“Se il flusso di migranti dalla Libia verso le nostre coste tornasse intenso ci metterebbe in grande difficoltà. Stiamo valutando con il ministro del Lavoro se aprire un nuovo decreto flussi, ma la situazione economica è drammatica, non è che abbiamo molta offerta di occupazione. Abbiamo invece fatto il decreto sugli stagionali perché eravamo sicuri che il mercato li assorbisse”. E’ quanto ha affermato il ministro dell’Interno, Annamaria Cancellieri, nel corso di un’audizione alla commissione parlamentare Diritti umani.

“Entro maggio – ha aggiunto – si deciderà se mantenere lo stato di Lampedusa ‘porto non sicuro’ per lo sbarco di migranti. A giorni ci sarà un nuovo sopralluogo sull’isola per vedere se siamo in grado di garantire l’accoglienza temporanea ai migranti: valuteremo poi se il porto è o non è sicuro. Questa cosa la risolviamo entro maggio, quando avremo un’idea precisa su disponibilità e strutture”.

Cancellieri ha ricordato l’accordo verbale siglato con la Libia nella sua visita a Tripoli del mese scorso. “I nostri interlocutori – ha spiegato – mi son sembrati molto sensibili sul tema dei diritti umani, ma lì la situazione è fluida, ci saranno le elezioni e bisognerà vedere chi emergerà”.

L’intesa con Tripoli prevede, tra l’altro, ha rilevato, “l’intenzione di riprendere i lavori per un centro sanitario a Kufra che sarà realizzato per le esigenze di primo soccorso degli immigrati, a fronte dell’impegno libico ad assicurare idonee condizioni di sicurezza per il personale impegnato nei lavori. Verranno anche effettuati sopralluoghi per verificare il quadro delle esigenze dei centri per immigrati in Libia e sarà anche ripreso un progetto per la realizzazione di un sistema di gestione dei dati per l’anagrafe civile”.

Italia e Libia, ha proseguito il ministro, “collaboreranno per incoraggiare il rientro e il rimpatrio degli immigrati presenti in Libia verso i Paesi di origine”. Quanto ai pattugliamenti in mare, ha aggiunto, “che pure hanno costituito in passato un utile deterrente per gli arrivi indiscriminati, rappresentano un dispositivo cui ricorrere se necessario, tenendo conto dello scenario di emergenza in cui andranno a collocarsi e quando l’azione preventiva nonostante gli sforzi profusi non sarà risultata efficace”.