratori, l’Ufficio Diocesano di Pastorale Sociale e del Lavoro, a nome della Chiesa agrigentina, esprime e conferma – in questa fase della situazione aziendale – vicinanza e solidarietà ai lavoratori dello stabilimento Italcementi di Porto Empedocle e alle loro famiglie che vivono oggi nella sofferenza e nell’incertezza per il futuro per la preannunciata chiusura dell’impianto.

Questa eventualità, che dovrebbe concretizzarsi nei prossimi mesi, se confermata, introdurrebbe ulteriori elementi di grave preoccupazione in un territorio che sconta una situazione di per sé molto difficile dal punto di vista economico ed occupazionale.

La perdita di quasi 100 posti di lavoro, aggiunti a quelli dell’indotto, andrebbe ad aggravare un quadro economico allarmante anche per le tensioni sociali che finirebbe per determinare in un’area dove la presenza di aziende come l’Italcementi rappresenta uno dei pochi elementi di speranza per garantire occupazione e sviluppo. L’eventuale realizzarsi di tale negativa situazione determinerebbe l’aggravarsi della già seria crisi del comparto occupazionale della nostra Provincia.

La Chiesa agrigentina, pertanto, rinnova l’auspicio che sia trovata presto la soluzione più adeguata per risolvere l’attuale stato di crisi ed incoraggia soprattutto quanti hanno parte attiva e responsabilità nella vicenda – azienda, organizzazioni imprenditoriali e sindacali, istituzioni politiche locali, regionali e nazionali – a fare ogni ulteriore sforzo per indicare una prospettiva positiva per tutti, tenendo in particolare considerazione la risorsa umana e professionale costituita dai tanti lavoratori coinvolti.

La Chiesa agrigentina segue da tempo, con preoccupazione, tale situazione di crisi e le altre esistenti sul nostro territorio. Continuerà perciò ad essere vicina a quanti sono duramente toccati dalle conseguenze della crisi economica e ad accompagnare tutte le persone di buona volontà che si adoperano, nei rispettivi campi d’azione e secondo le diverse competenze, per cercare di porvi rimedio.

Come ha affermato Benedetto XVI nella sua terza enciclica, (Caritas in veritate, al n. 32) “la dignità della persona e le esigenze della giustizia richiedono che, soprattutto oggi, le scelte economiche non facciano aumentare in modo eccessivo e moralmente inaccettabile le differenze di ricchezza e che si continui a perseguire quale priorità l’obiettivo dell’accesso al lavoro o del suo mantenimento, per tutti”.

Il Presidente della Provincia Regionale di Agrigento, Eugenio D’Orsi, interviene sulla grave crisi che ha colpito l’Italcementi con l’avvio delle procedure di mobilità per 100 dipendenti. D’IOrsi parla di glaciazione occupazione, di gravissima crisi che rischia di avere serie ripercussioni sull’ordine pubblico. Già nella giornata di domenica picchetti di operai davanti i cancelli della cementeria hanno messo in crisi la circolazione sulla SS 115, creando lunghe colonne di autovetture nei due sensi di marcia e facendo superare il presidio due auto alla volta. “La situazione occupazionale nella nostra provincia è disperata – afferma il Presidente Eugenio D’Orsi– dopo i licenziamenti di quasi una cinquantina di persone da parte di un grosso gruppo imprenditoriale nel settore delle fonti rinnovabili, arriva questa glaciazione occupazionale dell’Italcementi. Alle 100 famiglie gettate nella più nera disperazione per la perdita del posto di lavoro del proprio congiunto dal mese di settembre, si devono aggiungere anche quelle dell’indotto che da dati in mio possesso si arrivano alla non indifferente cifra di oltre 400 famiglie. Occorre che il mondo politico a tutti i livelli e dei vari raggruppamenti intervengano in maniera decisa per scongiurare questo ennesimo attacco alla nostra economia. Questa volta l’intera deputazione sia regionale che nazionale affinché si trovino adeguate soluzioni a questa crisi gravissima ed incomprensibile. La chiusura degli impianti di contrada “Vincenzella” – conclude – costituisce un duro colpo alla comatosa occupazione nell’agrigentino che rischia di avere serie ripercussioni per l’ordine pubblico. Ormai la gente è alla fame e questi licenziamenti vanno ad aggravare un a già pesante situazione occupazionale “.