Riconosciuto a una pubblicista il segreto professionale. Il tribunale di Palermo ha accolto la richiesta di Maria Letizia Affronti nel processo al sindaco per la vicenda dello skipper Il presidente dell’Ordine, Riccardo Arena: “Una decisione importante, che ribadisce quanto abbiamo sempre sostenuto”
Anche i giornalisti pubblicisti possono avvalersi del segreto professionale: lo hanno stabilito i giudici della terza sezione del tribunale di Palermo nel corso del processo al sindaco del capoluogo Diego Cammarata e allo skipper Franco Alioto per abuso d’ufficio e truffa. Il collegio presieduto da Vincenzina Massa, dopo una breve camera di consiglio, ha accolto la richiesta di Maria Letizia Affronti, collaboratrice dell’inviata del Tg satirico Striscia la Notizia, Stefania Petyx, per la vicenda del dipendente della società comunale Gesip, che, secondo l’accusa, durante l’orario di lavoro faceva lo skipper per la barca privata del sindaco. Dal reportage partì un’indagine per abuso d’ufficio e truffa a carico di Alioto, del sindaco e degli ex vertici della Gesip.
La giornalista ha chiesto di avvalersi del segreto quando il legale di uno degli imputati le ha chiesto il nome di una fonte. Il riconoscimento del segreto professionale ai pubblicisti non è scontato: l’articolo 200 del codice di procedura penale prevede infatti che se ne possano avvalere solo i professionisti e nei mesi scorsi il tribunale di Enna aveva condannato la corrispondente del quotidiano La Sicilia, Giulia Martorana, per non avere rivelato la fonte di una notizia. Un altro cronista, Josè Trovato del Giornale di Sicilia, è sotto processo per lo stesso motivo, sempre a Enna. Contro questo tipo di interpretazione restrittiva della legge hanno sempre protestato l’Ordine dei giornalisti, la Fnsi e l’Associazione siciliana della Stampa, pronti a sostenere la Martorana nel ricorso da presentare alla corte d’appello di Catania.
“Il riconoscimento del segreto professionale alla collega Maria Letizia Affronti – ha sottolineato il presidente dell’Ordine dei giornalisti di Sicilia, Riccardo Arena – è un passaggio molto importante e ribadisce quanto abbiamo sempre sostenuto, e cioè che chiunque svolge attività giornalistica in forma professionale ha diritto alla tutela del segreto sulle informazioni di carattere fiduciario. Il diritto al segreto – ha proseguito Arena – è peraltro riconosciuto dalla legge istitutiva dell’Ordine a tutti i giornalisti, senza distinzione tra professionisti e pubblicisti. Ci auguriamo che la importante decisione del tribunale di Palermo possa essere presa a modello anche da altre autorità giudiziarie, prima fra tutte quella di Enna, che nei mesi scorsi ha condannato la collega pubblicista Giulia Martorana e che sta ancora processando l’altro pubblicista Josè Trovato, per essersi comportati allo stesso modo di Maria Letizia Affronti, il cui atteggiamento è stato ritenuto legittimo dai giudici palermitani”.