Dire che l’acqua è il bene essenziale per eccellenza dell’umanità è tanto superfluo quanto banale. Assistere al dibattito politico che si sta sviluppando nella provincia di Agrigento a seguito dell’interdittiva antimafia emessa dal Prefetto  di Agrigento nei confronti di Marco Campione, presidente della società Girgenti Acque che  gestisce il servizio idrico in provincia,  è invece  quanto di più surreale, fuorviante e meschino possa capitare ai cittadini che di tutto hanno bisogno meno che di scontri e contrapposizioni,  utili solo per chi cerca di conquistare facili  consensi, non pensando ai gravi danni che possono derivare da prese di posizione fortemente errate e frutto solo di facile e disinformata demagogia.

E’ surreale perché tutte le parti in causa, piuttosto che rifarsi alle leggi dello Stato e della Regione attualmente in vigore, trattano l’argomento come se queste non esistessero, rifacendosi alle soluzioni adottate dai diciassette comuni c.d. “ribelli”, come vengono definiti, in violazione delle leggi esistenti, oppure ipotizzando l’applicazione di norme e articoli della L.R. n. 19/2015, già bocciati dalla Corte Costituzionale, e facendo riferimento a  fantomatici “mini ambiti”, “sub ambiti”,  “gestioni in house” e “al sesso degli angeli”. Fare valere diritti come punire violazioni di obblighi o doveri vale anche per la politica come per qualunque cittadino o istituzione che sia.

Fuorviante perché queste affermazioni stanno creando tanta confusione fra i cittadini che non riescono a comprendere come sia possibile che si ipotizzino scenari tali da far rischiare dall’oggi al domani la situazione aberrante eppure possibile che non ci sia più nessuno che possa fornire un servizio assolutamente essenziale. Siamo tanto all’assurdo che già qualche cittadino è arrivato a chiedere se si devono ancora pagare le bollette che man mano si ricevono.

Meschino perché su un argomento tanto importante come quello dell’acqua il cittadino finisce sempre con l’essere considerato e trattato come un futuro “elettore” e mai che invece ci si preoccupi  soltanto … di come porre rimedio ai suoi problemi.

Molto semplicemente, al punto in cui siamo, l’ATI deve solo decidere se a sostituire il gestore Girgenti Acque debba essere una società privata o pubblica, come ad esempio un’azienda speciale consortile, un consorzio di comuni o comunque un ente di diritto pubblico, così come ce ne sono tanti in Italia. Mentre ancora una volta e soprattutto in questo campo le chiacchere stanno a … zero.

                                                                         

                                                                                 Il coordinatore   Inter.Co.PA

Franco Zammuto