Stiamo parlando di Salvatore Cacciatore, il venticinquenne aragonese, comunista, capo partigiano della brigata Nino Bixio, torturato e impiccato ai lampioni del Campitello, la piazza di Belluno, insieme a Bepi De Zordo, Valentino Andreani e Gianleone, il 17 marzo 1945. Alla memoria di Ciro e dei suoi tre compagni, morti insieme a lui per la libertà, nell’immediato dopoguerra, fu intitolata la piazza di Belluno. Un gesto sentito e dovuto, realizzato dopo che il vescovo Girolamo Bortignon aveva abbracciato e benedetto i cadaveri ancora caldi dei quattro partigiani.

Aragona, così, dopo 67 anni dal barbaro eccidio, ricorda Salvatore Cacciatore e avvia l’iter burocratico che consentirà di dedicare alla sua memoria i Cantieri Culturali.


Alfonso Tedesco, Sindaco di Aragona, dichiara:

“Come Amministrazione, in coincidenza della ricorrenza del 25 aprile, abbiamo pensato di avviare l’iter che permetterà di intitolare i Cantieri Culturali al partigiano Ciro. È uno momento importante, che prenderà vita con la scopertura di una targa: un piccolo gesto, se vogliamo, indispensabile però per coltivare e alimentare la memoria di un uomo, di un eroe, di un martire. Così come ha fatto Belluno, dunque, dedicando una piazza ai quattro partigiani e intitolando un lampione a ciascuno di essi, vogliamo fare anche noi. Al secondo anno della mia legislatura, nel gennaio del 2008, sono stato invitato a partecipare ad un convegno a Belluno, insieme a Matteo Collura. Con mio grande piacere, in quell’occasione, ho conosciuto meglio la figura di Ciro, a cui Collura, scrittore e giornalista del Corriere della Sera, aveva dedica un intero capitolo del suo libro, L’isola senza ponte. Uomini e storie di Sicilia . A fine legislatura riteniamo doveroso ricambiare questo ricordo, ponendo le basi, anche attraverso una delibera, affinché i Cantieri Culturali vengano intitolati al partigiano Ciro, un cittadino aragonese che ha lottato per la resistenza. Vivremo questo importante appuntamento con i nostri studenti, che si sono documentati sul tema e hanno preparato riflessioni, elaborati e prodotti multimediali sulla Resistenza. Condividere questo momento con i giovani per noi è particolarmente importante, poiché innesca un processo formativo unico e alimenta concretamente la memoria storica di un uomo morto per la libertà.”