Il crollo del viadotto Scorciavacche sulla strada statale Palermo Agrigento a dicembre del 2014 scatenò le ire dell’ex presidente del consiglio Matteo Renzi. Il viadotto fu aperto senza collaudo e rimase in piedi dal Natale 2014 al Capodanno 2015. Adesso dopo nove anni per la prescrizione sono usciti di scena 9 imputati. Il processo va avanti per l’ex presidente dell’Anas 2 dirigenti.
Lo ha deciso il Tribunale di Palermo prendendo atto che per i reati di attentato alla sicurezza dei trasporti e falso si è perso troppo tempo. Non è andata prescritta l’ipotesi di induzione a dare o promettere utilità. Il cedimento del viadotto avvenne il 30 dicembre 2014, una settimana dopo l’inaugurazione lungo lo scorrimento veloce Palermo-Agrigento in territorio di Mezzojuso. Ad incidere sui tempi, rendendoli biblici, è stato un conflitto di competenza risolto dalla Cassazione.
I supremi giudici stabilirono che la sede naturale del processo era Palermo, e non Termini Imerese o Roma, perché è la città dove furono firmati in contratti, mentre a Roma ha sede l’Anas e a Termini Imerese ricade il tratto di strada. A sollevare il tema della competenza furono i legali delle difese fra cui Fabrizio Lanzarone, Enrico Sorgi, Giovanni Crimi, Alfonso Sorge e Andrea Crescimanno. A segnare la storia del processo anche i passaggi di sezione e le riassegnazioni. Secondo l’accusa, pur in assenza di collaudo si procedette lo stesso con l’inaugurazione e l’apertura al transito. Nel crollo del viadotto non ci furono feriti.