Primo ciak, questa mattina a Canicattì del film “La scomparsa di Pato” tratto dal libro di Andrea Camilleri. In città sono arrivati scenografi e tecnici per allestire le scene degli interni. La produzione ha sistemato le attrezzature nella zona di San Domenico dove si trova il palazzo La Lomia, oggi palazzo Giardina. Proprio in questo stabile Nino Frassica e Maurizio Casagrande hanno iniziato a girare le scene del film di Rocco Mortelliti che termineranno alle 19. Tre le location scelte dallo staff: due palazzi dell’800, nel centro storico di Canicattì, e un palazzo comunale che non ospita più uffici.
Le riprese, cominciate oggi, dovrebbero concludersi tra giovedì e venerdì ma in seguito la troupe si recherà nuovamente in città per altre riprese. Nel cast: Neri Marcorè, nel ruolo del protagonista Patò, Nino Frassica, Maurizio Casagrande, Alessandra Mortelliti, Gilberto Idonea, Flavio Bucci, Simona Marchini, Danilo Formaggia e Roberto Herlitzka. La regia è di Rocco Mortelliti, genero di Camilleri, che con Maurizio Nichetti e lo scrittore ha lavorato alla sceneggiatura del film. Le scene sono firmate da Biagio Fersini e la fotografia da Tommaso Borgstrom.
Il film, prodotto da “13 Dicembre” con il contributo dell’assessorato regionale ai Beni Culturali, sarà girato tutto in provincia di Agrigento con set anche a Naro, Porto Empedocle e nel capoluogo. Questa la trama del film: Un evento mirabile e misterioso s’è verificato in Vigàta il 21 marzo 1890, Venerdì Santo, durante la sacra rappresentazione della Passione di Cristo secondo il cavalier D’Orioles, popolarmente detta il “Mortorio”: il ragioniere Antonio Patò, direttore della locale sede della “Banca di Trinacria”, funzionario irreprensibile, marito integerrimo e padre amoroso di due vivacissimi bambini, oltre che apprezzato Giuda nella predetta rappresentazione, come da copione è precipitato, al termine di questa, nella botola approntata per aprirsi, con meravigliosa verosimiglianza, sotto i piedi del traditore di Cristo, ma non è più riemerso per ricevere l’applauso del pubblico e poi rientrare nei consueti suoi panni di cittadino modello. Scomparso nel nulla, volatilizzato. Ma unni sinni Patò? Ma dove se n’ è andato Patò? “Murì Patò o s’ammucciò?” si interroga una scritta comparsa su un muro di Vigàta la mattina del 23 marzo, Domenica di Pasqua: “Patò è morto o si è nascosto?”
È, quello che vogliono sapere la cittadinanza tutta, la derelitta, sconvolta moglie signora Mangiafico Elisabetta in Patò, il cognato Capitano del Regio Esercito Arnoldo Mangiafico, di stanza a Caltanissetta, e soprattutto S.E. il Senatore Pecoraro Grande Ufficiale Artidoro, Sottosegretario di Stato al Ministero dell’Interno, nonché altolocato parente dell’involato ragioniere. I casting per la scelta di attori e comparse si sono svolti a Porto Empedocle, Naro e Canicattì. In particolare, in quest’ultima città, sono state oltre 150 le persone che hanno partecipato ai provini per il ruolo di figurante.