Domenica mattina, 17 Marzo 2019 alle ore 11, in via Guglielmo Marconi, deporremo una ghirlanda di fiori sul luogo della barbara uccisione di Vincenzo Di Salvo, operaio e sindacalista assassinato il 17 marzo 1958. L’iniziativa è stata promossa dalla FILLEA CGIL,  dall’Associazione “A testa alta”, la Libera, dal Comune di Licata.

 Vincenzo Di Salvo, quando fu ucciso aveva trentacinque anni ed era sposato e padre di due figli.

Quella di Di Salvo, che segue un lungo elenco di sindacalisti assassinati per mano mafiosa in Sicilia,  è una storia di grande impegno sociale e sindacale, di coraggio, solidarietà e altruismo; una storia sepolta nell’oblio per sessant’anni, riscoperta, documentata e consegnata da “A testa alta” alla società civile.

Siamo grati ad “A testa alta”, associazione, impegnata da diversi anni in un’intensa attività di denuncia e sensibilizzazione, per averci fatto riscoprire il dovere della memoria di questa nostra vittima.

Si deve ad “A testa alta” l’aver tirato fuori dai polverosi archivi documenti su documenti, raccogliendo tutto un voluminoso incartamento processuale che ricostruisce la sequenza dei fatti a partire dal sopralluogo effettuato nei primissimi istanti dai Carabinieri di Licata fino alla condanna definitiva a quattordici anni di carcere per Salvatore Puzzo, giudicato responsabile dell’omicidio del sindacalista licatese.

L’anno scorso, in occasione del 60° Anniversario, il Deputato Regionale Claudio Fava mise in campo una iniziativa parlamentare volta a “procedere, anche attraverso mirati interventi, al pieno recupero della memoria dei fatti che hanno visto coinvolto il giovane sindacalista, al fine di consegnare alla cittadinanza di Licata e della provincia di Agrigento la figura e il sacrificio del Di Salvo e mantenerne vivo l’esempio nonché la stretta correlazione tra lotta per i diritti dei lavoratori e violenza mafiosa”.

Noi chiediamo che questo atto di giustizia, di riconoscimento storico di quell’omicidio venga compiuto, ovviamente non restituirà a Noi ed ai suoi Cari Familiari l’immenso dolore di una perdita, ma il giusto risarcimento storico. Ci auguriamo e ci appelliamo agli altri Parlamentari Agrigentini all’ARS affinché sostengano questa legittima richiesta di riconoscimento attraverso l’inclusione di Vincenzo Di Salvo tra le vittime della mafia.