Sono diciotto gli indagati dell’inchiesta condotta dalla Procura di Milano che ha scoperto un vasto giro di fatture false ed evasione dell’Iva per centinaia di milioni di euro. La gran parte di questi sono della provincia di Agrigento e in particolare di Canicattì e Ravanusa.

Personaggio chiave dell’inchiesta sarebbe Paolo Vivacqua, l’imprenditore ravanusano assassinato nel novembre scorso a Desio. Sarebbe stato lui il vero ideatore delle società di comodo che hanno portato al giro vorticoso di denaro. Ieri mattina Paolo Vivacqua sarebbe finito in manette se non fosse stato ammazzato.


In carcere però ci sono finiti i figli Daniele, Gaetano e Antonio Vivacqua, tutti residenti in Lombardia. Tra i fermati anche i fratelli Vincenzo e Mario Infantino, Giuseppe Biondo e Calogero Licata Caruso, tutti ravanusani, residenti in Lombardia. A Ravanusa uomini di fiducia della famiglia Vivacqua sarebbero stati Vincenzo Napoli, 42 anni, e Giovanni Scibetta, 42 anni, nati a Canicattì, ma residenti a Ravanusa, entrambi disoccupati, arrestati dai finanzieri del Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di finanza di Agrigento, guidati dal tenente colonnello Antonio Cecere e dal tenente Antonio Schiazza.

Secondo i giudici milanesi Paolo Vivacqua quale amministratore e gestore di fatto di tutte le società coinvolte nell’inchiesta, coordinava e dirigeva l’attività illecita del gruppo, impartendo ordini e direttive, distribuendo il lavoro e gli incarichi. E sarebbe stato sempre lui a tenere i contatti con le banche, gli Uffici postali ed altri istituti di credito presso i quali venivano prenotati grossi importi in contante, che poi prelevava personalmente o tramite i suoi più stretti collaboratori.

Parte di quei soldi andavano ad imprenditori impegnati nel commercio di metalli, i quali utilizzavano le fatture false emesse dalle società dell’imprenditore ravanusano.

Proventi che venivano reinvestiti nell’acquisto di ville con piscina, auto di lusso o in altre operazioni di investimento, trasferendo il denaro all’estero, così facendo perdere la tracciabilità.

Le indagini hanno preso il via a seguito della scoperta di una societa’ di castano primo (mi) la quale, a fronte di un volume d’affari elevato, presentava una operativita’ praticamente inconsistente. sono cosi’ partiti gli approfondimenti sui soci che conducevano un tenore di vita elevatissimo: case lussuose, auto di grossa cilindrata, vacanze costose hanno fatto scoprire quale fosse la loro reale attivita’. essi, infatti, gestivano societa’ di comodo allo scopo di emettere fatture false ai loro clienti per attestare e giustificare contabilmente acquisti e trasporti di rottami effettuati in nero. ovviamente, anche le fatture false avevano un prezzo: per ogni documento i gestori delle cartiere trattenevano, quale compenso, una percentuale del 4% sugli importi bonificati dai clienti a saldo degli acquisti “fittizi” e che successivamente riconsegnavano nelle mani degli stessi imprenditori da cui erano partiti. a loro volta gli imprenditori, rientrati in possesso del denaro, lo utilizzavano per acquistare nuovo rottame in nero, a prezzi vantaggiosi, per poi rivenderlo alle fonderie con regolare fattura a prezzi di mercato, curandosi di far “quadrare” la contabilita’, attraverso la sovraffatturazione degli acquisti in nero, in modo da ottenere un margine minimo di guadagno sul quale poi, “finalmente”, pagare le tasse. gli approfondimenti di polizia economico–finanziaria hanno permesso di individuare l’ingegnoso meccanismo fraudolento creato per abbattere l’imponibile delle societa’, permettendo cosi’ un indebito risparmio d’imposta.

Il patrimonio della famiglia Vivacqua era così ingente che alcuni mesi fa aveva finanziato a sue spese il restauro del cimitero della città del Saraceno.

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Queste le società coinvolte: Kmc srl di Bollate e poi Lurago d’Erba; Ca.Ma. metal srl con sede a Ravanusa ma operativa a Vaprio d’Adda; Eco metalli srl con sede a Milano; Giada srl sede a Ravanusa, operatività a Torino; Ital metal srl con sede a Sesto San Giovanni; L.V. Rottami srl unipersonale, con sede a Lissone ma operativa a Gessate; Bio Metal srl  Unipersonale con sede a Milano; Nord metalli srl con sede a Lissone; Full metal srl con sede a Torino; Ramit srl con sede a Lissone; F. V. Metalli srl, sede a Gessate; Fr Inox con sede Torino;  Loviro Srl sede a Milano; Edil LVB con sede a Lissone; Gestim srl unipersonale con sede a Milano; Jet web srl e Pt Saraceno Ag con sede in Svizzera e Immobiliare Vi.Bi srl.