Il carabiniere Salvatore Rotolo, è comparso ieri mattina davanti a Gip Alberto Davico per l’interrogatorio di garanzia. Presenti il pubblico ministero, Giacomo Forte, gli avvocati difensori del militare, Alfonso Neri e Salvatore Pennica.

Sul capo di Rotolo pende l’accusa di omicidio preterintenzionale ed altri reati. Il militare è rimasto in silenzio, rifiutandosi di rispondere alle domande formulate dal Gip. Il carabiniere si è avvalso della facoltà di non rispondere, così come richiesto dalla strategia processuale concordata con i suoi legali.


Dopo la prima notte passata nel carcere di contrada Petrusa, il militare è apparso molto provato. L’avvocato Alfonso Neri al termine dell’interrogatorio ha formalizzato la richiesta di valutare l’opportunità di trasferire il carabiniere dal carcere di contrada Petrusa, dove attualmente si trova in isolamento, in un carcere militare. Questo per evitare che possano accadere azioni di vendetta, da parte di altri detenuti.La richiesta è già al vaglio dei magistrati, che in tempi brevi daranno una richiesta.

La Procura della Repubblica continua a mantenere la sua posizione e nonostante la derubricazione del reato da omicidio volontario in preterintenzionale, continuerà, probabilmente sino alla richiesta di rinvio a giudizio, a sostenere la primitiva ipotesi di reato. Nel frattempo si spera di identificare il complice di Rotolo, l’uomo che probabilmente lo ha aiutato, forse per trasportare il cadavere pochi istanti prima dell’incendio.

I familiari della Alfano, la commessa con la passione per le sfilate, già nelle ore successive al ritrovamento della salma carbonizzata avevano avanzato, davanti alla polizia, sospetti sul ruolo di Rotolo in quello che sembrava essere un incidente stradale. Lo si evince dalle pagine dell’ordinanza di custodia cautelare in carcere, eseguita ieri pomeriggio, nei confronti del militare.

La mamma di Antonella Alfano, Giovanna Saieva, ha raccontato d’aver chiamato più volte, alle 11.30 di quel 5 febbraio, la figlia al cellulare, senza però avere risposta. Mezz’ora dopo, la donna, preoccupata, si è recata a casa della figlia, nel quartiere di Monserrato. Avrebbe bussato più volte ma senza alcuna risposta. Giovanna Saieva, mentre stava per tornare indietro, avrebbe incontrato il convivente di Antonella “che guidava la macchina parlando al cellulare”.

Raggiunto a casa il convivente della figlia, la donna, si legge nell’ordinanza, ha trovato la nipote Elide “ghiacciata, con le mani fredde, e il pannolino sporco, mentre Rotolo era sudatissimo”. Alla domanda della Saieva su dove fosse Antonella, Rotolo ha risposto di non saperlo. I due si sarebbero messi, a questo punto, in macchina per cercare la donna e in quel momento la Saieva avrebbe notato dei “graffi che Rotolo aveva al collo”.

La neonata è stata portata a casa della sorella per essere lavata e cambiata. Una circostanza anomala, evidenziata dalla madre ai poliziotti, “perché Antonella non avrebbe mai lasciato da sola e sporca la bambina”. Dai racconti dei familiari della vittima, emerge che due giorni dopo il delitto la sorella Rossana avrebbe trovato in casa di Antonella e del carabiniere la borsetta della giovane commessa, con dentro i documenti, il portafogli e i soldi. Rossana Alfano ha dichiarato che “la sorella, persona molto precisa, non sarebbe mai uscita senza soldi e documenti”.

Ieri nella puntata di Quarto Grado, su Rete4, la sorella di Antonella ha chiesto che sia fatta piena giustizia e verità e che i colpevoli subiscano la condanna del carcere a vita, provata dal dolore, ha inoltre ribadito che il ritrovamento della castagna nelle vie respiratorie della sorella è una circostanza curiosa in quanto era notorio che Antonella non ne mangiasse.