Di seguito stralci dell’intervento del Sindaco Carmelo D’Angelo all’inaugurazione del monumento bronzeo per l’onorevole Salvatore Lauricella a Ravanusa:

Se avessi dovuto scolpire su una lapide il sentimento profondo che oggi sento, avrei con piacere utilizzato le parole di Francesco Rutelli, che lui ha scritto di recente, ma che io ho depositato nel profondo del cuore fin da quel novembre del 1996 quando partecipai commosso a Palermo ai funerali di Lauricella e poi, a Ravanusa alla cerimonia funebre davanti il municipio, insieme a mio padre, democristiano e spesso oppositore in consiglio comunale di Lauricella, ma che mi ha insegnato Il rispetto, l’ammirazione, la stima anche verso chi la pensa diversamente: era un socialista, ma anche un democristiano deve essere orgoglioso di un socialista, Che poi diventato uno statista.
Sono riconoscente, scrive Rutelli, verso chi é venuto prima di me. Verso le conquiste, i successi, gli errori, i sacrifici che sono stati compiuti nel formicaio della storia umana.
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È stato per sei legislature, lo dico per le giovani generazioni, deputato nazionale del partito socialista Italiano, è stato presidente dell’assemblea regionale siciliana per un decennio, è stato ministro della Repubblica, della ricerca scientifica e dei lavori pubblici, é stato segretario regionale del partito socialista Italiano, è stato vice segretario nazionale del suo partito, è stato sindaco di Ravanusa, sia quando lo é stato sia quando non lo è stato, per quasi tutti i cinquant’anni della sua attività politica.
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Dalle cose semplici, ha costruito le cose grandi. Dice Seneca: colui che ha dato deve dimenticarsene subito, chi ha ricevuto non deve dimenticarlo mai.
Ecco il perché del monumento. Lauricella ha dato a questo paese le strade, la rete fognaria, le scuole, il campo sportivo, il palazzetto dello sport, la piscina, la biblioteca, il museo, il municipio, la metanizzazione, l’area industriale, la Diga Gibbesi e potrei continuare dimenticando sicuramente qualcosa.
Non si può fare politica in questo paese, in questa terra, se non facendo tesoro dell’opera e del pensiero di Lauricella. Ho trovato macerie quando mi sono insediato dietro la scrivania di Lauricella. Nessun progetto e nessuna idea di sviluppo per questo paese. Come se fossimo destinati all’oblio e alla rassegnazione e come se non avessimo avuto un grande pensatore. Siamo ritornati ad essere il paese più finanziato dalla provincia di Agrigento anche perché ho fatto tesoro delle parole pronunciate da Lauricella l’atto di insediamento come presidente dell’Ars nell’agosto del 1981: la programmazione come metodo di governo appare fattore indispensabile per poter raggiungere gli obiettivi.
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Ma sarebbe ingeneroso parlare di Salvatore Lauricella solo come sindaco e per le opere straordinarie che ha realizzato a Ravanusa.
Da lui abbiamo appreso la vocazione siciliana ad essere centro attivo di organizzazione delle necessarie integrazioni economiche sociali e civili tra Europa ed Africa comprendendo già quarant’anni fa che lo sviluppo della tendenza di liberazione di nuove organizzazioni di quei popoli, tema oggi di una attualità straordinaria, accusava l’esigenza di una più diretta compenetrazione di fattori economici tra i popoli dell’area euromediterranea. Sul tema della cooperazione mediterranea fu antesignano anche rispetto allo stesso Craxi, dentro il partito socialista, che arrivò con un decennio di ritardo rispetto a Lauricella a collocare questi temi nell’agenda della politica estera.
Come non si può non annoverare tra le tante cose il sostegno alle lotte contadine per la conquista delle terre e la vicinanza agli ultimi che non dimenticò neanche da ministro della Repubblica istituendo la legge sulla casa per l’edilizia economica popolare.
Ma Lauricella fu anche uno strenuo difensore dell’autonomia siciliana come strumento importante di democrazia e di autogoverno dei siciliani. Argomenti che introdusse nel dibattito politico siciliano con l’autorevolezza che lo contraddistingueva e con grande intelligenza politica.
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Scrive Bergson che senza la sopravvivenza del passato nel presente non vi sarebbe durata ma soltanto istantaneità.
Il pensiero e le opere di Salvatore Lauricella sono stati già dichiarati patrimonio di interesse storico culturale dall’Archivio di Stato. Questo potrà servire anche a formare nuove generazioni che sposino un comune denominatore e sviluppino un nuovo comune senso di appartenenza.
Con questa statua, io da cattolico credo molto nei segni, ho voluto sancire l’appartenenza di Totò Lauricella al patrimonio comune della città di Ravanusa. Dei socialisti che hanno avuto la fortuna di averlo dalla loro parte, e dei non socialisti che non hanno avuto la fortuna di avere un leader carismatico ed un politico lungimirante come Lauricella.
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