“Di fatto, siamo in regime di detenzione e non sappiamo perché”. Si esprime con durezza il sindaco delle Pelagie Giusi Nicolini di fronte all’ennesima emergenza che vede le sue isole in isolamento a causa dell’inefficienza cronica del sistema di trasporto marittimo che le dovrebbe collegare alla Sicilia. “A tutti i liberi cittadini è riconosciuto il diritto di muoversi all’interno del territorio nazionale, tranne che a noi. Eppure è un principio stabilito dalla Costituzione italiana, che – fino a prova contraria – dovrebbe essere applicata anche ai cittadini italiani che abitano nelle isole Pelagie. Ma non è così. Da mesi combattiamo per avere un mezzo di trasporto che consenta alle persone e alle merci di viaggiare da e verso la Sicilia. Da mesi sentiamo promesse, ma non vediamo soluzioni. Viviamo una situazione paradossale e indegna di un paese civile – aggiunge Nicolini -: nel 2013 una comunità intera si ritrova ostaggio di una nave, che è troppo vecchia e non può garantire il servizio di continuità territoriale, ma che la Compagnia delle Isole non vuole sostituire. Per lunedì 4 marzo è stato convocato in Regione il tavolo tecnico che si è già riunito senza esito a fine gennaio. Apprezzo le parole del presidente Crocetta che ha annunciato di aver disposto provvedimenti perché venga garantita la continuità territoriale con le Pelagie e mi auguro che questa sia la riunione decisiva”.
Da lunedì scorso la situazione si è aggravata a seguito della serrata da parte degli autotrasportatori e dei commercianti del pescato, che hanno indotto i pescatori a entrare in stato di agitazione e a impedire per tre giorni consecutivi l’attracco alla motonave. Ieri, invece, la nave non ha intrapreso il viaggio per le cattive condizioni meteo marine.
“Credo che non ci si renda conto di quel che significa isolamento in posti così piccoli e lontani. La sospensione del servizio di collegamento marittimo per molti giorni, talvolta per settimane, causa problemi che chi vive sulla terraferma non immagina. Oggi molte scorte alimentari sono esaurite, così come le medicine nella farmacia e nel poliambulatorio, le merci scarseggiano e i rifiuti si accumulano. A Linosa, dopo anni di lotte, ancora si aspetta l’attivazione dell’unica pompa di benzina”.
Il sindaco oggi ha fatto presente a tutte le Autorità che, anche con la ripresa dei collegamenti marittimi, la motonave Paolo Veronese non sarà in grado, da sola, di garantire gli approvvigionamenti indispensabili per ristabilire le condizioni di normalità sulle isole. Per questo ha chiesto di predisporre in via straordinaria uno o due viaggi speciali da effettuare con un mezzo ro-rò a rinforzo della Veronese.
“Pescatori e commercianti del pescato sono i più colpiti dal disagio e vanno aiutati anche con misure di compensazione dei danni subiti, ma chiedo loro di sospendere la protesta, almeno fino all’esito del Tavolo di lunedì, o di trovare forme alternative di protesta– aggiunge infine il sindaco . Bloccare l’attracco della motonave, infatti, non fa che aumentare il danno e i già enormi disagi a carico dei cittadini delle Pelagie”.
Oggi i pescatori hanno comunicato al Sindaco che torneranno a pescare, appena le condizioni del tempo lo consentiranno. E che, se non riusciranno a spedire il pescato con la nave, sono pronti a buttare il pesce per strada davanti al Palazzo Municipale come estremo gesto di protesta.