“La Sicilia investe sul territorio e sull’ambiente molto meno rispetto alle altre regioni e in più investe male. Nonostante una consistente forza lavoro, una gestione forestale priva di obiettivi e di programmazione, episodica e legata all’emergenza, non ha prodotto gli effetti necessari e la Sicilia oggi ha poco più del 10% del territorio boscato, contro la media nazionale del 29%”.

Lo sostiene la Flai Cgil Sicilia che rivendica alla Regione “il riordino della legislazione in materia forestale, con un testo unico- ha detto Tonino Russo, segretario regionale Flai aprendo un convegno del sindacato- fondato sulla tutela della biodiversità, del territorio e dell’ambiente, sulla prevenzione e lotta agli incendi, sul contrasto alla desertificazione e al dissesto idrogeologico, sull’uso produttivo del bosco”.

“Chiediamo un tavolo di lavoro straordinario- ha affermato Russo- che entro la fine di quest’anno e sulla base di criteri condivisi realizzi un progetto e un programma di interventi per tutelare il nostro patrimonio ambientale e assicurare stabilità nel lavoro ai forestali”.

Il segretario Flai ha rilevato come “il lavoro forestale sia bersaglio continuo di luoghi comuni che non danno conto della realtà. Oggi ha detto- i forestali sono 21 mila (erano 35 mila nel 2005), in questi anni ci sono state una forte contrazione della spesa e la riduzione della forza lavoro. Se prendiamo in considerazione il parametro giornate di lavoro per ettaro individuato dalla stessa Regione- ha aggiunto- è di 18, 5. Secondo questo parametro in Sicilia si dovrebbero effettuare 3.300.000 giornate di lavoro, mentre nel 2017 ne sono state effettuare 2.600.000, molto meno dunque di quanto previsto dal parametro”.

Secondo la Flai “è necessario oggi orientarsi verso una green economy con scelte adeguate, con un progetto e un programma di interventi che tuteli e valorizzi l’ambiente e il lavoro dei forestali”.

“Questi ultimi- ha detto Russo- sono una risorsa, sono sentinelle indispensabili nella tutela del territorio e un loro utilizzo sulla base di un progetto consentirebbe alla fine risparmi ed eviterebbe disastri ambientali, come frane e crolli. E’ un’idea perversa e inaccettabile- ha aggiunto- quella che dipinge il lavoro forestale come un ammortizzatore sociale. La regione deve metterlo tra le priorità e investire di più sulla tutela del territorio perchè investire sull’ambiente come bene comune equivale a investire sulla vivibilità, sullo sviluppo , sulla salute delle persone”.

Per quanto riguarda il lavoro forestale la Flai ritiene che “stabilizzando la spesa nel settore si può presto arrivare ad avere due livelli occupazionali, come prevede la proposta del sindacato unitario: lavoratori a tempo indeterminato e 151/isti”