Qualcuno ha confuso l’aula consiliare come qualsiasi luogo di incontro ed è bene ricordargli che dentro la sala si è consiglieri

comunali e che tutti insieme formano l’assise cittadina, massima istituzione della città diretta espressione dell’elettorato.

Ci si aspetta, dunque, sia nella forma che nella sostanza un diverso modo di dibattere.

Non si può certamente licenziare l’opinione di un cittadino affermando semplicemente che “sono inaccettabili e pretestuose le critiche mosse  su qualche articolo web” o, peggio, cassare tradimento all’elettorato le dimissioni di un consigliere.

Dica piuttosto a fronte di cosa sono inaccettabili e pretestuose le mie critiche, meglio, le critiche di un cittadino di Naro.

A ben vedere, l’unico fatto inaccettabile è l’intervento infelice del consigliere.

Andiamo avanti e precisamente sulle dimissioni che costituirebbero a suo dire un tradimento.

Si tradisce se stessi, l’elettorato e la città quando si è improduttivi, non certamente abbandonando la carica dopo approfondite valutazioni circa i fattori esterni che impediscono il percorso al miglioramento della qualità di vita della collettività.

Tradirei me stesso, la mia famiglia, i miei amici e i miei concittadini, oggi standomene zitto, ma non starei in pace con la mia coscienza.

Nel gioco delle parti io, da tempo, ho scelto quello del cittadino, i consiglieri la loro parte, il sindaco la sua.

Intanto il gioco funziona solo se ognuno fa la sua parte.

Sbaglia una cittadinanza che rinuncia al proprio ruolo e non esercita il diritto di critica verso la politica, sbaglia la politica a negare o a sminuire questo sacrosanto diritto.

E’ chiaro a questo punto che non rinuncio al mio stato di cittadino e invito tutti ad indossare la maglietta di narese per insieme essere stimolo critico dei nostri eroi della politica locale.

Piero Ragusa