Un corteo colorato dalle bandiere dei sindacati, per una volta uniti. Centinaia di manifestanti si sono ritrovati sotto il sole a Biancavilla, in provincia di Catania, per l’1 maggio siciliano che Cgil, Cisl e Uil hanno scelto di organizzare nel comune agricolo col triste primato del lavoro nero.

Il lavoro che manca, il lavoro che si cerca, il lavoro che attende certezze e regole, ma è stato comunque un lavoro da festeggiare con un concentramento a Ponte San Filippo e un comizio finale in piazza Roma, insieme ai segretari regionali di Cgil, Cisl e Uil Mariella Maggio, Maurizio Bernava e Claudio Barone.

In testa al corteo, e successivamente sul palco assieme al primo cittadino Pippo Glorioso, anche i tre segretari generali di Cgil, Cisl e Uil di Catania, Angelo Villari, Alfio Giulio e Angelo Mattone. E in serata c’è stato anche spazio per la festa con un “Concertone”, sempre in piazza Roma, con band musicali e gruppi rock che hanno preceduto Ciaudà, i Tinturia e il cantautore Luca Madonia.

C’è poco da festeggiare? Probabilmente sì, ma i sindacati sono certi che la festa possa riguardare almeno la voglia di farcela. Spiega Mariella Maggio : “L’unità di intenti con Cisl e Uil è evidente proprio oggi, in questa bella manifestazione. L’obiettivo comune è dar vita a strumenti in grado di creare lavoro. Oggi si rivendica l’occupazione, dunque, ma anche i diritti. Vogliamo festeggiare la voglia di farcela e la speranza che il governo, ascoltando le sollecitazioni del sindacato, metta in campo provvedimenti equi che guardino allo sviluppo e alla crescita”.

Per Bernava, “questo primo maggio rappresenta il culmine della crisi economico finanziaria, ma è anche la dimostrazione che esiste una forte voglia di riscatto. A fronte di ciò, dobbiamo registrare la distanza della politica regionale e nazionale dai cittadini e dalla buona economia. Oggi è una giornata di speranza. E di cambiamento. Chiediamo soprattutto alla politica di cambiare, di abbandonare atteggiamento e certi privilegi. Abbiamo più di mezzo milione di disoccupati in Sicilia e le famiglie non arrivano a fine mese con lo stipendio. Bisogna cambiare e fare uscire la Sicilia dall’isolamento e valorizzare turismo e agricoltura. In modo che prestissimo si possa manifestare un primo maggio dove il lavoro c’è, dignitoso e pagato equamente”.

Anche i tre segretari generali di Cgil, Cisl e Uil di Catania sottolineano il significato della manifestazione: “Non è un caso se oggi poniamo l’accento sul lavoro più antico dell’uomo, quello legato alla terra, quello manuale – dice Angelo Villari -. E’ un settore che continua  a perdere sul fronte dei diritti e del salario. Un grave paradosso se si pensa che proprio sul lavoro agricolo si è fondata e si fonda ancora parte della nostra economia”.

Per Mattone “oggi inizia un percorso per riscattare la Sicilia, per riattivare l’occupazione, eliminare il precariato e dare spazio alle donne che insieme ai giovani oggi sono i più penalizzati. Lo facciamo da questo comune, simbolo dell’arancia rossa”. Aggiunge Giulio: “Cgil, Cisl e Uil di Catania stanno continuando a coinvolgere tutte le forze sociali e imprenditoriali sane, i giovani, la diocesi, il mondo della cooperazione. L’obiettivo è sempre il lavoro, soprattutto per giovani e cassintegrati. E per noi il settore agricolo può rappresentare un volano di sviluppo. Peccato che il governo regionale vada oggi in controtendenza. C’è uno scollamento tra la realtà e quello che la politica fa”.