I carabinieri della Compagnia di Cammarata coadiuvati dai militari della stazione di Casteltermini, ad integrazione dell’operazione antimafia denominata “Kamarat”,(che ha già portato all’arresto di 4 esponenti di Cosa Nostra), hanno arrestato il presunto capo famiglia di Casteltermini, Vincenzo Di Piazza, 71 anni. Il provvedimento di custodia cautelare in carcere è stata emesso dal Gip del Tribunale di Palermo Fernando Sestito, su richiesta del sostituto procuratore della Direzione distrettuale antimafia, Giuseppe Fici. Il castelterminese, in concorso ed unitamente ad altri soggetti (fra cui Brusca Giovanni, Bagarella Leoluca Biagio, Brusca Enzo Salvatore, Monticciolo Giuseppe, Chiodo Vincenzo, Di Caro Antonino, Costanza Antonio, Messina Gerlandino, Longo Salvatore, Falzone Alfonso, Putrone Luigi, Traina Michele, Buggea Giancarlo, Accascio Ignazio e Sardino Giuseppe), avrebbe fatto parte, con ruolo di capo, della famiglia mafiosa di Casteltermini; con l’aggravante di aver concorso ad una associazione armata, avendo i componenti della medesima la disponibilità di armi ed esplosivi per il conseguimento delle finalità dell’associazione miranti al controllo di attività economiche finanziate con il prodotto, profitto e prezzo di altri delitti. Di Piazza è stato rinchiuso nel carcere di Agrigento. L’odierna operazione rappresenta un prosieguo dell’operazione denominata “Kamarat” che il 18 maggio del 2011, portò alla cattura di altri 4 soggetti di spicco nell’ambito dell’organizzazione mafiosa agrigentina, in esito ad approfondite investigazioni svolte dalla Compagnia dei carabinieri di Cammarata, finalizzate ad illuminare l’attuale composizione delle famiglie mafiose di Cosa Nostra operanti nel territorio dei Comuni di Cammarata, San Giovanni Gemini, Castronovo di Sicilia e Casteltermini. Particolare importanza, in tale prospettiva, hanno rivestito le dichiarazioni rese da collaboratori di giustizia di significativo peso all’interno dell’organizzazione criminale e di comprovata attendibilità quali Alfonso Falzone, Luigi Putrone, Ciro Vara, Maurizio Di Gati, Antonino Giuffrè, Giuseppe Salvatore Vaccaro e Beniamino Di Gati, sulle quali si è di volta in volta appurata la veridicità attraverso i positivi riscontri da parte dei carabinieri. Da ultimo sono risultate decisive per l’arresto del Vincenzo Di Piazza, le dichiarazioni rese dal neo-collaboratore di giustizia Maurizio Carruba, già appartenente alla famiglia mafiosa di Campofranco. Pesanti dichiarazioni, che hanno consentito al Gip, che già in precedenza aveva rigettato un’analoga richiesta di custodia cautelare in carcere a carico del Di Piazza, di superare ogni dubbio sulla sussistenza di gravi indizi di colpevolezza in ordine al perdurante ed attivo inserimento del predetto nella famiglia mafiosa di Casteltermini, con funzione direttiva. A carico di Vincenzo Di Piazza, grava già un precedente arresto avvenuto nel 1995, con successiva condanna per associazione per delinquere di tipo mafioso, per aver favorito la latitanza dell’allora capo della provincia mafiosa di Agrigento, Salvatore Fragapane, il quale avrebbe trascorso la sua latitanza in un casolare, messo a disposizione proprio dal castelterminese.