zappala2Un nutrito gruppo di ciclisti qualche ora prima era partiti da Licata passando per Palma di Montechiaro e Camastra, subito dopo Naro, stavano correndo per il “Gran Fondo di Licata”. La città barocca alle loro spalle e il vento in faccia sulla statale 576 di Furore in discesa verso la statale 115 per Agrigento. Rosario Zappalà non è arrivato nemmeno alBorgo La Loggia, quando dopo una curva si è ritrovato scaraventato sul parabrezza di una fiat palio alla guida della quale c’era un anziano uomo di Naro che aveva da poco finito i lavori nella campagna a pochi chilometri dal luogo dell’incidente. Appresso i ciclisti un’automobile dell’organizzazione della gara ciclistica e un’ambulanza privata che ha prestato i primi soccorsi a Zappalà, riverso a terra con accanto la sua bici distrutta nello scontro.

Accanto a lui, per terra, ma ancora cosciente, anche il palermitano Salvatore Longo, trasportato all’ospedale Sant’Elia di Caltanissetta. I sanitari del nosocomio nisseno, dopo i controlli di rito hanno evidenziato solo una frattura a un’anca.

Rosario Zappalà è invece al San Giovanni di Dio di Agrigento. Qui i medici non sono tranquilli come i colleghi nisseni. I parametri vitali del catanese vanno man mano azzerandosi. La folle corsa della barella tra le corsie dell’ospedale e poi la morte, accertata quasi all’ingresso della sala operatoria. Rosario Zappalà, 36 anni, lascia la moglie e un figlio. La notizia della morte si sparge in fretta e sulla statale 640 nei pressi dell’uscita per l’ospedale agrigentino si forma una coda di auto giunte da Catania. Familiari, amici e colleghi riempiono la sala d’attesa del reparto di rianimazione.

Intanto sul luogo dell’incidente un’ambulanza del 118 arriva da Canicattì per trasferire in ospedale anche l’anziano narese che era alla guida della fiat palio. L’uomo è in forte stato di shock e rimane seduto immobile all’interno della macchina pensando alla tragedia, purtroppo, inevitabile. “A quella velocità, in quelle condizioni, nessuno dei due poteva cambiare la direzione di marcia, tutto è successo in pochi attimi” – ha dichiarato un automobilista che ha assistito alla scena.

Intanto i Carabinieri della stazione di Naro, coordinati dai militari della Compagnia di Licata, hanno aperto un’indagine per chiarire la dinamica del’impatto mortale e per ricercare le responsabilità.

Ieri mattina nella caserma di Naro in Viale Europa, quattro degli organizzatori della “Granfondo” sono state sentite dai militari in qualità di persone informate sui fatti. Nel registro degli indagati al momento non risulta alcun iscritto.

Per l’anziano conducente dell’auto coinvolta nell’incidente, il sostituto procuratore titolare dell’indagine Simona Faga ha disposto una serie di controlli per verificare se guidava sotto effetto di alcol o droghe, ma il test è risultato negativo. La stessa Faga ha anche deciso di non fare eseguire l’autopsia sul corpo di Zappalà visto che le cause del decesso sono certe.

Dai giornali è stato diffuso un video in cui si vedono i ciclisti,qualche minuto prima, percorrere la SS 410 Camastra – Naro. Dopo la diffusione del video, è montata la protesta di diversi cittadini, che denunciano la mancata messa in sicurezza della gara, visto che non si trattava di una passeggiata in bici. “Il termine gara presuppone una sfida. Presuppone sorpassi. Tutto questo non si può fare mentre le auto circolano regolarmente”- ha dichiarato una donna commentando l’articolo con il video che in pochi minuti ha fatto il giro del web.

Intanto dall’ASD Trovato di Viagrande, nel catanese, società nella quale Rosario Zappalà era tesserato fa sapere che non parteciperà più ad alcuna gara del genere se prima non verranno assicurati tutti gli standard per la sicurezza dei ciclisti, degli automobilisti e dei pedoni.

Gabriele Terranova