Un posteggiatore abusivo imponeva una sorta di pizzo a un quattordicenne Tamil che passava in bici, nella zona da lui “controllata”, per andare a vendere rose, nei pressi del teatro Politeama nel centro di Palermo. Per questo motivo la terza sezione del Tribunale di Palermo ha condannato a quattro anni e quattro mesi, con il rito abbreviato, Antonino Di Vincenzo, 37 anni, accusato di estorsione e lesioni su minore.
Secondo il pm Daniele Paci (che aveva chiesto sette anni e sei mesi), Di Vincenzo, chiedeva al ragazzo sistematicamente “i soldi per prendere il caffè”. A novembre 2010 l’estortore venne sorpreso dai passanti mentre picchiava il ragazzino con una mazza di legno. L’uomo venne così arrestato in flagranza di reato.
A tal proposito, il magistrato Gioacchino Natoli, presidente del tribunale di Marsala intervenuto al terzo incontro del ciclo di seminari organizzato a vent’anni dalle stragi dalla fondazione Falcone ha sottolineato: “Da 10 anni a questa parte il fenomeno del pizzo riguarda un territorio sempre più vasto e con un livello di imposizione tale per cui nessun commerciante può sfuggire più, neanche i venditori ambulanti che nei decenni precedenti hanno goduto di una certa immunità”.
“Da quando il ricorso all’ergastolo è diventato più frequente e sono aumentati i detenuti tra le fila di Cosa Nostra – ha aggiunto Natoli – l’organizzazione ha l’onere di dover pagare ogni mese qualcosa per le famiglie dei detenuti. Fatto salvo il principio di dover perseguire sempre l’estorsione, bisogna avere chiaro che essa è il mezzo e non il fine dell’associazione per avere il controllo del territorio”.