54545-giovanni-falconeBallando sulle note de “I cento passi”, hanno urlato “Palermo è nostra e non di Cosa nostra” e hanno salutato con applausi fragorosi i palermitani che al loro passaggio srotolavano lenzuola bianche dai balconi, in ricordo della risposta antimafia della società civile dopo le stragi del 1992.

A 23 anni dal massacro di Capaci, in migliaia tra studenti italiani e stranieri, scout, associazioni e forze dell’ordine hanno raggiunto l’albero Falcone – davanti al palazzo dove abitava il magistrato, in via Notarbartolo – ai piedi del quale si è unito il corteo partito da via D’Amelio.

Tanti i cittadini che si sono fermati lungo i marciapiedi che costeggiavano il corteo. Dal giardino inglese di Palermo anche un gruppo di giovani pattinatrici che si stava allenando nella pista interna è uscito a salutare la manifestazione “Palermo chiama Italia” organizzata dal Miur e dalla Fondazione Falcone.

I ragazzi hanno lanciato centinaia di palloncini tricolore. In corteo decine di bandiere di Libera, Cgil, il gonfalone del Comune di Palermo e striscioni colorati dai giovani in piazza Castelnuovo, una delle 7 coinvolte nella manifestazione.

Sul palco, montato davanti all’albero Falcone, anche i comici Ficarra e Picone che hanno salutato la platea di giovani che hanno invaso via Notarbartolo, a Palermo: “Le parole sono importanti e mi sono sempre chiesto dove vanno a finire? Il silenzio invece è una cosa rara e possibile, c’è il silenzio buono e quello cattivo, quello cattivo lo sapete di cosa stiamo parlando – hanno detto alternandosi al microfono -. Ma il silenzio che ci preoccupa di più è quello di chi sta dimenticando eppure c’eravamo tutti, eppure c’è ancora qualcuno seduto in poltrona che deve pagare. Come facciamo a raccontarvi del silenzio di tutti quelli che stanno dimenticando? Non si può spiegare con parole, al massimo si può disegnare con un albero con tante foglie e maestoso, solo che quell’albero è spoglio e senza bigliettini, questo è il silenzio che non ci piace”.

Il presidente del Senato, Pietro Grasso, ha letto i nomi delle vittime della strage di Capaci: Giovanni Falcone, la moglie Francesca e gli agenti Rocco Dicillo, Vito Schifani e Antonio Montinaro. poi Grasso ha detto: “Questa magnolia è il simbolo di chi non si rassegna”. Alle 17.58, ora dell’eccidio, un trombettiere della polizia di Stato ha suonato il Silenzio e le migliaia di persone presenti – ragazzi, magistrati, scout – sono esplose in un applauso. Sul palco montato davanti all’albero Falcone, in via Notarbartolo, tra gli altri anche l’amico e collega di Giovanni, il giudice Leonardo Guarnotta, oggi in pensione, e il procuratore generale Roberto Scarpinato. Alla cerimonia era presente anche la presidente della Rai Anna Maria Tarantola.