oldjail_runNotte movimentata nel carcere di Trapani, dove un gruppo di detenuti tunisini, nella sezione Mediterranea dove si trovano molti extracomunitari, avrebbe aggredito le guardie penitenziarie.

I disordini sarebbero iniziati all’arrivo di venti detenuti provenienti da altri istituti di pena siciliani. Quando il personale di polizia ha cercato di sistemare i primi uomini nelle celle, cinque tunisini  avrebbero aggredito i poliziotti e fomentato la protesta dell’intera sezione.


I detenuti hanno cominciato a battere sulle porte blindate pentole ed altre stoviglie, dando vita ad una rumorosissima protesta. I cinque detenuti accusati delle aggressioni sono stati arrestati ed isolati.

“Cinque agenti sono rimasti feriti: uno di loro ha riportato la frattura scomposta dell’avambraccio destro, mentre gli altri colleghi hanno prognosi che vanno dai cinque ai dieci giorni”, annuncia Eugenio  Sarno, segretario generale della Uil Pa penitenziari. 

“La situazione – aggiunge – è tornata sotto controllo, ma quanto accaduto deve far riflettere sull’opportunità di interventi immediati atti a deflazionare il grave sovrappopolamento delle carceri italiane o episodi come quello registrato a Trapani saranno cronaca quotidiana”.

Nella sezione Mediterranea, con gli ultimi venti arrivi, sono presenti 316 detenuti a fronte di una capienza di 180 posti. Nell’istituto penitenziario ci sono 502 persone su una capienza di 282 detenuti. La Uil penitenziari da tempo ha lanciato l’allarme sulla ingestibilità degli istituti di pena. 

“Dopo quanto accaduto a Trapani – dice Sarno – il ministro Alfano, il Governo e tutto il Parlamento hanno il dovere di aprire immediatamente un confronto parlamentare sulle possibili soluzioni per evitare una catastrofe annunciata. L’emergenza penitenziaria va risolta con interventi immediati e mirati”. 

Fonte: lasiciliaweb