Un fantasma si aggira tra le mura del Parlamento. Un fantasma che potrebbe prendere forma nel mese di dicembre e che, si mormora, potrebbe avere le sembianze di un vampiro destinato a fare visita a tante famiglie e pensionati, per soddisfare l’insana voglia di succhiare il sangue ai poveri mortali, anche se ormai divenuti quasi anemici. Lo so, non ve lo dice la televisione e nemmeno i giornali, ma della voce che corre ogni parlamentare ne ha traccia, seppure tacciono colpevolmente. Voci che si diffondono nei corridoi del “Palazzo” e che parlano di un’ipotesi allo studio del governo per fare ancora cassa: il congelamento delle tredicesime dei dipendenti pubblici e di larga parte dei pensionati. Ipotesi che circola fin dai tempi della “messa a punto della spesa pubblica” – poi accantonata ma non soppressa, mentre spunta fuori un piano di nuovi tagli per sei milioni di euro (anche questo nessuno ve lo dice). Illazioni dice qualcuno, illazioni che, come al solito, possono nascondere una strategia comunicativa: fare parlare di tagli alle tredicesime per preparare l’opinione pubblica e poi magari intervenire in modo meno drastico, ma intervenire ugualmente in tal senso. Non dimentico che tra un’illazione e l’altra si sono susseguite fin troppe “macellerie sociali”. Pure la Confederazione dei Commercianti aveva lanciato l’allarme, subito smentita dal governo nazionale: “non ci sono allo studio taglio di tredicesime”. Speriamo sia vero.
Perché non se ne può più, perché in questi nove mesi Monti si è solo limitato ad applicare le ricette imposte dalle istituzioni comunitarie (per salvarci dallo spread, dicono) con l’ormai famosa e disastrosa lettera della BCE dell’agosto scorso e benedetta da tutta la maggioranza che sostiene questo governo, fatta eccezione per le poche voci contrarie, peraltro accusate di anti-europeismo e di irresponsabilità. Ma se il mandato ricevuto da Monti era solo quello di rispettare gli ordini di Bruxelles, o dei poteri finanziari aggiungo io, dobbiamo anche prendere atto del suo fallimento totale, del disastro combinato in maniera irrimediabile tanto che lo “spread” – parolaccia indefinibile e ambigua, sale ancora piuttosto che scendere. Non ci potrà mai essere fiducia verso una nazione che taglia soltanto e non investe copiosamente per fare crescere l’economia. Questa è una nozione di scuola elementare, non ci vuole certo la zingara e nemmeno banchieri e professori della Bocconi per capirlo. Persino in America, dove la crisi ha avuto inizio, ci guardano con stupore e con un certo sarcasmo sulla debolezza della politica, perché non riescono a credere come siamo così ottusi da continuare con le misure di austerità che non hanno fatto altro che peggiorare la situazione.
Fino a quando, dunque, questo governo sarà “esecutore di ordini” di quel mercato finanziario e delle agenzie di rating che stanno decidendo le sorti della democrazia e dei popoli? Fino a quando e come potrà sopravvivere l’Italia dopo il “Fiscal Compact” deciso dai tecnici ed approvato da questa strana maggioranza parlamentare che, oltretutto, stravolge persino la Costituzione, con noncuranza e senza pensarci su due volte?

Salvatore Ferrara