Giocare nel quartiere di Sant’Eduardo, nella parte alta di Canicattì, equivale a fare i conti con un serio pericolo di finire all’ospedale a causa dei numerosi pericoli presenti nell’unico campetto dedicato ai giochi dei bambini del quartiere. Nella struttura sportiva infatti, tutto è arrugginito, dalle porte alle reti di sostegno. A bordo campo inoltre, alcuni giorni fa, sono state trovate delle siringhe usate, segno che la zona è meta di tossicodipendenti. Per questo motivo i genitori, preoccupati per la salute dei loro figli, hanno vietato ai ragazzi di giocare all’interno della struttura sportiva attigua alla chiesa di Sant’Eduardo. I genitori residenti nel quartiere, alcune settimane addietro, avevamo provveduto a segnalare la situazione al Comune. Sono passate due settimane abbondanti ma nel campetto di Sant’Eduardo non solo tutto è come prima, ma la situazione è degenerata: le porte sono sorrette con chiodi arrugginiti, mentre le reti di accesso di tutta l’area giochi sono divelte, con i bimbi che vi inciampano finendo a terra con rovinose cadute. Evidentemente qualcuno per agire sta aspettando il cosiddetto morto, visto che sembra che i vigili hanno già effettuato un sopralluogo nella zona. Del problema è stato anche interessato l’assessore allo Sport del comune di Canicattì, Diego Ficarra che si è mostrato particolarmente sensibile alla questione. “ I ragazzi hanno diritto ad un campo giochi degno di essere chiamato con tale nome – commenta l’assessore Ficarra – non ero a conoscenza dello stato di degrado in cui versava questa struttura, appena ho letto la relazione tecnica redatta dagli agenti della polizia municipale che hanno effettuato il sopralluogo, ho subito investito del caso l’ingegnere capo del Comune, Giuseppe Tomasella spiegando che l’intenzione di questa amministrazione è quella di ripristinare il campo giochi per affidarlo successivamente ad una società sportiva che dovrà occuparsi anche della sua manutenzione”. I genitori, da parte loro, annunciano che se la situazione continuerà ad essere caratterizzata da immobilismo, invieranno un esposto alla Procura della Repubblica, affinché la questione possa avere anche risvolti penali oltre che amministrativi, lo si evince, per esempio, dall’art.675 del codice penale (collocamento pericoloso di cose) con l’aggravante che si tratta di una struttura pubblica.