Sono in totale 1.380, gli «immobili fantasma » scovati sul territorio cittadino. Lo si evince dagli avvisi di deposito, atti, che sono stati affissi all’albo pretorio e predisposti dall’Agenzia del territorio di Agrigento. Gli immobili, sottoposti a verifica, scoperti nei mesi scorsi dagli organismi tecnici dell’Agenzia del Territorio con una serie di controlli incrociati anche con il Catasto e con le utenze di Enel e Telecom non risulterebbero denunciati o sarebbero difformi rispetto a quanto dichiarato.
I nominativi dei proprietari e le indicazioni catastali con numero di foglio di mappa e relativa particella da alcuni giorni sono disponibili, anche sul sito del comune di Canicattì. Ed è proprio da alcuni giorni che il sito del comune è intasato da centinaia di richieste di accesso non solo di curiosi ma soprattutto di quanti hanno il dubbio di essere incappati nelle maglie sempre più strette di uno Stato alla ricerca di risorse da tassare per fare cassa.
Per i curiosi comunque non mancano gli elementi di esame come le numerose «Amministrazioni di fondi» di carattere religioso, congregazioni di frati e suore ma anche di fondi come quello di «Graziano di Buccheri» o ancora «del Principe di Trabia Palermo» sino a molti volti nomi dell’imprenditoria e della politica locale ma anche dipendenti pubblici ed addirittura imprese edili che risultano essere tra i trasgressori. In alcuni casi si tratterà con molta probabilità di errata trascrizione.
In ogni caso gli interessati, in maniera comoda da casa, potranno prendere visione degli elenchi, fare le opportune verifiche e quindi avanzare richiesta di correzione o mettersi in regola per cercare di limitare i danni e soprattutto le sanzioni alla vigilia del primo calcolo dell’Imposta Municipale Unica sugli Immobili che da quest’anno colpisce in maniera molto pesante anche i terreni e gli immobili agricoli funzionali all’attività di conduzione delle aziende agro-silvo-pastorale.
Il discorso dell’Imu però non dovrebbe portare alcun vantaggio ai Comuni, perché quelli sono soldi che andranno per la maggior parte allo Stato, e facendo un calcolo con le informazioni che si hanno per le prime abitazioni in città si dovrebbe pagare come un affitto o quasi. Inoltre, vi è anche la preoccupazione per la riforma del catasto e quindi il conteggio non si farà più sui vani ma sui metri quadri. Insomma una situazione complessa che andrà approfondita. Ovviamente adesso sarà compito dei proprietari fare istanza al catasto per chiarire la propria situazione.
Carmelo Vella
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