L’AQUILA – Una nuova forte scossa di terremoto (magnitudo 4.9 sulla scala Richter) è stata avvertita all’Aquila e in Abruzzo alle 23,14 di lunedì. Le località più vicine all’epicentro sono Capitignano, Campotosto, Pizzoli e Barrete. La scossa è stata avvertita distintamente anche in Umbria, Marche e Lazio (fino a Roma). Nelle ore precedenti la terra era tornata a tremare dopo un periodo di relativa calma: una scossa di magnitudo 3.8 era stata registrata alle 21.09 con epicentro tra L’Aquila, Lucoli e Scoppito; una seconda di magnitudo 3,5 si era invece verificata otto minuti più tardi. Un nuovo evento sismico era stato registrato alle 22.08 con magnitudo 3. Il presidente dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (Ingv), Enzo Boschi, ha riferito che sono state registrate nella zona diecimila scosse in una settimana, di cui un migliaio avvertite. CONTROLLI – Proseguono senza sosta i rilievi agli edifici colpiti dal sisma in Abruzzo. I tecnici anche nel giorno di Pasquetta hanno lavorato per verificare i danni e controllare l’agibilità sismica di strutture pubbliche e case private nel capoluogo e nei paesi limitrofi colpiti dal terremoto, per poter far rientrare il prima possibile alcuni sfollati nelle loro case, ma anche nelle imprese per avviare al più presto le attività produttive. 30% EDIFICI INAGIBILI – Si lavora per arrivare a determinare, dove possibile, la dichiarazione di agibilità sismica la quale – spiega la Protezione civile – è condizione necessaria per consentire ai cittadini di rientrare nelle proprie case. Le notizie però non sono incoraggianti. Il 30% degli edifici finora sottoposti a verifica da parte dei tecnici dei vigili del fuoco e della protezione civile sarebbe risultato inagibile, praticamente irrecuperabile. Sono finora poco più di un migliaio le verifiche già effettuate, e il 50% degli edifici è risultato agibile, e questo viene definito dalla Protezione Civile un «dato molto confortante». Il restante 20% è fatto di edifici o abitazioni recuperabili «con provvedimento», cioè con piccoli interventi, e anche questo è un dato ritenuto altrettanto confortante anche se va interpretato. Si tratta però solo di un migliaio di verifiche, manca l’esame nei centri storici. Le verifiche infatti hanno riguardato finora le aree perifiche o semiperiferiche de L’Aquila e degli altri centri abitati interessati dal terremoto. Si ha la convinzione che il quadro cambierà radicalmente nel momento in cui si entrerà nei centri storici, dove i danni provocati dal sisma sono stati sicuramente più devastanti e tali da rendere pressoché irrecuperabili abitazioni ed edifici, e la percentuale quindi dovrebbe variare. La priorità nelle verifiche ha riguardato finora case e scuole, perché si vuole in primo luogo riportare la gente nella propria abitazione e gli studenti in classe, laddove sarà possibile da subito. Verifiche anche negli edifici cosiddetti strategici, legati cioè alle attività istituzionali. Per quanto riguarda i centri storici sarà un’operazione lunga l’accertamento dei danni e quindi si procederà a perimetrare quelle aree dove c’è difatto certezza di danno notevole ed irrecuperabile.
IN ARRIVO I TECNICI UE – Otre ai tecnici italiani già sul posto e a quelli in arrivo dalla prossima settimana giungeranno in Abruzzo 8 esperti messi a disposizione dall’Unione europea per prendere parte alle operazioni. Germania, Grecia, Olanda, Polonia, Slovenia, Svezia, Spagna, Portogallo, Francia e Austria, aggiunge la Protezione civile, hanno già fornito un elenco di nominativi di professionisti che presto potranno contribuire alle verifiche.
FONTE: CORRIEREDELLASERA.IT