Ancora atti intimidatori nei confronti di Pino Maniaci. Le auto del direttore ed editore della emittente televisiva Tele Jato, e del figlio Giovanni sono state danneggiate la notte scorsa a Partinico. Una Fiat Punto è stata distrutta da un incendio doloso; mentre è stato infranto il parabrezza di una Bmw.

Maniaci dagli schermi della sua emittente svolge da anni un’azione di denuncia delle cosche mafiose locali.


“L’ennesima intimidazione ai danni di Pino Maniaci non può che rafforzare il suo impegno giornalistico contro Cosa nostra ed il malaffare. Gli autori e i mandanti non riusciranno a zittire una voce libera e coraggiosa, non ci sono riusciti in passato e non ci riusciranno oggi. Piuttosto sappiano che Maniaci è sostenuto dal movimento antimafia. A Pino ribadisco il mio pieno sostegno e la mia solidarietà”. Lo dichiara il senatore del Pd Giuseppe Lumia, componente della Commissione nazionale antimafia.

I cronisti italiani sono solidali con Pino Maniaci, direttore di Telejato, al quale in nottata è stata bruciata l’auto. Gli attentatori hanno anche infranto il parabrezza dell’automobile in uso al figlio di Maniaci, Giovanni, collaboratore dell’emittente di Partinico. L’Unione nazioanle cronisti italiani chiede alle forze dell’ordine e alla magistratura di individuare al più presto i responsabili dell’ennesima intimidazione.
Da anni Maniaci è perseguitato per l’ attività di  libera informazione che conduce attraverso la sua emittente. Il 12 febbraio 2008, per testimoniare la solidarietà dell’intera a categoria a chi lavorava in condizioni così difficili, al telegiornale condotto da Maniaci parteciparono Lorenzo Del Boca, presidente dell’Ordine dei giornalisti, Franco Siddi, segretario generale della Federazione della Stampa italiana e Guido Columba, Presidente dell’Unione Nazionale Cronisti che consegnò a Maniaci la tessera di cronista onorario. Successivamente il segretario dell’Ordine Nazionale ha iscritto Maniaci come giornalista professionista.

Il presidente del Gruppo siciliano crionisti , Leone Zingales,  ha definito “inquietante la circostanza che l’intimidazione  arrivi nel giorno dell’anniversario dell’omicidio di Giuseppe Fava, ucciso a Catania nel 1984 e a due giorni dalle manifestazioni a ricordo del cronista Giuseppe Alfano, ucciso a Barcello Pozzo di Gotto nel 1993. I cronisti che svolgono il proprio lavoro con coraggio e puntualità non si fanno intimidire>.