Laura-Boldrini2Lynsey Addario, Amalia De Simone e Andrea Tuttoilmondo sono i tre giornalisti vincitori della decima edizione del premio internazionale di giornalismo intitolato a Maria Grazia Cutuli, l’inviata del Corriere della Sera uccisa con altri tre colleghi in un agguato in Afghanistan il 19 novembre del 2001, organizzato dalla Fondazione Cutuli onlus.

Alla cerimonia di consegna, al teatro Sangiorgi di Catania, ha partecipato la presidente della Camera, Laura Boldrini. Conferito un premio speciale del presidente della Fondazione, il direttore del Corriere della Sera Ferruccio de Bortoli, a Laura Anello. “Maria Grazia Cutuli è stata una persona che ho conosciuto, che ho incontrato pochi giorni prima della sua morte, ed è la testimonianza di una donna che ha seguito la sua passione. E credo oggi le donne debbano guardare a donne come lei”, ha affermato la Boldrini. “La sua è una figura – ha aggiunto – che deve ispirare le giovani generazioni. A me fa piacere essere qui e ringrazio la Fondazione, il Corriere della Sera e la famiglia Cutuli”.

“L’informazione cambia moltissimo, e in tanti hanno la sensazione di farla da soli senza passare da un giornalista che sa interpretare la realtà: a mio avviso è da guardare con un certo sospetto. Il ruolo del giornalismo è quello di fare la ‘lastra’, il cane da guardia – ha aggiunto la presidente Boldrini – di chi svolge funzioni pubbliche. Ed è quindi necessario che siano sempre più qualificati per mostrare la differenza tra informazione ‘fai da te’ e quella professionale. E anche per circoscrivere la tentazione che molti politici hanno di fare a meno del giornalista”.

“I giornalisti rischiano nelle zone di conflitto, che sono tante e tutte intorno a noi, purtroppo. E questo serve a fare capire quanto sia importante quello che succede attorno a noi e avere la facoltà di mandare inviati capaci di leggere quelle realtà e restituirle all’opinione pubblica. L’importante del giornalismo di prima linea – ha aggiunto – è sempre determinante affinché i cittadini sappiano cosa accade. E questo accade anche a casa nostra, perché molte persone che scappano dalla Siria e dall’Iraq fuggono per dei conflitti e cercano approdo nelle nostre coste, in questa isola. Sono persone che non hanno scelta e arrivano qui per avere protezione”.

“La Sicilia in questo senso fa onore al Paese perché ha rifiutato il cinismo e nonostante la crisi economica si è fatta carico dell’accoglienza, con grande consapevolezza e senso di responsabilità. Sono molto fiera di quello che si fa in questa Isola, che devo ringraziare perché lo fa a nome di tutto il Paese”.

“La Sicilia non ce la deve fare da sola e non è da sola che lo deve fare – ha concluso la Boldrini -. È l’avamposto nel Mediterraneo, il primo luogo di approdo. E giusto che le persone siano poi distribuite sul territorio. Sarebbe più auspicabile che ci fosse una solidarietà allargata, anche Comunitaria, ma su questo stiamo ancora lavorando”.