Prosegue la battaglia sindacale portata a livello nazionale per dire no all’autoproduzione nei porti siciliani. “No all’autoproduzione senza regole, il governo nazionale accolga la proposta emendativa al decreto rilancio presentata dai sindacati. La pretestuosa confusione interpretativa di buona parte della compagine armatoriale e datoriale penalizza da un lato i lavoratori portuali che, illegittimamente, vedono sottrarsi il lavoro e dall’altro danneggia i lavoratori marittimi che, conseguentemente, vengono impiegati in operazioni che mettono a rischio la loro salute e la loro sicurezza per via di una mole di lavoro a dir poco massacrante”. Cosi anche le segreterie regionali di Cgil Cisl Uil Trasporti Domenico Seminara Filt Cgil, Nino Napoli Fit Cisl e Benedetto Buccafusca Uiltrasporti sostengono la protesta e chiedono alcune correzioni importanti sulla sua applicazione.

“In queste ore si gioca una partita molto importante riguardo al destino del lavoro portuale e marittimo italiano e le notizie che arrivano da Roma sono tutt’altro che incoraggianti. La mancanza di volontà di voler mettere una volta per tutte la parola fine a situazioni a dir poco fantasiose sull’applicazione dell’autoproduzione nei porti è un segnale che espone tutto il settore portuale e marittimo a derive dannose che non possono non farci alzare la guardia” .
I tre sindacalisti aggiungono, “il rispetto del lavoro marittimo e del lavoro portuale rappresenta un fronte su cui mai smetteremo di lottare. Se si vogliono rendere i porti italiani competitivi, non sarà certamente attraverso forme di dumping, di deregolamentazioni, di mancanza di sicurezza, che si potrà realizzare un obiettivo così importante e fondamentale per lo sviluppo del Paese. È esattamente in questa direzione che va interpretato l’emendamento: la lotta per la difesa dei diritti non si fermerà di fronte a un diniego su un tema così delicato”.