“Non intendo prestare il fianco a chi non vuole che le elezioni si celebrino a fine ottobre. È impossibile che si mandi un commissario. Ci sono degli articoli che regolamentano le elezioni e chi governa nel periodo che precede le consultazioni elettorali in caso di dimissioni”. Così ha esordito il presidente della Regione, Raffaele Lombardo, questo pomeriggio in conferenza stampa all’indomani della lettera con la quale il premier Monti ha chiesto garanzie sul suo ritiro.

“Non vogliono le mie dimissioni – ha aggiunto – Vogliono solo rinviare le elezioni. Per quanto mi riguarda è come se mi fossi dimesso ieri. Non voglio però che la Sicilia diventi merce di scambio, in caso di elezioni contemporanee con le politiche, per un ministero in più. Si deve votare prima”.

“Ho chiesto di riferire in Consiglio di ministri sulla situazione della Sicilia. Al presidente Monti parlerò anche della scelta di dimettermi per consentire agli elettori l’esercizio al diritto democratico di scegliere un nuovo governo e un nuovo parlamento, entro un tempo costituzionalmente previsto, nel corso del quale viene assicurata la piena funzionalità dell’esecutivo. Incontrerò il presidente Monti martedì prossimo a Roma, a Palazzo Chigi”.

“Non è vero che la Sicilia è al default. Sono tutte fandonie. Il bilancio è certificato dalla Corte dei conti, compresi i residui attivi. Tre agenzie di rating monitorano i nostri conti. La nostra situazione è di BAA2, stiamo meglio di molte altre regioni. Siamo sullo stesso piano del Veneto. Il bilancio della Sicilia è di 27 miliardi, il debito di 5,5 miliardi, il Pil di 85 miliardi di euro. Se confrontiamo il Pil col debito della Regione e quello dello Stato capiamo meglio: lo Stato ha un Pil di 1600 miliardi e duemila miliardi di euro di debito. Inoltre, lo Stato ci deve circa un miliardo”. “Ci tuteleremo in sede penale e civile contro i giornali che hanno parlato di fallimento della Regione. A Borghezio dico che se riuscisse a staccare la Sicilia dall’Italia saremmo ben felici perché potremmo usufruire di altri dieci miliardi e avere un grande boom economico”.

Lombardo ha anche replicato alle frasi di Roberto Formigoni, suo omologo della Lombardia: “Sono ben contento di essere Lombardo solo di nome. Di sicuro io non sto alle Antille sugli yacht dei miei amici, con le vacanze pagate come fa lui. Mi dispiace attaccare Formigoni che più volte ho difeso, ma se l’è cercata”.

“Vorrei che taluni imprenditori facessero davvero il bene della Sicilia. Lo Bello l’ho incontrato alcune volte nel caso di inaugurazione di impianti fotovoltaici, tipo di investimenti che si è visto essere nelle mani dei mafiosi. Perché non fanno le cose positive invece di dire certe cose?”, ha poi commentato Lombardo a proposito delle dichiarazioni di Ivan Lo Bello, vicepresidente di Confindustria. “In questo quadro c’è anche l’Udc che vuole rimettere le mani sulla Sicilia – ha aggiunto – Sono pronto a confrontarmi con Casini, anche sui sette anni precedenti ai miei in Sicilia, fatti di termovalorizzatori e quant’altro”.