A 20 anni dalle stragi di Capaci e di Via D’Amelio il 2° Circolo didattico di Favara, che è intitolato proprio alla memoria dei due Giudici uccisi da Cosa Nostra, ha voluto ricordare l’impegno ed il sacrificio di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino con una cerimonia “per non dimenticare”. All’incontro è intervenuta la sorella del giudice Borsellino, l’eurodeputato Rita Borsellino che si è rivolta ai ragazzi con un toccante discorso che ha raggiunto il cuore di tutti i presenti. “La vera antimafia si fa a scuola, in questa grande palestra di vita e di formazione dei ragazzi – ha detto l’on. Rita Borsellino- che deve puntare a far diventare uomini e donne gli attuali bambini. Bisogna avere come punto di riferimento il bene comune delle città, sentire proprio ciò che appartiene ad una comunità. Cambiare strada rispetto ad atteggiamenti di silenzio e di omertà che spesso in passato si sono registrati con frequenza. Il sacrificio di Giovanni, Francesca Morvillo, mio fratello Paolo, tutti i ragazzi della scorte, ma anche gli altri uomini delle Istituzioni e delle Forze dell’ordine condannati a morte dall’organizzazione criminale che fa capo a Cosa Nostra, oggi deve rappresentare un motivo per un impegno civile da parte di tutti. A distanza di venti anni mi chiedo ancora non chi, ma perché hanno ucciso Paolo, un uomo che amava la vita, la giustizia, i ragazzi, la Sicilia. C’è ancora tanto mistero attorno alla strage di via D’Amelio. Era necessario distruggere oltre 170 appartamenti per uccidere un uomo solo? Perché questa dimostrazione di forza? Riflettiamo su quanto accaduto. I ragazzi di oggi devono avere come esempi di riferimento, non il bullo o il prepotente del quartiere, ma il docente che si spende in aula ogni giorno, il volontario che aiuta la povera gente, il cittadino che vive la propria quotidianità in maniera attiva, avendo come punto di riferimento la legalità”.

Rita Borsellino si è pure emozionata e commossa alle domande rivolte dai ragazzi del giornale della scuola. Molte domande facevano riferimento al contenuto del libro scritto proprio dall’eurodeputato “Nata il 19 luglio”. “Il quel giorno moriva Paolo, gli uomini della scorta, ma in me è nato un sentimento di ribellione che poi si è trasformato in quotidiano impegni civile, sociale e politico. Oggi al parlamento europeo sto portando avanti un disegno di legge su tutte le mafie che hanno messo i propri tentacoli anche in Stati del Nord Europa. Proprio il 23 maggio, data molto significativa e che ricorda la strage di Capaci, sarò in aula a Bruxelles per relazionare il mio rapporto, che proprio in quella data sarà discusso ed approvato”.

Rita Borsellino si è pure commossa appena i ragazzi della scuola hanno suonato “La vita è bella” di Nicola Piovani. Una emozione che ha contagiato tutti i presenti e tutte le autorità che sono intervenute, come il Prefetto Vicario Diomede, il Colonnello dei Carabinieri Sciuto, il Questore Bisogno, il Colonnello della Guardia di Finanza Porzio.

Suggestivo il momento della scopertura del bassorilievo realizzato dallo scultore Carmelo Sciumè, che è anche un genitore di una alunna della scuola.

“L’opera ritrae i due magistrati in una delle poche foto che li immortala con il sorriso – ha detto il Dirigente Scolastico Antonietta Maria Morreale- e che per noi è diventata l’icona della scuola. Questo bassorilievo lo abbiamo voluto collocare su uno dei simboli della scuola, la classica lavagna nera. Entrando ogni mattina a scuola i due Magistrati ci accoglieranno con il loro sorriso e saranno sempre tra noi”.

Ammirando il bassorilievo Rita Borsellino ha commentato: “Giovanni e Paolo amavano scherzare tra di loro, fare le battute, ridere e sorridere. Dopo Capaci, Paolo ha perso oltre all’amico ed al collega Giovanni, all’amica Francesca Morvillo anche il suo sorriso”.