Per questa estate uno stabilimento balneare su due manterrà gli stessi prezzi del 2021 nonostante gli aumenti di tutte le forniture. Lo dice una rilevazione dello “Centro Studi” CNA Sicilia per CNA Balneari Sicilia, cui aderiscono gli stabilimenti dell’isola.

Si tratta di una rilevazione sui prezzi applicati dagli operatori per la stagione 2022, ormai ampiamente avviata. Su un campione di 100 operatori, distribuiti su tutta l’isola, emerge un dato estremamente significativo: il 50% degli operatori intervistati manterrà gli stessi prezzi del 2021. L’indagine è riferita ad un campione largamente rappresentato da strutture con bar e ristorante (75%) o semplicemente solo di bar (25%).

Rispetto ai dati provinciali, in tutti i territori il 50% degli operatori dichiara di non aumentare le tariffe, mentre si registrano delle differenze nella quota rimanente d’intervistati: a Siracusa, Catania, Trapani e Agrigento l’altra metà d’imprese prevede aumenti non superiori al 5%; nei territori di Messina, Palermo, Ragusa e Caltanissetta 1 operatore su 4 prevede aumenti del 5% ed un altro operatore su 4 incrementi entro il 10%.

“Ancora una volta un racconto distorto”
“Sappiamo bene quanto impatti oggi l’aumento dei costi sulle imprese, per le utenze, e per i prodotti – dicono i vertici di CNA Balneari Sicilia – così come per i lavori e manutenzioni ma anche quest’anno gli operatori hanno reagito con attenzione senza aumentare sensibilmente i prezzi verso l’utenza. È un dato rilevante – spiegano il coordinatore regionale Gianpaolo Miceli e il presidente Gugliemo Pacchione – che sentiamo di richiamare ed evidenziare anche in ragione di un racconto di questi giorni che tocca probabilmente dei casi eclatanti ma che non rende merito a una categoria strategica per il turismo siciliano e non solo, troppo spesso presa di mira e oggi a serio rischio di essere messa in liquidazione per scelte scellerate e ciecamente punitive da parte delle Istituzioni Politiche. E lo hanno sulla base di un principio che, ancora una volta, viene applicato senza tenere conto delle peculiarità italiane e della effettiva scarsità della risorsa-costa”.