Si è svolto ieri sera il primo consiglio comunale di Campobello di Licata, gremita la sala del cinema dovi si è tenuta l’assise, dopo il giuramento dei consiglieri e la verifica di eleggibilità si è passati alla votazione per l’elezione del Presidente del Consiglio, il PD ha rimarcato che a seguito degli accordi sottoscritti pubblicamente con il MpA, avrebbe votato il candidato indicato dal gruppo politico MpA, a sorpresa il consigliere Mimmo Tascarella del PD ha proposto la sua candidatura in netto contrasto con la linea politica del suo partito.

MpA ha indicato come candidato alla carica di Presidente del Consiglio l’architetto Giuseppe Vinci, già Presidente nella scorsa legislazione, passati al voto si sono registrate 11 preferenze per Giuseppe Vinci, 8 per Mimmo Tascarella che ha ricevuto i voti dell’opposizione e 1 scheda bianca.

Proclamato neo Presidente del Consiglio Giuseppe Vinci, che ha dichiarato la sua disponibilità alla riduzione del 20% del suo emolumento,  si è passati all’elezioni del Vice Presidente che ha visto il consigliere Grova come protagonista ricevendo 11 voti.

Dopo il giuramento, il Sindaco Gianni Picone ha fatto una breve relazione su quanto svolto in questi primi 20 giorni e ha inoltre presentato la sua giunta, chiaro il messaggio di massima apertura nei confronti dell’opposizione attraverso la trasparenza e la partecipazione nelle varie fasi amministrative del comune quali l’incontro con i vertici della Dedalo Ambiente.

Il consigliere Gaetano Ragusa, dell’opposizione, ha preso atto dell’apertura auspicando una reale e concreta azione futura, ovvero che alle parole seguano i fatti.

La presidenza ha invitato i cittadini a partecipare alla riunione sulla protezione civile organizzata oggi dall’assessore Santina Accascio e a quella con le imprese per i Gal organizzata domani dall’assessore Giuseppe Sferrazza.

Costituiti inoltre i vari gruppi consiliari, al momento i consiglieri Amedeo Farruggio e Giovanni Nigro si sono riservati la partecipazione ai gruppi di opposizione preferendo mantenere entrambi la singola identità politica.