Perché investire  o meglio perché si investe poco in Sicilia ? E’ un problema di contesto culturale ,è un problema di risorse o un problema di credibilità di  una regione che non sa attrarre investimenti,che non sa promuovere il territorio e che non sa mettere in evidenza la ricchezza culturale ,  paesaggistica e climatica della nostra isola? Certo l’instabilità politica  non ha aiutato la credibilità della Sicilia, si sono susseguiti quattro governi di cui quello attuale di tecnici che non ha dato  garanzie agli investitori, per non parlare della tanto agognata sburocratizzazione che procede lentamente.
La mafia è stato ed è un deterrente che ha scoraggiato chi vuole investire . Anche la mancata attuazione dello statuto siciliano con le prerogative che potevano aiutare lo sviluppo in Sicilia e il poco amore per l’isola dei parlamentari nazionali eletti in Sicilia che si sono sempre interessati poco dei problemi della loro terra  e continuano a non interessarsi. Da mesi infatti giace in  Parlamento la modifica all’articolo 36 dello statuto siciliano, da me voluto e approvato all’unanimità dall’Assemblea regionale, che qualora diventasse legge  potrebbe cambiare tante cose per la nostra terra.
La Sicilia è una terra dove in futuro sicuramente converrà investire perché possiede risorse naturali che tutti ci invidiano e perché sono intervenuti fattori nuovi quale una maggiore consapevolezza del cancro che rappresenta la mafia a cui occorre necessariamente aggiungere una nuova progettualità della classe politica siciliana finalmente all’altezza delle nuove sfide che l’economia globale impone.
Lo ha detto Michele Cimino,deputato regionale di Grande Sud,intervenendo al convegno sul tema “Perché investire in Sicilia” organizzato dall’ ISEL (Istituto di Documentazione, Ricerche e Formazione per gli enti locali ) associazione di cui è stato sempre un convinto sostenitore  in quanto  ha saputo sempre affrontare con la massima  serietà  le problematiche siciliane.