Con determina dirigenziale del settore Lavori pubblici , Urbanistica e Manutenzione, disposta dal Comune l’integrazione della somma euro 2.858 all’intervento ‘Incarichi legali’, per consentire la prosecuzione del giudizio, al fine di evitare danni erariali all’ente. Il procedimento è relativo alla controversia intrapresa nei confronti dell’ Iacp di Agrigento. L’atto amministrativo trasmesso al sindaco e al segretario comunale.
Giovanni Blanda

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Per quello che né so io. L’ IACP. di Agrigento, ha un’avvocatura interna.
E non credo che si possano inventare delle cretinate !
A cosa serve la visura catastale ?
La visura catastale viene rilasciata dall’ufficio del Catasto, ossia dall’Ufficio provinciale – Territorio, presso l’Agenzia delle Entrate.
La finalità del Catasto è segnatamente fiscale e, diversamente da quanto comunemente si pensa, non stabilisce la proprietà dei beni immobili.
Differenza tra visura catastale attuale e quelle storica.
La visura catastale attuale dà informazioni che riguardano l’immobile e sono aggiornate al periodo più recente.
Quella storica, invece, oltre alla situazione attuale mostra anche le informazioni relative alla storia di un immobile o terreno permettendo, per esempio, di conoscere i dati delle persone che negli anni hanno avuto la proprietà del bene.
A cosa serve la visura catastale storica ?
La visura catastale storica permette di consultare e acquisire lo storico di :
i dati identificativi e reddituali di terreni e fabbricati.
i dati anagrafici delle persone intestatarie dei beni.
le mappe catastali e le planimetrie.
le monografie dei Punti Fiduciali e dei vertici della rete catastale.
l’elenco subalterni e la rappresentazione grafica.
gli atti di aggiornamento catastale.
Che cosa è l’atto notarile ?
L’atto notarile (o rogito o istrumento) è il documento redatto dal Notaio con le prescritte formalità. Il documento rogato fa prova legale dei fatti e atti giuridici che il Notaio stesso attesta che siano stati compiuti da lui o che siano avvenuti in sua presenza.
Cosa succede dopo l’atto notarile ?
Le attività che il Notaio deve svolgere dopo il rogito sono :
Registrazione dell’atto presso l’Agenzia delle Entrate; Trascrizione presso i pubblici registri immobiliari in modo tale da far conoscere la titolarietà del bene; voltura catastale.
In compravendita immobiliare , paga il Notaio, chi compra. Non chi vende !
Come faccio a sapere se un terreno è agricolo o edificabile ?
Si dovrà eseguire una visura catastale al catasto fabbricati. La destinazione del terreno presente al catasto terreni è quella puramente agricola, pascolo, frutteto, seminativo ecc., se il terreno è edificabile o meno non va ricercato al catasto, ma nel PRG del Comune interessato.
Che cosa dispone la L. 241/90 in materia di accesso agli atti ?
La L. 241/90, prevede che l’accesso ai documenti, attese le sue rilevanti finalità di pubblico interesse, costituisce un principio generale dell’attività amministrativa, finalizzato a favorire la partecipazione dei privati e ad assicurare l’imparzialità e trasparenza dell’azione amministrativa.
L’accesso agli atti è il diritto di prendere visione ed estrarre copia di documenti amministrativi.
Chi ha diritto di accedere ai documenti amministrativi secondo la L 241/90 ?
Secondo l’art. 22 della Legge 341/90.
Possono richiedere l’accesso agli atti, tutti i cittadini, società e associazioni, compresi quelli portatori di interessi pubblici o diffusi, che abbiano un interesse diretto, concreto ed attuale, collegato al documento amministrativo di cui si chiede l’accesso.
Quanto tempo ci vuole per avere l’accesso agli atti ?
Il procedimento di accesso deve concludersi nel termine di 30 giorni decorrenti dalla presentazione della richiesta all’ufficio competente. Qualora la richiesta sia irregolare o incompleta, l’amministrazione, entro 10 giorni, ne da’ comunicazione al richiedente, tramite posta elettronica ordinaria o certificata.
Qual è il valore legale di una scrittura privata ?
L’articolo 2702 del Codice Civile afferma: “La scrittura privata fa piena prova, fino a querela di falso, della provenienza delle dichiarazioni da chi l’ha sottoscritta, se colui contro il quale la scrittura è prodotta ne riconosce la sottoscrizione, ovvero se questa è legalmente considerata come riconosciuta.
Per esperienza personale mia.
Da queste parti, c’è gente che non solo ha finito di lavorare. Ma ha anche finito di studiare !
Cosa si intende per ognuno per i propri diritti ?
Quando la titolarità non risulta iscritta in Catasto per i seguenti motivi:
– ad un atto pubblico non è seguita la presentazione della domanda di voltura;
– la domanda di voltura era imprecisa o ancora può anche verificarsi che esiste soltanto una scrittura privata non trascritta.
Cos’è la nota di trascrizione di un atto notarile ?
Con il termine ‘nota di trascrizione’, o più precisamente ‘nota di trascrizione catastale’ si intende l’atto con cui si certifica la registrazione all’interno dei Registri Immobiliari di un atto di compravendita immobiliare, di variazione di stato di un bene (pignoramento, ipoteca, etc). La nota di trascrizione immobiliare di fatto ufficializza il trasferimento dei diritti di proprietà relativi ad un immobile, pena l’inefficacia del passaggio di proprietà.
Come cambiare proprietario al catasto ?
Per aggiornare i trasferimenti di proprietà dell’immobile è necessario presentare al catasto almeno 30 giorni prima, la voltura catastale emessa dal Notaio che si è occupato della compravendita, donazione, trasferimento di proprietà in questione.
Cos’è la voltura catastale ?
Con la domanda di voltura il contribuente comunica all’Agenzia che il titolare di un diritto reale su un immobile è un’altra persona. Ciò si verifica, ad esempio, dopo un passaggio di proprietà di una casa, il trasferimento di un usufrutto o una successione. Questo modello, infatti, deve essere presentato per aggiornare le intestazioni catastali e consentire in questo modo all’Amministrazione finanziaria di adeguare le situazioni patrimoniali.
Chi deve fare la voltura catastale ?
Sono tenuti a presentare la domanda di voltura coloro che devono registrare gli atti con cui si trasferiscono diritti reali su immobili, ossia:
i privati, per successioni ereditarie e riunioni di usufrutto,
i notai, in relazione agli atti da essi rogati, ricevuti o autenticati,
i cancellieri giudiziari per le sentenze che hanno registrato,
i segretari o delegati delle amministrazioni pubbliche per gli atti stipulati nell’interesse dei rispettivi enti.
Per chiudere.
Non è un mio problema personale !
CanicattiWeb.
Per rispondere ad un Signore Lettore di commenti, che a quanto pare, sono più importanti delle stesse notizie che mettete.
Non solo. Ma anche il foglio di mappa.
Che un Giudice di Tribunale, può usare come Extrema Ratio.
Carte in mano, e ti dimostro che in Italia il Catasto, non è affidabile neanche al 50%
Cosa vuol dire Voltura d’Ufficio ?
Con la domanda di voltura il contribuente comunica all’Agenzia che il titolare di un determinato diritto reale su un bene immobile non è più la stessa persona ma un’altra, per esempio dopo un passaggio di proprietà di una casa, di un terreno, il trasferimento di un usufrutto o una successione.
La voltura catastale può essere presentata da uno dei nuovi proprietari dell’immobile oggetto di voltura o da un professionista delegato, come un notaio, un geometra, un architetto, ecc, o un centro di assistenza fiscale, caf, patronato, associazione consumatori.
Cosa significa “Immobile soppresso” ?
Per soppressione si intende la cancellazione dell’unità immobiliare ovvero della scheda catastale rappresentante l’unità immobiliare.
Questo può avvenire per diverse cause:
– la più comprensibile eliminazione fisica (demolizione)
– per variazioni come ad esempio la fusione
– annessione dell’unità ad un’ altra.
In questo caso sono soppresse le due unità madri e viene creata una nuova unità con un nuovo numero.
Quindi i possibili casi sono molteplici ma tutti riconducibili alla eliminazione di quella unità per una qualsiasi variazione.
La graffatura poi è una particolare rappresentazione di come una porzione viene unita ad un altra porzione (diventano una unica unità immobiliare), che però non appartengono alla stessa particella.
Cosa si intende per ente urbano ?
L’ente urbano (e.u.) sta ad indicare che su di un determinato terreno (o vicino ad esso) è stato edificato un fabbricato; non è mai volturabile. Il passaggio della particella dal catasto terreni ad ente urbano avviene con l’accatastamento del relativo fabbricato.
Che significa area di enti urbani e promiscui ?
Dovrebbe essere un’area in attesa di essere censita al catasto fabbricati. se un terreno censito come vigneto, viene asfaltato, perde la capacità di produrre reddito e viene momentaneamente portata a qualità “ente urbano” in attesa di essere censita al catasto fabbricati.
Quando il Catasto può essere probatorio ?
In alcuni casi si può però verificare che in Conservatoria non si abbia riscontro dell’atto di provenienza. Anche attraverso una ricerca nel periodo ante meccanizzazione della Conservatoria con una visura repertori cartacei Conservatoria si può infatti verificare che non si abbia riscontro di un atto tra vivi che possa costituire la provenienza della proprietà relativa ad un immobile. In questi casi si deve necessariamente fare riferimento all’impianto catastale. La visura archivio cartaceo Catasto serve proprio a questo scopo. Consente infatti di estendere la ricerca all’impianto catastale cartaceo e, attraverso una analisi delle partite catastali e dei vecchi estratti di mappa, è possibile risalire alla provenienza ultra ventennale.
Vi sono alcune province e comuni d’Italia che hanno un Catasto probatorio, in quanto svolge anche funzione giuridica. Si tratta delle province di Bolzano, Trento, Gorizia e Trieste e di alcuni comuni delle province di Udine, Brescia e Belluno. In queste zone è infatti in uso il Sistema Catastale Tavolare.
L’estratto di foglio di mappa, non è importante soltanto per sapere, quale terreno è mio, e quale terreno è tuo. In un territorio comunale.
Ma è importante anche per sapere, quali cambiamenti sono stati apportati nel corso degli anni, in quel territorio comunale !
Grazie all’estratto di foglio di mappa, puoi seguire L’evoluzione di un territorio comunale, fin da quando è stato iscritto nel Catasto italiano.
Almeno, questa è la mia interpretazione !
Quando un Tecnico non sa leggere un Disegno Tecnico, non è un Tecnico !
Cos’è il frazionamento catastale ?
Per frazionamento catastale si intende la suddivisione di una proprietà immobiliare in due o più unità distinte e indipendenti.
Come si fa il frazionamento catastale ?
Il frazionamento si richiede tramite una procedura detta PREGEO. Il Geometra incaricato dovrà ottenere una mappa del terreno dagli uffici catastali territoriali e effettuare un progetto di frazionamento in due o più lotti tramite il software PREGEO.
Fusione o accorpamento catastale: Cos’è ?
La fusione catastale, in quattro parole, è l’accorpamento di più mappali.
All’atto pratico, si tratta dell’unione di minimo due unità immobiliari, aventi stessa titolarità e stessa destinazione d’uso, accorpate per formarne una sola; le unità interessate devono essere adiacenti, quindi sovrapposte, o contigue, o comunicanti, o confinanti ed è necessario dimostrare che l’immobile sia effettivamente uno solo, effettuando gli eventuali lavori necessari, come, ad esempio, la variazione di aperture e passaggi, di impianti elettrici, di tramezzi.
Se tali presupposti sono rispettati, è possibile attuare la fusione, dando origine ad un’unica abitazione e godere così delle agevolazioni riservate alla prima casa (si pensi, per esempio, alla cancellazione dell’IMU)
Istituto Autonomo Case Popolari di Agrigento.
Io in queste condizioni, non compro !
Con gli stessi soldi, mi vado a cercare una vecchia casetta, e piano, piano, tiro su. Come si usava fare in Germania. L’importante è che all’inizio sia abitabile !
Cos’è il certificato storico di residenza anagrafica ?
Il Certificato storico di residenza anagrafica è il documento ufficiale rilasciato dal Comune di competenza che attesta la residenza dell’intestatario del certificato stesso nel passato. Il certificato contiene le informazioni relative alla residenza di una persona trascritte nel registro di stato civile, dunque dati quali il nome, il cognome, data e comune di nascita, comune e indirizzo di residenza.
Qual è la differenza tra certificato di residenza e certificato storico di residenza ?
Il certificato di residenza consente di valutare ed attestare solo la residenza attuale di un soggetto, il certificato storico attesta l’indirizzo di residenza di un soggetto in un preciso momento nel passato e quindi di verificare eventuali cambi di abitazione effettuati nello stesso comune.
Chi può richiedere il Certificato storico di residenza anagrafica ?
Il Certificato storico di residenza anagrafica può essere richiesto da qualunque persona in possesso dei dati anagrafici (nome, cognome, data di nascita) e il comune di residenza dell’intestatario del certificato.
Quali informazioni sono necessarie per richiedere il certificato ?
Per richiedere il Certificato storico di residenza anagrafica è necessario indicare nome, cognome, data e luogo di nascita, luogo e periodo di residenza, codice fiscale.
Qual è la validità del Certificato storico di residenza anagrafica?
Il Certificato storico di residenza anagrafica ha validità 6 mesi
L’asservimento coattivo.
L’asservimento coattivo è la costituzione forzosa di un diritto reale, a favore della collettività, su di un’area privata. In tal modo viene limitato l’esercizio del diritto di proprietà da parte del suo legittimo proprietario.
Questo diritto, trattandosi nel nostro caso di opere di competenza comunale, è riferito principalmente alla posa in opera di condotte fognarie e di acquedotto e alla loro manutenzione.
La procedura di asservimento è simile a quella illustrata per l’espropriazione, ma con una differenza. Se è vero che il diritto reale così costituito è a carattere permanente, il possesso materiale del bene da parte dell’amministrazione è, invece, temporaneo. È infatti finalizzato alla realizzazione dei lavori d’interramento della condotta e di ripristino delle condizioni iniziali dell’area.
Una volta completata l’opera si procede quindi alla formale reintegrazione nel possesso dell’area al suo proprietario. Questi, beninteso, dovrà osservare le clausole limitanti il diritto di proprietà contenute nel decreto di servitù.
Diversi, rispetto alla procedura di espropriazione, sono anche i criteri di calcolo dell’indennità.
Sempre in tema di servitù di fognatura e di acquedotto, si procede nel quantificare secondo un calcolo percentuale dell’indennità d’esproprio, e non del valore venale, altrimenti si correrebbe il rischio di pagare di più l’acquisto di un diritto reale parziario che non l’acquisto della proprietà piena. La percentuale verrà fissata in relazione alla tipologia di asservimento e alla sua invasività rispetto alla facoltà di godimento del bene spettante al proprietario.
Così come per l’espropriazione, anche per l’asservimento coattivo vi è la distinzione tra procedura ordinaria, accelerata e tramite occupazione d’urgenza.
Tenere il terreno in questo modo, a noi ci frutta solo
del debito. Non del guadagno.
Caro Stato italiano.
Edilizia sovvenzionata
L’edilizia sovvenzionata, è quella branca dell’edilizia residenziale pubblica che si occupa di alloggi, sempre destinati a soggetti in precarie condizioni economiche, ma costruiti dallo Stato o da enti pubblici ad hoc, tra cui gli IACP (istituti autonomi case popolari) e ATER
(aziende territoriali edilizia residenziale).
A seconda della legge regolatrice della materia, gli alloggi di edilizia sovvenzionata possono essere alloggi direttamente assegnati in proprietà all’assegnatario, o alloggi originariamente concessi in locazione con patto di futura vendita, oppure concessi in locazione con mera facoltà per l’assegnatario di acquistare la piena proprietà dell’alloggio stesso.
Anche in tale ambito dell’edilizia va inoltre precisata la possibilità che si abbia una cd. edilizia sovvenzionata-convenzionata, con conseguente applicazione della relativa normativa, allorquando l’alloggio sia edificato su aree comprese in piani di zona e previa stipula di una convenzione con il Comune, secondo quanto visto in tema di edilizia convenzionata.
Al fine di individuare la disciplina applicabile al caso concreto che coinvolga alloggi in edilizia sovvenzionata, si dovrà tenere conto dell’epoca di stipula degli atti di cessione in proprietà degli alloggi, con la precisazione che gli atti di assegnazione degli alloggi, di norma, già richiamano al loro interno la normativa di riferimento, poiché il Ministero dei lavori pubblici all’epoca predispose degli schemi d’atto messi a disposizione dei vari enti.
Uno spartiacque è rappresentato dalla Legge 513/77, che abroga le disposizioni anteriori; dunque bisognerà valutare se la cessione dell’alloggio oggetto di edilizia sovvenzionata sia avvenuta in data anteriore alla sua entrata in vigore (18 agosto 1977), con conseguente applicazione della normativa precedente, oppure se la cessione dell’alloggio sia avvenuta in data posteriore al 18 agosto 1977, con conseguente applicazione della L. 513/77 o della successiva Legge 560/93 (quest’ultima per le cessioni successive alla sua entrata in vigore avvenuta il il 15 gennaio 1994). Tali normative prevedeono un divieto di alienazione decennale ed un diritto di prelazione a favore dell’ente pubblico edilizio, in caso di vendita dopo i dieci anni.
Fermo restando quanto scritto, va però precisato che la Legge 513/77 non trova applicazione per i contratti che nascono come locazione con patto di futura vendita, ma solo per i contratti che nascono come “locazione semplice” (art. 27 co.1 L. 513/77). Gli alloggi assegnati in locazione con patto di futura vendita, inoltre, si ritiene non subiscano alcun limite alla successiva circolazione, non rinvenendosi nelle normative che nel tempo hanno previsto tale figura, divieti alla successiva circolazione degli alloggi.
Con riferimento alla legislazione precedente alla Legge 513/77 ed alla Legge 560/93, occorre precisare che la normativa di riferimento è dettata essenzialmente dal D.P.R. n. 2 del 17 gennaio 1959, salvo che l’alloggio di edilizia sovvenzionata fosse rivolto a speciali categorie di soggetti, o – in particolare – a lavoratori, nei quali casi troverebbero rispettivamente applicazioni il D.P.R. 1035/72, la Legge 43/49, la Legge 1148/55, o a Legge 60/63. In verità, ancor prima del D.P.R. 2/59, altre normative avevano disciplinato la materia, quali il R.D. 165 del 1938, il Dlgs. 1029 del 1948, la Legge 408 del 1949 e la Legge 640 del 1954; tutte tali normative però non prevedevano alcun vincolo per la successiva circolazione degli alloggi (che venivano assegnati in locazione semplice con possibilità di riscatto dopo un determinato periodo) e pertanto su tali normative non pare necessario soffermarsi.
A partire dal D.P.R. 2/59 è prevista l’inalienabilità degli alloggi per un determinato periodo di tempo (cfr. D.P.R. 2/59, Legge 1035/72, Legge 513/77 e Legge 560/93), salvo che per alcune normative speciali (cfr. Legge 43/49 e Legge 1148/55); mentre dopo l’entrata in vigore della Legge 513/77 e della Legge 560/93, al divieto di alienazione si è aggiunto anche un diritto di prelazione a favore dell’ente. Peraltro tale diritto di prelazione, ai sensi dell’art. 1 co. 25 L. 560/93, “si estingue, qualora l’acquirente dell’alloggio ceduto in applicazione dell’art. 28 (L. 513/77) versi all’ente cedente un importo pari al 10 per cento del valore calcolato sulla base degli estimi catastali”.
Come già illustrato, la L. 513/77 innova profondamente la materia dell’edilizia sovvenzionata, poichè diviene applicabile a tutti gli alloggi ceduti dopo la sua entrata in vigore (o con domanda di riscatto confermata entro il 31 ottobre 1978); ed infatti l’art. 27 L. 513/77 abroga la precedente legislazionee prevede che <> di seguito esaminato. Inoltre, a tali fattispecie rientranti nell’alveo della L. 513/77, ne va aggiunta un’altra, sebbene più marginale: la fattispecie prevista dall’art. 29 L. 513/77. Tale norma prevede che sono assoggettati all’art. 28 L. 513/77 anche gli alloggi aventi i seguenti requisiti:
– alloggi di proprietà degli I.A.C.P., situati in edifici in cui già risultassero trasferiti almeno i sette decimi dell’intero fabbricato, o la cui cessione era utile per la gestione del patrimonio, e purchè:
la proposta di cessione provenisse direttamente dagli I.A.C.P., previa autorizzazione della Regione;
– i trasferimenti fossero comunque contenuti nel limite del 15% del patrimonio gestito e
– gli alloggi da cedere, per consistenza e ubicazione, avessero scarsa rilevanza sociale.
La disciplina applicabile a tutti questi alloggi è quindi quella fissata dall’art. 28 L. 513/1977.
A questo punto della trattazione pare opportuno tratteggiare alcune differenze esistenti tra le due principali normative in tema di edilizia sovvenzionata: la Legge 513/77 e la Legge 560/93, la quale ultima entra in vigore il 15 gennaio 1994 e da tale data viene a sovrapporsi alla legge 513/77, con essa coesistendo, poichè anche dopo il 1994 gli enti hanno continuato a fare riferimento alle modalità previste dalla Legge 513/77 , con conseguente applicazione della sua disciplina. In particolare, per gli alloggi ceduti dopo l’entrata in vigore della Legge 560/93 (15 gennaio 1994) trova applicazione o la Legge 513/77, o la Legge 560/93 a seconda del prezzo di cessione dell’alloggio. Quindi l’elemento discriminante per l’applicazione dell’una o dell’altra disciplina è rappresentato dal prezzo di cessione dell’alloggio concesso in locazione.
Notaio Antonelli Gian Marco
Immobile graffato e Nota di trascrizione
Cosa sono le proprietà graffate ?
Le proprietà graffate sono beni immobili a cui corrispondono più particelle e subalterni senza una rendita autonoma. È possibile riconoscerle in una visura catastale in quanto nella relativa sezione “dati identificativi” vengono riportati più dati catastali.
La graffa è un segno utilizzato in ambito catastale per collegare una superficie edificata con una scoperta. Questa indica che sulla superficie edificata e sulla superficie scoperta, che di fatto costituiscono una sola particella catastale con un solo numero, insiste lo stesso diritto reale.
Un esempio di proprietà graffata è l’abitazione con giardino: quest’ultimo può non avere reddito autonomo ed essere “subalterno graffato” insieme alla particella principale. Altro caso è quello di un appartamento dotato di rendita a cui è associato un posto auto senza rendita.
La nota di trascrizione immobiliare è il documento scritto, in doppio originale, contenente la domanda alla conservatoria dei registri immobiliari di trascrivere un certo atto (art. 2659 del Codice civile). Permette, quindi, di rendere pubblici tutti gli atti di trasferimento, costituzione oppure modifica dei reali diritti su un determinato immobile.
Nella compilazione della nota di trascrizione, attraverso il programma UniMod, è prevista la possibilità di inserire le particelle graffate come unica unità immobiliare.
Cos’è la planimetria catastale ?
La planimetria catastale è un documento che si richiede al catasto e sul quale è possibile vedere la rappresentazione grafica in scala di un immobile. Tale documento permette al catasto l’identificazione univoca delle proprietà catastali sul territorio italiano, ed è necessario per effettuare compravendite. Esso è sostanzialmente il disegno grafico in scala di un immobile così com’è stato registrato al catasto, di solito è in scala 1:200 e comprende informazioni utili come:
dati metrici: i contorni della casa e delle stanze, le superfici, le altezze;
la destinazione d’uso, quindi la categoria;
la destinazione interna, ovvero la suddivisione interna delle camere;
le proprietà confinanti;
il piano della casa;
l’ubicazione della casa nel territorio (importante per il pagamento delle tasse);
identificativi catastali;
eventuali pertinenze dell’immobile stesso, come il giardino, il garage, la cantina o altro. (Con un’unica richiesta si possono recuperare fino a un massimo di tre subalterni diversi.)
La planimetria della casa, per essere ufficialmente valida, deve corrispondere alla situazione attuale reale dell’immobile. In caso siano state fatte delle modifiche interne nel corso degli anni, quindi, come abbattimento di muri, diversa disposizione dei locali ecc., è necessario rinnovare la planimetria, con un intervento rettifica del disegno e una nuova registrazione al catasto da parte di un tecnico autorizzato (architetto, perito industriale o ingegnere).
La planimetria catastale non è una documentazione probatoria, cioè non fornisce nessuna prova giuridica della proprietà. Per dimostrare la titolarità dell’immobile è necessario fare la visura presso gli Uffici della Pubblicità Immobiliare, Ex Conservatorie.
Avvocato Tacconi Giorgio
Planimetria comunale dove la trovo e cosa è ?
La planimetria catastale è diversa da quella comunale, in quanto una è depositata al catasto attualmente agenzia delle entrate, e l’altra è depositata negli archivi comunali (o almeno lo si spera). La piantina del comune è molto importante in quanto è quella che dimostra che il tuo immobile è stato costruito secondo le leggi urbanistiche ed è quindi regolare, non abusivo per intenderci. Ogni comune ha il suo sportello unico dell’edilizia all’interno del quale esiste un archivio di progetti depositati negli anni, immaginiamo quelli delle grandi città come Roma o Milano quanti documenti possono contenere. Se il vostro immobile è stato costruito a seguito di licenza edilizia, concessione edilizia o permesso di costruire, la planimetria comunale si trova nell’archivio dei progetti, se successivamente alla costruzione sono stati presentati altri progetti come DIA, CILA o SCIA, allo sportello unico per l’edilizia del comune potete trovare, facendo richiesta di accesso agli atti, l’ultima planimetria comunale del vostro immobile (questa è la vostra preesistenza).
Come si definiscono i confini di un terreno ?
Solitamente, i confini sono individuati in maniera visibile, con appositi segni (muretti in pietra, recinzioni e così via). In difetto, i confini possono dedursi dai documenti relativi alla proprietà dell’immobile. Si fa riferimento all’atto di acquisto, in cui è indicata l’estensione del fondo e alle mappe catastali.
Quanti confini servono per identificare un immobile ?
A tal proposito, si ricorda che la legge (art. 29 c. 1, legge 52/1985 52) dispone che negli atti con cui si concede l’ipoteca o di cui si chiede la trascrizione, l’immobile debba essere designato anche con l’indicazione di almeno tre dei suoi confini.
Come sapere se esiste una servitù di passaggio ?
Tutte le servitù seguono gli immobili e devono essere segnalate negli atti. Ma cosa succede se la documentazione è incompleta. Come sapere se un bene immobile è gravato da servitù di passaggio ?
La servitù di passaggio è un diritto previsto dal Codice civile e prevede la «concessione» a poter passare su un terreno di proprietà altrui per raggiungere il proprio immobile o altra proprietà.
Ha diritto alla servitù di passaggio il titolare del fondo dominante, che sarebbe il proprietario di casa, o terreno, o altro immobile che si può raggiungere solo passando attraverso il terreno di un’altra proprietà.
Quando si costituisce una servitù di passaggio, il proprietario del fondo dominante che acquista il diritto di passo, deve corrispondere al proprietario del fondo servente una indennità. Si tratta di una somma di denaro che ha la funzione di risarcire il proprietario del fondo gravato dalla servitù del danno cagionato.
Ai fini del calcolo dell’importo dell’indennità, bisognerà quindi tenere conto di due fattori: il danno effettivo causato dal passaggio e il deprezzamento che il fondo servente subisce a causa di questo. Se le parti non convengono sul valore dell’indennità, questa viene stabilita dal giudice.
Insomma, la servitù di passaggio, tra diritti e doveri dei proprietari dei fondi, permessi, e norme, è regolata da leggi specifiche. Prima di tutto le servitù di passaggio devono risultare dal titolo, cioè dagli atti scritti con i quali ci si trasmette i beni.
Tutte le servitù prediali, infatti, seguono gli immobili e, pertanto, devono essere segnalate. Il problema, però, è che molto spesso si riceve una proprietà attraverso atti non sempre specifici e che ricorrono a formule generiche e poco chiare.
Vediamo di seguito come si dimostra una servitù di passaggio.
La Conservatoria dei Registri Immobiliari, o Ufficio di Pubblicità Immobiliare, è il luogo in cui sono conservati tutti gli atti e le scritture relativi ai beni immobiliari presenti in un determinato territorio. Se si vuole conoscere il nome del proprietario di un immobile o di un terreno, o si vuole verificare la presenza di eventuali gravami su una costruzione, il posto in cui recarsi per trovare le informazioni di cui abbiamo bisogno è proprio l’ufficio della Conservatoria della Regione in cui si trova il bene oggetto della nostra ricerca.
In tutte le Regioni è presente una Conservatoria dei Registri Immobiliari e dipende direttamente all’Agenzia delle Entrate, che ha il compito di gestire i pubblici registri immobiliari, ovvero i registri in cui sono registrati gli atti afferenti a un determinato bene immobile. Si tratta di registri pubblici, nel senso che chiunque abbia interesse – facendone apposita richiesta – può accedere alle informazioni relative a una costruzione o un terreno, essendo tali informazioni pubbliche.
A differenza di quanto avviene per il Catasto, la Conservatoria ha funzione probatoria, il che significa che gli atti e i documenti rilasciati forniscono la prova certa della titolarità di un dato immobile.
Ora, stando a quanto previsto dalle leggi in vigore, per dimostrare una servitù di passaggio bisogna rivolgersi alla Conservatoria dei Registri Immobiliari, che è presente a livello regionale e in tutte le regioni di Italia e ha l’obbligo di conservare, pubblicare e rendere disponibili per la consultazione tutti gli atti e le scritture che riportano il trasferimento di diritti reali tra soggetti.
È possibile dimostrare una servitù di passaggio anche rivolgendosi a un notaio: spetta, infatti, al notaio redigere eventuali atti di trasferimento immobiliare e ogni volta effettuare gli accertamenti nei registri immobiliari, verificando la presenza di eventuali servitù di passaggio.
L’importanza della trascrizione
La ricerca presso la Conservatoria per la verifica dell’esistenza di una servitù è strettamente collegata alla circostanza che le servitù volontarie, costituite tramite contratto o testamento, richiedono la forma scritta a pena di nullità e la trascrizione nei registri pubblici immobiliari.
Anche l’atto con cui viene costituita una servitù coattiva dev’essere trascritto. Ai sensi dell’articolo 2463 del Codice civile devono essere trascritti i contratti che costituiscono o modificano servitù prediali e le sentenze che costituiscono modificano o trasferiscono un diritto di servitù.
Per sapere dunque se un immobile è vincolato da una servitù di passaggio è sufficiente rivolgersi al competente ufficio della Conservatoria dei Registri Immobiliari del territorio.
Quindi: l’atto di costituzione della servitù di passaggio volontariamente costituita dev’essere reso pubblico mediante la trascrizione nei registri pubblici immobiliari.
Se ciò non avviene, il proprietario del fondo servente che aliena il proprio fondo ad altro soggetto, trasferendone insieme la servitù in quanto diritto reale sull’immobile, non può opporre al nuovo proprietario l’esistenza della servitù.
La mancata trascrizione della servitù di passaggio passiva determina dunque l’inopponibilità del diritto agli aventi causa dell’originario proprietario, salvo che l’atto di trasferimento del diritto di proprietà sul fondo non menzioni il vincolo della servitù.
La giurisprudenza di legittimità ha attribuito importanza ai fini dell’opponibilità ai terzi al documento della nota di trascrizione.
Con l’ordinanza n. 17026 del 25/06/2019 in particolare si è affermato che:
Ai fini della opponibilità di una servitù ai terzi, successivi acquirenti del fondo servente, deve essere considerata soltanto la conoscibilità legale, desumibile dal contenuto della nota di trascrizione del contratto che della servitù integra il titolo, dovendo dalla stessa risultare l’indicazione del fondo dominante e di quello servente, la volontà delle parti di costituire una servitù, nonché l’oggetto e la portata del diritto.
Nella nota devono essere indicati i seguenti elementi, affinché l’opponibilità possa essere sollevata:
il fondo dominante e quello servente;
la volontà delle parti di costituire la servitù;
l’oggetto e la portata del diritto, anche con riferimento all’eventuale sottoposizione della modifica o dell’estinzione del relativo diritto a termine o condizione.
Questi gli elementi indicati dai giudici nella ordinanza 8000 del 2018.
La decadenza della servitù di passaggio
Quando si riesce a dimostrare una servitù di passaggio, stando a quanto previsto dalle leggi in vigore, non è detto che questa sia sempre presente. Le leggi 2022 prevedono, infatti, l’estinzione per prescrizione della servitù di passaggio quando non si usa per vent’anni consecutivi. Se cioè il vicino non usa la servitù di passaggio per 20 anni, decade dal suo diritto di passare per il fondo servente.
La servitù si estingue anche se il proprietario del fondo dominante (o l’usufruttuario, il conduttore o chiunque goda anche del semplice possesso del fondo dominante) non passa più dal fondo servente per venti anni (art. 1073 c.c.). In questo caso interviene la prescrizione del diritto di servitù.
Poiché la servitù di passaggio è, come abbiamo visto, una servitù discontinua, che viene esercitata attraverso singoli episodi di transito, ai fini della prescrizione non assumono rilevanza né l’apparenza della servitù, né il passaggio sporadico. (vedere la sentenza di Cassazione n. 26626/2011).
Ciò significa, ad esempio, che la mancanza di visibilità di segni del calpestio sul viottolo, non è sufficiente a dimostrare il non utilizzo del passaggio (come sancito dalla sentenza di Cassazione n. 22579/2020).
Se si vuole interrompere il decorso della prescrizione della servitù di passaggio, non sarà sufficiente inviare una lettera di diffida o di messa in mora, (la quale è idonea a interrompere il decorso della prescrizione per i diritti obbligatori, come i diritti di credito).
Altra circostanza importante da conoscere è che l’interruzione della prescrizione della servitù può ottenersi solo per riconoscimento del diritto da parte del proprietario del fondo servente, ovvero per proposizione della domanda giudiziale.
Si precisa che se viene meno l’utilità di passare sul fondo servente, o se diventa impossibile per un certo periodo passarvi, la servitù non si estingue se non sono comunque trascorsi i venti anni dal mancato esercizio (art. 1074 c.c.).
Chi deve trascrivere la sentenza di usucapione ?
La trascrizione materiale della sentenza viene effettuata dal conservatore dei registri immobiliari il quale, ricevuta la nota di trascrizione in doppio originale e la copia autenticata della sentenza, provvede alle necessarie annotazioni all’interno dei registri immobiliari.
L’Accertamento Tecnico Preventivo, che cos’è e a cosa serve ?
L’Accertamento Tecnico Preventivo è una perizia eseguita da un tecnico specializzato – il Consulente Tecnico d’Ufficio – che ha lo scopo di valutare l’entità dei danni subiti in seguito a un fatto illecito prima di entrare in causa.
Secondo l’art. 696 del codice di procedura civile, è possibile richiedere L’Accertamento Tecnico Preventivo in casi di urgenza, ossia quando lo stato delle cose potrebbe modificarsi rapidamente, pregiudicando una precisa rilevazione del danno e della dinamica che l’ha provocato. L’intervento di un tecnico qualificato, in queste circostanze, è dunque fondamentale per “fotografare” una situazione che potrebbe deteriorarsi nell’immediato.
L’ACCERTAMENTO TECNICO PREVENTIVO AI FINI DELLA COMPOSIZIONE DELLA LITE
L’articolo 696 bis del codice di procedura civile prevede però anche la possibilità di richiedere una consulenza tecnica preventiva anche al di fuori delle situazioni di urgenza. In questo caso, si parla di Accertamento Tecnico Preventivo finalizzato alla composizione della lite.
In sostanza, la legge consente di ottenere in tempi brevi una consulenza tecnica che diversamente avrebbe luogo solamente dopo l’inizio del processo. Questo dà la possibilità al danneggiato di avere un riscontro rapido, obiettivo e imparziale riguardo i propri diritti. Inoltre, nei casi di A.T.P. finalizzato alla composizione della lite, il Consulente Tecnico d’Ufficio, prima di depositare la sua relazione, tenta anche una conciliazione tra le parti.
Strumento con il quale il legislatore intende alleggerire il lavoro dei tribunali e accorciare i tempi della giustizia. Oggi il procedimento è adottato ad esempio in questioni che riguardano la quantificazione dei danni fisici subiti come conseguenza di infortuni sul lavoro, incidenti stradali o errori medici.
Grazie all’A.T.P. si ha così la possibilità di verificare immediatamente sia l’entità dei danni subiti, sia la fondatezza delle proprie ragioni. Il procedimento permette inoltre di ottenere il risarcimento dei danni in sede stragiudiziale in tempi brevi, specialmente quando sono coinvolte le assicurazioni professionali dei medici o dei responsabili dell’evento dannoso, come nel caso dei sinistri stradali.
Cosa vuol dire segreto istruttorio ?
Il segreto istruttorio indicava un istituto formale del codice di procedura penale italiano che stabiliva il divieto di divulgazioni di notizie relative a indagini giudiziarie. È stato abolito nel 1989 con l’emanazione del nuovo codice di procedura penale italiano, sostituito dal segreto investigativo.
Intralcio alla giustizia.
Sono puniti coloro i quali, per intralciare la giustizia, offrano denaro o altra utilità a quei soggetti che devono svolgere determinate funzioni o attività per l’autorità giudiziaria e, di conseguenza, l’obiettivo del reo è quello di compromettere la genuinità di dette funzioni.
Cosa significa intralcio alla giustizia ?
Ricorre il delitto di intralcio alla giustizia nel caso di chi compie pressioni e minacce sulla persona che abbia reso dichiarazioni accusatorie nella fase delle indagini preliminari al fine di indurla alla ritrattazione nella medesima fase ovvero in prospettiva del successivo dibattimento (Sez. 6, 17665/2016).
Che valore ha un atto notarile ?
Ed è per questo che l’atto notarile è un atto pubblico e, in quanto tale, ha efficacia legale. Questo vuol dire che ciò che il Notaio attesta nell’atto notarile fa piena prova, salvo che venga accertato il reato di falso (Querela per falsità dell’atto pubblico). Ogni atto da lui predisposto ha un alto valore giuridico.
Quando è necessario un testimone in atto notarile ?
La presenza dei testimoni è non necessaria, a meno che non sia specificatamente previsto per legge. In base a quanto stabilito dall’art. 48 della Legge Notarile, i testimoni devono assistere quando una parte o il Notaio ne richiedano la presenza, nonché in caso di stipula dei seguenti atti: Donazione.
Rimuovere i “picchetti di confine” costituisce reato ?
Nel nostro ordinamento, costituisce reato di usurpazione (art. 631 c.p.) la condotta di chiunque, per appropriarsi, in tutto o in parte, dell’altrui cosa immobile, ne rimuova o alteri i termini. Il reato è procedibile a querela della persona offesa, salvo il caso in cui si tratti di acque, terreni, fondi o edifici pubblici o destinati ad uso pubblico, per cui si procede d’ufficio (art. 639 bis c.p.). Il delitto prevede a reclusione fino a tre anni e la multa fino a euro 206.
Il reato può essere commesso da chiunque, anche se, nella pratica, solitamente è posto in essere dal proprietario del fondo vicino.
Nella presente disamina, rileva la condotta di chi “rimuova o alteri i termini”. Si considerano termini le cose fisse o incorporate nel fondo quali segno permanente di confine (Cass. Pen. 12 febbraio 1941); si può trattare di elementi artificiali (come un palo, una recinzione, un muretto) o naturali (una siepe, degli alberi), destinati a delimitare, in modo duraturo, la linea di confine tra i lotti. Lo sconfinamento che avviene tramite l’aratura del terreno, senza con ciò comportare la rimozione dei confini, non integra il reato di usurpazione (Cass. Pen. 8 ottobre 1960).
L’elemento materiale del reato consiste proprio nella rimozione, ossia nel togliere dal luogo in cui sono collocati, o alterazione, vale a dire spostamento dalla posizione originaria, dei confini tra gli immobili.
Il reo deve agire con rappresentazione e volontà di rimuovere e alterare i termini, al fine di appropriarsi di quella porzione di terreno altrui (dolo specifico).
Il reato di usurpazione non va confuso con quello di invasione di terreni (art. 633 c.p.), in quest’ultima fattispecie criminosa, infatti, il soggetto invade arbitrariamente l’altrui proprietà, al fine di ricavarne un vantaggio, anche transeunte, mediante l’uso e il godimento del bene (Cass. Pen. 5 luglio 1954).
Le servitù si acquistano insieme al bene ?
Le servitù ineriscono al bene e viaggiano con esso. Non è possibile che un soggetto venda un terreno che gode di una servitù (attiva) di passaggio su unaltro terreno e conservi per sé il diritto di passaggio. La servitù di passaggio si trasferirà all’acquirente del bene, l’unico che potrà goderne, così come l’acquirente di un bene gravato da servitù (passiva) non acquisterà il bene libero da tale peso,malo acquisterà nelle stesse condizioni del precedente proprietario.
Che cosa si intende per suolo pubblico ?
Per “suolo pubblico” o “spazio pubblico” si intendono gli spazi ed aree di uso pubblico appartenenti al demanio o al patrimonio indisponibile del comune, nonché quelli di proprietà privata soggetti a servitù di pubblico passaggio costituita nei modi e nei termini di legge.
Quando si configura occupazione suolo pubblico ?
L’occupazione avviene quando un soggetto privato occupa una porzione del suolo pubblico o dello spazio ad esso soprastante o sottostante sottraendola all’uso pubblico.
Che cosa significa “Avente causa” ?
Colui che acquista un diritto a titolo derivativo, cioè in forza di un trasferimento del diritto stesso da parte del precedente titolare, detto specularmente “dante causa”.
Nessuno si tiene un terreno edificabile per tanti anni, per poi andarci a perdere !
Separazione dei beni: Documenti necessari.
Carta d’identità o patente o passaporto in corso di validità.
Tesserino del Codice Fiscale in originale o Tessera Sanitaria.
Estratto per riassunto dell’atto di matrimonio (in carta semplice) rilasciato dal Comune nel quale è stato contratto il matrimonio.
Permesso di soggiorno o carta di soggiorno.
Titoli di proprietà dei beni acquistati dopo il matrimonio.
Studio Notarile Arcoleo