Via libera del collegio dei commissari europei alla proposta legislativa dell’esecutivo comunitario, che introduce un meccanismo d’emergenza per il ricollocamento intra-Ue di 40 mila richiedenti asilo: 24mila dall’Italia e 16mila dalla Grecia, in 24 mesi.
Il meccanismo d’emergenza si applicherà solo a migranti siriani ed eritrei, che sono arrivati nei due Paesi dopo il 15 aprile scorso. Secondo la proposta legislativa approvata oggi dalla Commissione Ue, il meccanismo d’emergenza per il ricollocamento si applicherà a siriani ed eritrei, che sono arrivati nei due Paesi dopo il 15 aprile di quest’anno. La Commissione europea targata Juncker volta, dunque, pagina sull’immigrazione, dopo gli anni di inerzia a cui ci aveva abituato l’esecutivo Barroso. Ma la sfida ora è vincere il muro di ostilità di una decina di capitali, pronte a frenare la fuga in avanti di Bruxelles
LA RIPARTIZIONE. Dei 24mila richiedenti asilo che saranno trasferiti dall’Italia, in due anni verso gli altri Stati Ue, secondo la proposta legislativa della Commissione Ue presentata oggi, il maggior numero andrà in Germania, 5.258 (21,91%); Francia, 4.051 (16,88%) e Spagna, 2.573 (10,72%). Italia e Grecia, in quanto Paesi beneficiari dell’iniziativa sono esentati dai ricollocamenti, mentre Gran Bretagna, Danimarca e Irlanda godono di clausole di eccezione.
Londra e Copenhagen hanno fatto sapere di non voler partecipare; mentre l’Irlanda ha manifestato aperture alla possibilità di “opt in” per fare la propria parte, ma in questa fase non è stata considerata nei conteggi, che comunque potranno essere rimessi in discussione durante il consiglio dei ministri dell’Interno Ue il 15 giugno, e nel vertice dei leader dei 28, il 26 giugno.
LA MISSIONE. L’area operativa di Triton viene estesa a 138 miglia nautiche a sud della Sicilia. Annunciato il nuovo piano della missione, alla luce dell’aumento di fondi e mezzi. In estate, stagione di picco per gli sbarchi, saranno schierati 3 aerei, 6 navi d’altura, 12 pattugliatori e 2 elicotteri.
Frontex, inoltre, stabilirà una base regionale in Sicilia da dove coordinerà l’operazione Triton, in sostegno delle autorità italiane. “L’Italia ha dovere di risolvere il problema assieme all’Ue”, afferma il premier Matteo Renzi, ribadendo che l’Italia “andrà a riprendere quel barcone e daremo sepoltura a quelle persone, non erano numeri ma persone” dimostrando di volere, così, che il leader Ue “non girino la testa, non possono inabissare le loro coscienze” alle centinaia di metri di profondità dove è il barcone della strage.
“Nei prossimi decenni i flussi migratori avranno un forte incremento, nonostante la crescita economica in Africa”, e quindi il fenomeno va “governato senza demonizzarlo, con lucidità e realismo”, dice il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni. L’impegno europeo, aggiunge, deve indirizzarsi sulle “cause economiche dell’immigrazione nei paesi d’origine” e sul “contrasto del traffico di esseri umani nei paesi di transito”.
GLI EURODEPUTATI SICILIANI. Michela Giuffrida (Pse) ricorda di aver chiesto, “con una interrogazione alla Commissione europea, che ruolo, funzione e dotazione finanziaria dell’Agenzia Frontex venissero rafforzati e che si istituisse un ufficio operativo in Sicilia. Le misure adottate rappresentano un importante passo avanti verso la piena consapevolezza di una problematica che, fino ad oggi, l’Italia ha dovuto affrontare da sola. Catania, già esempio di accoglienza e supporto operativo eccellente, anche sul fronte giudiziario, è certamente la sede naturale per ospitare la base di Frontex nel Mediterraneo”.
“Molto resta invece da fare, dopo quanto approvato oggi dalla Commissione europea, per una vera politica di immigrazione. Siamo però ottimisti perché il 26 giugno il summit dei capi di Stato e di Governo si esprimerà a maggioranza. Auspichiamo infatti – conclude Giuffrida – che si raggiunga una piena condivisione di approccio e di intervento alla tragedia umanitaria che si consuma nel Mare Nostrum. Quella condivisione che proprio oggi, in aula, ha nuovamente sollecitato anche il Segretario Generale dell’Onu Ban Ki-Moon”.
Cauto anche Salvo Pogliese parlamentare europeo di Forza Italia e membro della commissione Libe (Libertà civili e Affari interni). “Le proposte per affrontare l’emergenza dell’immigrazione, approvate oggi dalla Commissione europea, sono un timido passo in avanti ma si poteva e doveva fare di più per sostenere l’Italia che dovrà ancora sobbarcarsi costi e disagi di un esodo che sembra senza fine”.
“Ci chiediamo – continua l’europarlamentare – che fine dovranno fare gli immigrati arrivati sulle nostre coste prima dello scorso mese di aprile e ancora ospitati nei centri siciliani e italiani ed in buona parte clandestini, e gli immigrati di nazionalità diverse da quella siriana ed eritrea. La risposta sembra essere sempre la stessa: sarà ancora una volta l’Italia a doversene occupare, con immani costi economici e sociali. E ciò è inaccettabile. Il sistema delle cosiddette quote di ripartizione degli immigrati – conclude l’on. Salvo Pogliese – deve essere integralmente, senza distinzioni temporali e di nazionalità dei migranti, applicato a tutti i paesi dell’Unione e, parimenti, si deve immediatamente e necessariamente rivedere l’accordo di Dublino oggi anacronistico e non in grado di affrontare l’emergenza immigrazione che sta investendo l’Europa”.
L’eurodeputato Giovanni La Via (Ap/Ppe), propone Catania per ospitare la base Frontex perché “ha tutte le caratteristiche in cui coordinare l’operazione Triton e lavorare in stretto contatto con gli ufficiali di collegamento di Europol, Eurojust, dell’Ufficio Ue d’asilo (Easo), a sostegno delle autorità italiane. Quella di avere una sede operativa in Sicilia é una decisione importante, che permetterà a Frontex di meglio gestire l’emergenza attuale, da vicino, e non dalla sede di Varsavia, con una più netta presenza sul campo che garantirà azioni tempestive ed efficaci”.
“In tal senso ribadirò al Direttore esecutivo di Frontex, Dr. Fabrice Leggeri, come già fatto con il Presidente Schulz, che Catania – che nel solo 2014 ha accolto oltre 150mila migranti -rappresenta la sede ideale per la nuova base, anche da un punto di vista giudiziario e di polizia. Basti ricordare l’egregio lavoro svolto dalla Procura etnea nel condannare gli scafisti che il 12 maggio del 2014 causarono la morte di 17 migranti – conclude l’eurodeputato”.
















