matteo-renzi-premier-2-300x200E’ il giorno di Matteo Renzi a Catania. Una visita lampo per incontrare alcune delle eccellenze siciliane e per portare attraverso il sindaco Bianco il suo messaggio di incoraggiamento a Catania, soffocata nelle morsa della crisi e della fame di lavoro. Ma per il premier è stata anche una giornata di contestazioni.

IL TWEET PRIMA DELL’ARRIVO. “Italia ha tanti problemi, ma anche tante storie bellissime. Non mi faccio chiudere nei palazzi e vado ad ascoltarle, come sempre #sud”, ha scritto il premier prima del suo arrivo a Catania e delle tappe successive a Reggio Calabria e nell’Avellinese.

VISITA ALLA 3SUN. Il primo appuntamento è al sito della 3Sun, azienda del gruppo Enel Green Power che produce pannelli solari di ultima generazione. Davanti allo stabilimento il premier si è fermato a parlare con sei delegati della Fiom e con due della Micron con cui ha parlato della vertenza in corso.

“Qualcuno ci vorrebbe chiusi nei palazzi, ma io giro come una trottola per l’Italia perché vedo che ci sono tanti problemi, ma anche tante eccellenze come questa. I pannelli che produce sono i migliori al mondo perché sono realizzati con la tecnologia più avanzata. Questo è un distretto straordinariamente forte come capacità di invenzione”, ha dichiarato Renzi.

“Mi sono fermato a salutare ragazzi e ragazze della Fiom di Catania per sottolineare come la vertenza Micron, che aveva 429 esuberi, è stata sostanzialmente risolta: restano sette posizioni da sistemare e le sistemeremo”, ha continuato il premier. “Gli occupati stanno aumentando, con più di centomila occupati da febbraio. Ma non basta: siccome negli anni precedenti si è perso un milione di posti di lavoro, per riuscire a recuperare c’è ancora tanto tanto lavoro da fare e lo faremo. Occorre guardare il bicchiere mezzo pieno perché gli occupati stanno aumentando anche se di poco, rispetto a quello che vogliamo”.

“Il numero dei nuovi assunti a tempo indeterminato negli ultimi sei mesi sta crescendo. Il numero dei disoccupati aumenta statisticamente – aggiunge – anche perché c’è chi per la prima volta si sta iscrivendo nelle liste di disoccupazione e questo è un fatto positivo. Ci sono tante crisi aziendali aperte – osserva il premier – ma noi cerchiamo di risolverle”. Renzi ricorda inoltre: “L’ultima volta che sono venuto in Sicilia c’era la questione di Gela aperta che è stata risolta. Termini Imerese ha iniziato un percorso con spirito costruttivo e con clima di collaborazione”.

MA IL SINDACATO E’ INFEROCITO – Visione un po’ dissimile quella di Luca Vecchio, segretario nazionale dell’Ugl Metalmeccanici con delega alla Microelettronica, Energie rinnovabili e Green economy: “Speravamo che la visita di Renzi alla 3Sun potesse essere un’occasione di incontro con i sindacati. Così non è stato, e per questo abbiamo deciso di proclamare lo stato di agitazione in 3Sun e in Micron per manifestare tutto il nostro dissenso verso un governo che oggi ha dimostrato ancora una volta di essere distante dai veri problemi del paese”.

“Avremmo voluto confrontarci con il premier – aggiunge il sindacalista – sulla situazione industriale in cui versa la 3Sun e sulla vertenza Micron perché, nonostante gli accordi presi, alcuni lavoratori attendono ancora di essere ricollocati. Così come, sui tanti problemi che affliggono il territorio siciliano, in particolate sullo stato di assoluto abbandono in cui versa la zona industriale di Catania, e sull’assenza delle istituzioni, in primis della Regione”.

“Tutto questo – conclude Vecchio – si aggiunge alle misure adottate dal governo con il Jobs act e con la legge di stabilità che penalizzano ulteriormente le fasce più deboli. Alla luce di quanto accaduto oggi siamo ancor più convinti che la risposta più giusta agli atteggiamenti di questo governo sia lo sciopero generale del 12 dicembre”.

RENZI AL WORKING CAPITAL – Il premier, insieme con il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Graziano Delrio, si è poi spostato nell’incubatore d’impresa Working Capital di Telecom Italia. “Credo che oggi qui ci sia un messaggio di speranza da dare: che le idee possono smettere di essere sogni e diventare realtà. Credo che il luogo, la residenza di questa sfida, sia in questo palazzo. Naturalmente dobbiamo fare di più, dobbiamo far meglio tutti. Però intanto io vorrei dire che anche questo è Sud e non è soltanto un racconto negativo quello che viene fuori. Se riparte il sud riparte l’Italia. Questa è la priorità”. Durante la visita il premier ha incontrato il presidente di Telecom Italia Giuseppe Recchi.

IL PREMIER IN MUNICIPIO. Quindi Renzi è stato accolto in municipio dal sindaco Enzo Bianco. “Abbiamo perso un milione di posti di lavoro in sei anni – ha detto il premier -. Ci vuole tempo per recuperare. Intanto abbiamo oltre centomila nuovi assunti perché ci sono aziende che vanno avanti, ricordiamoci. Quindi, coraggio che ce la. Io non ci sto chiuso nel palazzo, ho fatto il sindaco. Contestazioni o non, staremo in mezzo alla gente tutte le settimane. Si stancheranno prima loro, noi non ci stanchiamo. La legalità è un elemento positivo della nostra mentalità. Venti anni fa loro avevano una caratteristica, poi hanno modificato il loro agire, e noi dobbiamo essere più pronti di loro a cambiare. Vorrei salutarvi dicendo cari colleghi, ma in realtà non lo sono più. Non è una passerella ma un tentativo di portare avanti le cose iniziate, e di fare un punto”.

PROTESTE IN PIAZZA DUOMO. In occasione dell’arrivo di Renzi, alle 12.30 in piazza Università si è tenuto il concentramento della manifestazione di protesta di studentesse e studenti, precari, lavoratrici e lavoratori, collettivi, movimenti e soggetti politici. “Lo slogan – si legge in una nota – è ‘disoccupazione, sfratti, precarietà. Cacciamo Renzi dalla città'”.

Tra i motivi della protesta vengono elencati dai manifestanti: “L’approvazione del Jobs Act che precarizzerà ancora di più il lavoro e annullerà i diritti di lavoratrici e lavoratori, l’approvazione del decreto Sblocca Italia che apre la strada alla cementificazione del territorio e alle trivellazioni nel nostro mare, i tagli previsti in finanziaria per istruzione, sanità ed enti locali (solo il Comune di Catania subirà 10 milioni di euro di tagli), un tentativo di riforma della scuola che vuole privatizzare ancora di più l’istruzione pubblica, sono misure inaccettabili che vanno bloccate”.

All’iniziativa hanno partecipato, in maniera distinta, organismi sindacali della Cisl e della Fsi, e appartenenti a collettivi, associazioni e movimenti catanesi che non hanno preso parte agli scontri. Questi ultimi hanno esposto due striscioni: uno con la scritta “Cacciamo Renzi da ogni città”, e l’altro con lo slogan “Renzi come Berlusconi #Nojobsact, tagli, precarietà e sfruttamento”.

Un mini-corteo, composto da una ventina di persone, appartenenti ai centri sociali, che tentava di arrivare in piazza Duomo, vicino al municipio di Catania, è stato bloccato dalla polizia in via Vittorio Emanuele. Gli agenti sono schierati in tenuta antisommossa ma non ci sono stati contatti. I manifestanti scandiscono slogan contro il premier, gridando ‘Buffone, buffone’.

Lasiciliaweb