cgil Al via le celebrazioni del Primo maggio con la manifestazione nazionale di Cgil, Cisl e Uil, guidata dai rispettivi segretari generali – Susanna Camusso, Annamaria Furlan e Carmelo Barbagallo -, quest’anno a Pozzallo, in provincia di Ragusa, uno dei porti simbolo degli sbarchi e del dramma dell’immigrazione.

“La solidarietà fa la differenza. Integrazione, lavoro, sviluppo. Rispettiamo i diritti di tutti, nessuno escluso”, è lo slogan scelto dalle tre confederazioni per la festa del lavoro, che in questa edizione mette al centro, accanto ai lavoratori, i migranti.

L’appuntamento è in piazza della Rimembranza, dove è stato allestito il palco. Dopo il saluto del sindaco di Pozzallo, Luigi Ammatuna, si sono alternate le testimonianze dei lavoratori (uno del settore del turismo, uno dell’agricoltura ed un immigrato). A questi hanno fatto seguito gli interventi dei tre segretari generali di Cgil, Cisl e Uil. Dopo i comizi, Camusso, Furlan e Barbagallo la scelta di deporre in mare una corona di fiori in memoria dei tanti migranti morti nel Mediterraneo. Migliaia e migliaia di migranti, migliaia di morti. Il dramma che ormai connota il Mediterraneo, a partire dal Canale di Sicilia, chiede un impegno corale dell’Ue all’insegna della solidarietà e dell’accoglienza.

“Basta guerra e tragedie nel Mediterraneo”, che non può e non deve più essere “un cimitero” ma rappresentare “un ponte per chi cerca un rifugio” in Europa, dicono i tre segretari generali, Susanna Camusso, Annamaria Furlan e Carmelo Barbagallo. Per questo chiedono “una svolta” all’Ue e sostengono la necessità di creare un corridoio umanitario, insieme ad un piano di aiuti per evitare “l’esodo” stesso dai paesi d’origine. Ad accompagnare le celebrazioni del Primo maggio, a Pozzallo per la manifestazione nazionale come nelle altre piazze italiane e poi al concertone in piazza San Giovanni a Roma, lo slogan “La solidarietà fa la differenza. Integrazione, lavoro, sviluppo. Rispettiamo i diritti di tutti, nessuno escluso”.

“Per non dimenticare le oltre 1.600 persone che dall’inizio dell’anno hanno trovato la morte a pochi chilometri dalle nostre coste”, insieme a tutte le altre, spiega il numero uno della Cgil, sostenendo che “nessuno può restare indifferente davanti alla strage che si ripete nel Mediterraneo”, che non può essere “più un cimitero, ma un ponte verso l’accoglienza per chi cerca un rifugio in Europa”.

Ma Camusso punta il dito anche contro “chi usa l’accoglienza dei migranti come occasione di lucro”. Pozzallo ospita un centro di primo soccorso e accoglienza. Lo scorso anno vi sono passati oltre 27.700 immigrati, dall’inizio di quest’anno quasi 3.000. La cittadina non arriva a 20.000 abitanti. Molte le vite spezzate. “Ciò che accade nei nostri mari non è dissimile, nei suoi effetti, da un vero e proprio evento bellico” che va fermato insieme “alla ferocia degli scafisti”, insiste Barbagallo. Accanto c’è il tema del lavoro, senza mai dimenticare, prosegue il leader della Uil, che “l’articolo 1 della Costituzione dice che l’Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro”.

E con questo la necessità di creare occupazione, garantendo i diritti, aggiunge Camusso: “La nostra quotidiana fatica è dare tutele e dignità, quella del lavoro, a quel 43% di giovani disoccupati che, soprattutto al sud, rischia di perdere le loro speranze e i loro anni migliori”.

“C’é solo la propaganda di chi continua a dire che con un decreto si crea occupazione”: così il leader della Cgil, Susanna Camusso, dal palco del Primo maggio. “Non ne possiamo più che si divida sempre, i lavoratori dai lavoratori, i precari dai precari”, aggiunge attaccando l’azione del governo.

Il governo fa solo propaganda, insiste Camusso, “sui numeri: abbiamo passato 3 mesi pensando di essere di fronte a chissà quale svolta epocale sull’occupazione, che arrivato il Jobs act era cambiato tutto, poi ci svegliamo la mattina e scopriamo ciò che noi stavamo cercando di dire e cioè che in realtà la crisi non è finita, che sul terreno dell’occupazione continuano ad esserci tante attività che chiudono, che – continua il leader della Cgil – se si riducono gli ammortizzatori sociali quelle persone diventano disoccupati, che ci sono tanti disoccupati di lunga durata e che non trovano una soluzione, che continuano processi di ristrutturazione”. Camusso ribadisce, quindi, l’obiettivo che deve essere quello di ridurre la disoccupazione e che “la riduzione dei diritti non crea occupazione”.

“Purtroppo è un Primo maggio ancora difficile per tanti lavoratori e tante famiglie che devono fare i conti con una crisi lunga e dolorosa”, sottolinea Furlan, sollecitando “una svolta a livello europeo sia sui temi dello sviluppo e della crescita, sia sull’integrazione e l’accoglienza”, che sono “facce della stessa medaglia”.