I dirigenti regionali di Legacoop  ammettono che il centro di accoglienza di contrada Imbriacola di Lampedusa gestito da un loro consorzio al quale il ministro dell’Interno Alfano ha dato il benservito dopo lo scandalo del video schock sul trattamento antiscabbia riservato ai migranti, “è un vero e proprio lager e va chiuso”. Questo l’esito dell’ispezione che tre dirigenti della Legacoop hanno condotto nei giorni scorsi sull’isola incontrando i 17 immigrati rimasti nel centro e visitando la struttura. La responsabile di Legacoopsociali in Sicilia Angela Maria Peruca, il direttore regionale Pietro Piro e il vicepresidente regionale Filippo Parrino hanno visto camerate indecenti, allagate dall’acqua che viene fuori dai rubinetti dei bagni dei piani di sopra, ruggine e sporcizia ovunque, materassi fradici e un’infermeria indegna di un paese civile.  I dirigenti di Legacoop che nei prossimi giorni formuleranno una richiesta al ministro  Alfano che ha deciso di revocare l’appalto a consorzio “Lampedusa accoglienza” hanno ribadito la rimozione dei vertici della struttura e hanno stigmatizzato che non fossero stati proprio loro nei mesi precedenti a denunciare le drammatiche condizioni di vita all’interno del centro. Condizioni delle quali – aggiungono – avrebbero però dovuto accorgersi le tante delegazioni di politici, di operatori umanitari e le forze dell’ordine che accedono continuamente nella struttura.