“Dialogheremo col Nuovo Centrodestra di Alfano. Più largo è il consenso, più stabile è il governo”. Il presidente della Regione siciliana, Rosario Crocetta, raccoglie l’appello alla collaborazione istituzionale rivoltogli da Giuseppe Castiglione, ex coordinatore del Pdl e ora fra i fondatori del nuovo partito di Alfano in Sicilia.

Ma, avverte il governatore, nessuno si aspetti nuovi equilibri in giunta. Anzi, è la sintesi della sua analisi, in un quadro di sostegno che potrebbe ampliarsi se si manifesterà l’esigenza di un rimpasto bisognerà individuare figure non riferibili direttamente a una parte politica ma graditi a tutte quelle che sostengono la giunta.

“Intanto – aggiunge – vorrei dire che è apprezzabile lo sforzo di chiarezza avvenuto nel Pdl. Se una parte della destra abbandona l’area dei falchi per proiettarsi verso una destra moderata ed europea, non può che essere positivo. Ciò aumenta il senso di responsabilità verso le istituzioni. E, in estrema sintesi, ci mette al riparo dal rischio di elezioni. Non bisogna tornare a votare, nè a Roma nè alla Regione”.

“Mi sento regolarmente con Alfano – rivela Crocetta -. Potrei dire di averlo anche incoraggiato in questa azione di rottura e dunque nel suo nuovo percorso. È un percorso che condivido e che porterà in Parlamento regionale ad un dialogo serrato perché ora a Roma un’area del centrodestra sostiene un governo che è fatto dagli stessi partiti che sostengono il governo regionale. Ma vorrei ricordare che fin dall’inizio io ho sempre aperto al dialogo con tutte le forze parlamentari. Perché il mio obiettivo è di superare una fase di conflitto che fa parte di un modo di fare politica del passato e con il quale non si esce dalla crisi”.

Alla domanda su che tipo di dialogo pensi, Crocetta risponde: “Penso a una collaborazione istituzionale. Le inchieste della magistratura, a cui ha collaborato il governo, stanno smantellando vecchi sistemi facendo emergere gli scandali. Ma ora bisogna lavorare a riforme non più rinviabili. Dobbiamo portare in Sicilia lavoro e sviluppo. Abbiamo preso una Regione sull’orlo del fallimento, ora siamo nelle condizioni di intercettare i primi segnali di ripresa economica che si intravedono. Ma senza una collaborazione istituzionale non si può fare. Se perdiamo un mese per approvare le semplici variazioni di bilancio, quanto impiegheremo per la Finanziaria? Avevo cercato la stessa collaborazione nei grillini ma c’è stata solo a fasi alterne. Da parte mia non mancherà il dialogo, soprattutto con chi dimostra di volerlo”.

“Io – prosegue – parto da un presupposto. Non dobbiamo più pensare ad una giunta in cui ogni assessore appartiene a una forza politica, o peggio, a una corrente. Tutto il governo deve essere espressione della coalizione. Proviamo a fare questo sforzo nuovo. Diciamo no alle lottizzazioni. La rivoluzione si fa con progetti collettivi. Creiamo un clima collegiale in cui tutti discutono e collaborano”.

L’attuale giunta regionale, per Crocetta “ha questa dote. Anche se ogni tanto vedo qualche piccola pecca, che però è frutto del pressing politico. Ma in questo momento la Sicilia ha bisogno di stabilità e di dialogo per mettere al centro legalità, sviluppo e lavoro e utilizzare al meglio le risorse che ci sono”.

“Mi aspetto – aggiunge – più collaborazione col governo nazionale. Rispetti lo sforzo di una Regione che in un anno ha tagliato 2.5 miliardi. Abbiamo chiesto di allentare un po’ i vincoli del patto di stabilità, sia per la Regione che per i comuni. Sarebbe fondamentale. E poi mi aspetto che non ci arrivino attacchi dai ministri”.