Vergogna. Vergogna. Vergogna.
L’unico termine, civile, che su queste colonne posso proferire (a nome di un centinaio di viaggiatori come me) per l’increscioso (altro termine civile) episodio che si è verificato ieri pomeriggio e che si è concluso ieri sera.
In pratica, dopo la fine del turno di lavoro a Palermo, mi accingo, come tanti miei colleghi e no, a prendere il treno per Caltanissetta centrale con partenza delle 14:44 e che da tabellone di Trenitalia veniva dato con 5 minuti di ritardo, nonostante il treno si trovasse già sul posto in anticipo.
Premetto che almeno la metà delle persone poi salite sul treno avevamo precedentemente cercato di contattare telefonicamente le sedi delle autolinee Cuffaro e Sais in orari di ricevimento del servizio telefonico senza tuttavia che nessuno si degnasse di alzare la cornetta (forse c’era uno sciopero sindacale giusto giusto ieri??)
Saliti sul treno, abbiamo dovuto aspettare quasi mezz’ora prima di partire, senza sapere il motivo di tale ritardo: a tal proposito, il personale di Trenitalia, interrogato dai viaggiatori, allargava ogni volta le spalle senza dare risposta alcuna.
Una volta partito, il treno, dopo una ventina di minuti circa, si fermava nuovamente per un altra ventina di minuti circa: anche in questo frangente, il personale di Trenitalia non sapeva fornire le risposte circa il nuovo ritardo.
Arrivati (dopo un ulteriore “sosta” sempre accompagnata da assenze di risposte) alla stazione di Roccapalumba all’orario per il quale era invece previsto l’arrivo alla Stazione di Caltanissetta Centrale, dapprima si scende dal treno (come indicato dal personale del Treno), poi si risale sullo stesso treno: ovviamente confusione più totale, gente che andava e destra e a sinistra tra i vari binari coperti dalla neve, con enorme pericolo di tutti.
Dopo la solita attesa si parte dalla stazione di Roccapalumba (con applauso liberatorio di tutti di viaggiatori) ma dopo pochi minuti il treno si ferma in aperta campagna: per dovere di cronaca, treno che si ferma vuol dire non soltanto che sta immobile, ma che anche si sta al buio (con tutti i bambini che piangevano e con tutti gli adulti che bestemmiavano…). Ovviamente, sempre nessuna spiegazione da parte del personale di Trenitalia, fino a quando dopo i normalissimi momenti di tensione che quasi hanno sfiorato l’insorgenza di una rissa, ci viene detto che il treno si è guastato… e che pertanto si deve nuovamente ritornare indietro presso la Stazione di Roccapalumba, in attesa dell’arrivo di un Treno di soccorso proveniente da Caltanissetta, presso il quale poi trasferirsi per cercare di arrivare a Caltanissetta…
Morale della favola: già fisicamente sul treno prima delle 14:44 con una moltitudine di peripezie degne delle avventure raccontate nella famosa Odissea, si arriva a Caltanissetta Centrale poco dopo le 20:00… con oltre 3 ore di ritardo e tantissima rabbia.
Qualcuno mi dirà: vabbè, siamo in Sicilia, è normale che accada tutto ciò…
Ed io rispondo (nell’unica maniera civile che mi è consentito in questa sede…):
1- A cosa servono gli altoparlanti disseminati all’interno delle carrozze ferroviarie? Solo per ricordare che se si è sprovvisti di biglietto si va incontro alla multa?
Qualche “alto dirigente di Trenitalia” non potrebbe utilizzarli per fornire a tutti i viaggiatori le informazioni sui ritardi e i disservizi, invece di costringere i viaggiatori al passaparola che si propaga da una carrozza ferroviaria ad un altra?
2- Anche i sassi sanno che in in inverno, quando nevica, nevica quasi esclusivamente nel territorio di Lercara-Roccapalumba: non ci vuole mica una laurea per attivare un piano di emergenza (che comunque, lo ricordo, è previsto per legge….).
3- In tutta questa disavventura ovviamente è stata completamente assente (ripeto: completamente assente!!!) ogni forma di assistenza ai viaggiatori, anziani e bambini compresi.