ospedale Gli italiani “frequentano sempre meno gli ospedali, con un calo continuo nei ricoveri negli ultimi anni che ha portato, nel 2013, a scendere sotto i 10 milioni. Le cifre sono fornite dal rapporto annuale del ministero della Salute, che si basa sulle schede di dimissione ospedaliera (Sdo), e che vede il calo più marcato in Sicilia e Calabria.

«Ad eccezione della Valle d’Aosta, che aumenta il suo volume di attività – si legge nel documento – tutte le altre regioni mostrano una riduzione dell’attività per Acuti, da un minimo di -1,5% in Abruzzo e -1,8% in Campania ad un massimo di -10,9% in Sicilia e -9,5% in Calabria. La composizione dell’attività per Acuti mostra nel 2013 una riduzione del Regime diurno dal 27,1% al 26,1% del totale; l’andamento è confermato pressochè in tutte le regioni, con l’eccezione della Regione Marche (+0,8%), Valle d’Aosta (+0,3%), della Campania (+0,2%), Lazio e Abruzzo (+0,1%). Le riduzioni più consistenti si osservano in Sicilia (-4,7%), Basilicata (-3,2%) e P.A. di Trento (-3,1%)».
Secondo il rapporto è aumentata anche l’appropriatezza e la spesa è leggermente in calo, da 29,6 a 29,1 miliardi di euro. Nel dettaglio sono 9.842.485 i ricoveri ospedalieri del 2013, corrispondenti ad un totale di 64.312.696 giornate, erogati nel 2013, con una riduzione rispetto all’anno precedente di circa 415 mila ricoveri (-4%) e di circa 2.394.000 giornate (-3,6%).
«La degenza media per acuti si mantiene pressochè costante da diversi anni – si legge nel rapporto – intorno al valore di 6,8 giorni, mentre per le degenza medie per riabilitazione e per lungodegenza si osserva un decremento a partire dal 2009; per l’anno 2013 la degenza media per riabilitazione in regime ordinario è pari a 25,7 giorni, mentre quella per l’attività di lungodegenza è pari a 27,6 giorni».
Sempre rispetto al 2012, i ricoveri ad alto rischio di inappropriatezza in regime ordinario sono diminuiti di poco più di 390 mila unità (-24% che corrisponde al doppio della riduzione osservata nel 2012) e quelli in regime diurno di circa 180.000 unità (-10%). La principale causa di ricovero è il parto, con 301.440 dimissioni, seguito da patologie cardiovascolari e respiratorie e interventi chirurgici per sostituzione di articolazioni maggiori o reimpianto degli arti inferiori.