Il prossimo ballottaggio elettorale di Canicattì – come a Favara e a Porto Empedocle – si svolge sotto l’Ombra dell’on. Di Mauro, che, da quasi 40 anni, è sulla scena politica agrigentina, condizionandola pesantemente. Non abbiamo timore di scrivere questo articolo, perché abbiamo frequentato il Centro Arrupe di Palermo, la sede della scuola politica costituita dai gesuiti padre Ennio Pintacuda e padre Bartolomeo Sorge, i quali furono davvero i protagonisti della Primavera palermitana, negli anni più cupi della recente storia, periodo in cui le scelte politiche erano fatte contro il popolo e contro il bene Comune, allontanando il Palazzo dalla gente.

Non è stata una scelta indovinata per il candidato Sindaco Vincenzo Corbo il sostegno elettorale dell’on. Di Mauro. Corbo non ci ha guadagnato: avrebbe potuto giocare la battaglia elettorale senza l’Ombra e il sostegno elettorale dell’on. Di Mauro e, probabilmente, vincere senza un interlocutore così ingombrante. E Canicattì non ha bisogno di Ombre ingombranti, ma di persone che si mettano a servizio della città.

Dispiace davvero, perché siamo fermamente convinti che del ruolo ingombrante dell’on Di Mauro nessun beneficio riscuoterà la città di Canicattì, come già è avvenuto con l’Amministrazione Di Ventura, la quale ha dovuto operare con la palla al piede per la presenza in Giunta della componente politica di Di Mauro. Una presenza che ha condizionato le scelte politiche dello stesso Sindaco Di Ventura.

Lo stesso scenario adesso si sta ripetendo ad Agrigento con il Sindaco Miccichè, di cui sappiamo le gravi difficoltà per Amministrare Agrigento. Con dovuto rispetto per il candidato Corbo, davvero desideriamo scongiurare che questo possa ripetersi a Canicattì, dopo la triste esperienza vissuta dall’Amministrazione Di Ventura.

La prossima scelta è davvero delicata, piaccia o meno, tra conservazione e rinnovamento, tra chi vuole guardare al passato e chi, invece, guardare al futuro al fine di mettere sul tappeto problemi seri, delicati: non è possibile che la tassa sui rifiuti da 75 euro annuo sia passata, in quindici anni, a 500 euro l’equivalente di una pensione sociale, sconquassando i bilanci comunali. Canicattì vive una depressione che si coglie sotto gli occhi di tutti: poche persone per le strade, negozi semivuoti, anziani abbandonati, giovani emigrati….

Mai s’era verificato che il 50% della popolazione non andasse a votare, cioè non esercitasse il diritto di voto, sancito dalla costituzione: da quella Carta per la quale i nostri Padri hanno sofferto, lottato, sacrificato i propri ideali. La scarsa affluenza elettorale, destinata a peggiorare nel prossimo ballottaggio, è indice di una politica malata, che ha bisogno di un forte risveglio, di un Nuovo Masaniello per cambiare davvero, per far nascere una nuova primavera, dopo il lungo inverno.

Non è nostra consuetudine firmare un articolo di opinione politica con la dicitura ‘storico’, ma questa volta l’abbiamo fatto perché da cinquant’anni siamo memoria storica della politica agrigentina e perché, avendo scritto diversi volumi di storia – ormai più di cinquemila pagine –ci siamo guadagnati sul campo questo appellativo di ‘storico’: abbiamo trascorso buona parte della mia vita a studiare documenti per interpretare protagonisti e personaggi.

Enzo Di Natali – storico-