Con il passaggio al sistema digitale Telejato, la storica emittente antimafia di Partinico (Palermo), chiuderà. “Per mano dello Stato accadrà ciò che la mafia voleva”, dice ora il direttore Giuseppe Maniaci che dal 1999 gestisce e dirige l’emittente più minacciata e più denunciata d’Italia: con il suo tg quotidiano, che dura circa due ore, ha collezionato in poco tempo centinaia di querele.

Quella di Telejato è sempre stata un’esistenza sospesa tra le pressioni della criminalità organizzata e la mancanza di risorse. Ma proprio per questo ha conquistato una grande popolarità ed è diventata un punto di riferimento per i movimenti antimafia.

La finanziaria del 2011 esclude le circa 200 emittenti comunitarie, gestite da associazioni onlus, dall’assegnazione delle frequenze. Telejato ha lanciato alcuni mesi fa un appello per salvare le piccole tv con una legge. Ma intanto a giugno in Sicilia scatterà il passaggio al digitale (“switch off”) e Telejato, come le altre emittenti comunitarie, chiuderà. “Noi – dice Maniaci – abbiamo comunque presentato la domanda di assegnazione di una frequenza. Sappiamo però che, secondo la legge, non ne abbiamo titolo. E perciò spegneremo il segnale”.