“E’ un errore chiudere la tensostruttura della Protezione Civile di Porto Empedocle”. -E’ quanto ha dichiarato stamane il deputato regionale e leader di Voce Siciliana, l’on. Michele Cimino, intervenendo sulla paventata chiusura del presidio empedoclino, che attua le misure di assistenza ai migranti, previsti dall’art. 20 del T U sull’ Immigrazione, garantendo da subito vitto, alloggio e assistenza sanitaria di base. “Non esistono- ribadisce Cimino- altri presidi a livello locale, come previsto dal Piano Nazionale per l’accoglienza dei migranti su tutta la costa agrigentina, altrettanto idonei per logistica e collegamenti stradali, utili allo svolgimento delle operazioni di prima identificazione e smistamento dei migranti. Interventi svolti in passato, nel rispetto della dignità umana del migrante ed al contempo senza interferire da nessun punto di vista con le attività portuali. Basta soltanto potenziare la presenza dei volontari adeguatamente coordinati. In provincia di Agrigento- continua Cimino- esiste un eccellente realtà associazionistica del volontariato, che può, se ben valorizzata, apportare un ottimo contributo nella pianificazione delle attività in ordine alla prima accoglienza. In passato non si sono mai registrati episodi di fuga in massa. La Protezione Civile si fonda sull’ attività del volontariato e, gli “angeli in divisa” hanno sempre ben collaborato con le Forze dell’ Ordine per gli aspetti, non secondari, dell’assistenza socio- sanitaria. Determinate operazioni di primo soccorso e ristoro devono essere svolte obbligatoriamente, dopo 12 ore di viaggio bisogna fornire la giusta assistenza alla persona, prima dei successivi trasferimenti. I migranti- conclude Cimino- non sono bestie . E’ un problema umanitario e, non solo sindacale.