Di discariche abusive in città, con contenuti vari, eravamo abituati a vederne parecchie ma mai era capitato di trovare all’interno di una discarica a cielo aperto resti di animali morti. La macabra scoperta è avvenuta in una discarica abusiva sita in contrada Madonna dell’aiuto. Un residente della zona passando, ha notato una testa di cavallo mozzata ed un capretto morto gettati tra i rifiuti.

Le foto sono state consegnate ai militari dell’Arma al fine di cercare elementi utili per capire da dove provengono tali resti. Non è la prima volta che animali morti vengono gettati nei normali cassonetti dei rifiuti. In un’altra occasione, in contrada Vecchia Dama, erano stati ritrovati tra i rifiuti dei cani, in avanzato stato di decomposizione. In questo caso però si tratta di carcasse di animali di grosse dimensioni. Varie le ipotesi al vaglio degli inquirenti che stanno monitorando il territorio alla ricerca di altre discariche dove potrebbero essere presenti resti simili. A tal proposito i militari dell’Arma invitano i cittadini a segnalare episodi simili in modo da agevolare le indagini.


Potrebbe anche trattarsi di animali malati che invece di essere segnalati alle autorità competenti come Asl e servizio veterinario vengono abbattuti in maniera illecita non consentendo così i dovuti controlli negli allevamenti. E’ chiaro che si tratta solamente di alcune delle ipotesi attualmente al vaglio degli inquirenti. In città il fenomeno dell’abbandono in discariche improvvisate non sembra ridursi, anzi di giorno in giorno aumentano le zone trasformate in zone di accumulo di rifiuti a cielo aperto.

Finora il materiale ritrovato all’interno è stato prevalentemente edile, in qualche caso anche gomme usate. Giornalmente il territorio è setacciato dai volontari e da pattuglie specializzate dei vigili urbani. La legge del 2008 prevede un inasprimento delle pene per chi svolge attività di raccolta, trasporto, recupero, smaltimento, commercio ed intermediazione di rifiuti in mancanza dell’autorizzazione, iscrizione o comunicazione prescritte dalla normativa vigente; nel caso che si tratti di rifiuti non pericolosi, la pena, che prima consisteva nell’arresto da tre mesi a un anno oppure nell’ammenda da 2.600 euro a 26.000 euro, diventa da sei mesi a quattro anni e con la multa da 10.000 euro a trentamila euro; per i rifiuti pericolosi, invece, si passa da una pena che prevede l’arresto da sei mesi a due anni e l’ammenda da 2.600 e 26.000 euro, alla pena della reclusione da uno a sei anni e con la multa da 15.000 euro a 50.000 euro. Intanto continua senza soste l’attività del settore Ambiente della Provincia di Agrigento per la bonifica del territorio. Sono stati effettuati due sopralluoghi per l’accertamento di discariche di rifiuti in alcune zone circostanti il capoluogo, nelle quali continua a verificarsi l’abbandono incontrollato di vari materiali, pericolosi e non. Un altro sopralluogo è stato effettuato insieme ai rappresentanti del corpo Forestale su delega della procura della Repubblica, del genio Civile e del comune di Agrigento in seguito alla scoperta di una discarica abusiva che insiste su una vasta estensione di terreno nel territorio di Agrigento.