tribunale-7L’operazione “La carica delle 104″ è tutt’altro che conclusa e si arricchisce di nuovi particolari. Gli agenti della Digos, coordinati dalla dirigente Patrizia Pagano, e su ordine della Procura della Repubblica di Agrigento, da giorni stanno nuovamente interrogando alcuni soggetti che risultano indagati nell’inchiesta, che ha già portato all’emissione di diciassette misure cautelari, mentre gli indagati sono ottantaquattro. Si tratta soprattutto delle persone, a cui la richiesta di applicazione di misure cautelari personali nei loro confronti venne rigettata dal Gip del Tribunale di Agrigento, Ottavio Mosti. Davanti agli ispettori della Digos è comparso il neuropsichiatra agrigentino Gerlando Taibi. Difeso dagli avvocati Annalisa Russello e Angelo Farruggia, il professionista ha preferito la strada del silenzio, avvalendosi della facoltà di non rispondere. Gerlando Taibi è accusato di concorso in truffa e gli vengono contestati alcuni episodi, che vedono coinvolti il raffadalese Daniele Rampello e il medico legale Gianfranco Pullara. La richiesta di misura cautelare era stata avanzata anche per Francesca Giglio, Paolo Santamaria, Giovanni Iacono, Margherita Luongo medico pubblico specializzato in diabetologia, Giovanni Galluzzo, anche lui medico pubblico specializzato in diabetologia, e Francesco Incardona medico pubblico specializzato in ortopedia. E’ stato stilato un calendario, alcuni sono già stati ascoltati dagli investigatori della Polizia di Stato, mentre altri sosterranno l’interrogatorio nei prossimi giorni. Che l’inchiesta prosegue senza sosta lo si capisce dal numero di persone convocate in Questura, tra medici, impiegati, funzionari di enti pubblici, insegnanti e pensionati, oltre che soggetti vicini alle persone coinvolte nell’inchiesta. Ci sarebbe in atto un secondo filone di indagine, ma nulla trapela dagli ambienti investigativi. L’inchiesta coordinata dal procuratore capo Renato Di Natale, dal procuratore aggiunto Ignazio Fonzo, e dal sostituto procuratore Andrea Maggioni,  ha svelato l’esistenza di un collaudato sistema corruttivo per ottenere riconoscimenti di invalidità, trasferimenti di luoghi di lavoro e assegni pensionistici.