“Ha il numero 1.453 l’ultima segnalazione della fine del 2014. Un numero che contiene decine di migliaia e centinaia di migliaia di piccoli violati. Ne daremo nei prossimi mesi conto con il consueto Report Meter”. Lo rende noto don Fortunato Di Noto, presidente e fondatore dell’associazione Meter di Avola, nel Ragusano, che da anni si batte contro la pedofilia.
“Quest’anno – si legge in una nota – abbiamo preso in considerazione una frase: ‘Dov’è tuo fratello, schiavo o scartato? Dove sono i nuovi schiavi?’ Noi di Meter li abbiamo incontrati nelle ‘favelas tecnologiche e digitali’, da più di 20 anni abbiamo scelto – e non lo faremo mai – di non diventare i complici di abusi, violenze e sfruttamento”.
“Vorremmo fermarci qualche ora, – prosegue don Di Noto – dopo lunghi ed estenuanti giorni di lotta senza respiro per liberare i piccoli schiavi del sesso, della pedofilia e della pedopornografia. Infame e tragico fenomeno. Abbiamo abitato, con specifica e competente umanità il web e le “strade digitali”; le città virtuali e le sue favelas digitali (dai siti, ai social, ai blog, al deep web) sono state ‘monitorate’, attenzionate per chi è naufragato o si è trovato alla deriva. Presenti, sempre e continueremo a farlo. Tanti anni, molti, di attività e di dolore visto. Come tanti sono stati, direttamente e indirettamente salvati da queste nuove e inquietanti forme di schiavitù. Una schiavitù che non ha età, ma che predilige i bambini da pochi mesi a un massimo di 12/13 anni. Chi ‘ama’ perversamente i bambini è crudele, reietto, vomitevole”.
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