L’ANCE (Associazione Nazionale Costruttori Edili) di Agrigento, scrive una lettera aperta per fare chiarezza sul blocco dei lavori che perdurano dallo scorso giugno, circa il raddoppio della Ss. 640 Agrigento – Caltanissetta. Lavori che avrebbero dovuto essere completati entro giugno 2013. Una lettera accorata inviata al presidente Anas Pietro Ciucci, al prefetto di Agrigento Francesca Ferrandino e al prefetto di Caltanissetta Carmine Valente, al Presidente della Regione Rosario Crocetta, all’assessore alle Infrastrutture Nino Bartolotta e al presidente Ance Paolo Buzzetti. Si legge: “I lavori primo lotto dell’appalto per il raddoppio della Ss 640 Agrigento-Caltanissetta, sono stati fermati a giugno 2012 e nonostante, vari annunci più o meno ufficiali ad oggi non si intravedono concrete iniziative affinché gli stessi riprendano. Né è dato sapere quali reali motivazioni stanno alla base della interruzione dei lavori. L’opera avrebbe dovuto essere completata nel giugno 2013, termine impossibile da rispettare, ma quello che interessa principalmente è la grave preoccupazione che le risorse destinate alla realizzazione di un opera attesa da anni, dagli operatori economici, dai lavoratori, dalle popolazioni delle due provincie e non solo, cittadini che tristemente hanno partecipato in passato con un drammatico tributo di vite rubate a causa della inadeguatezza del precedente percorso, si perdano nei meandri di altre destinazioni, con ciò rendendo impossibile la realizzazione dell’opera. Si tratterebbe dell’ennesimo esempio di ciò che lo Stato non deve fare: non concludere mai quello per cui è richiesto il suo intervento, lasciando il territorio nella sua cronica povertà di infrastrutture. Timore, fra l’altro, rafforzato dal fatto che, a quanto risulta, il Contraente generale avrebbe richiesto all’Anas di trasferire su altre opere le somme stanziate per il completamento Ss. 640 Agrigento-Caltanissetta. Se così fosse saremmo veramente alla beffa delle popolazioni coinvolte.
Ed ancora: “Lo stato di abbandono nel quale vengono lasciate le opere finora realizzate, sta provocando il danneggiamento dei manufatti e del manto stradale, siamo cioè al paradosso di un opera non ancora terminata e che rischia di creare danni alla pubblica incolumità, e non solo prima ancora della sua ultimazione, con le conseguenze immaginabili in termini di danni a terzi con le conseguenti rivalse. L’Ance lamenta poi: “Il danno procurato all’economia, alle imprese e all’occupazione, del blocco dei cantieri della principale opera pubblica appaltata in Sicilia negli ultimi anni e inaugurata a più riprese dalle principali autorità statali e politiche; Lamenta il grave disagio prospettato dalle imprese coinvolte nella realizzazione dell’opera che a vario titolo lamentano i gravi ritardi nei pagamenti, nonostante l’Anas, da quel che risulta, abbia regolarmente saldato al Contraente generale gli stati di avanzamento dei lavori”.Chiede quindi ai destinatari della missiva: “Di intervenire per fare chiarezza sul futuro di questa infrastruttura, sulla volontà di portarla a compimento e sulla efficacia delle risorse pubbliche sin qui spese, verificando le reali motivazioni alla base dei ritardi ed adottando ogni utile iniziativa che si ritiene necessaria affinché venga superata la situazione di stallo in cui si versa, avviando concretamente i lavori, ed evitando per tempo il sorgere di inevitabili contenziosi”.Una lettera appello insomma finalizzata a fare ripartire i lavori e a fare pagare il dovuto alle imprese subappaltatrici ed ai fornitori.